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briciola 10-05-2013 PDF Stampa
10-05-2013

Gesù non esclude nessuno



Gesù non ha escluso nessuno. Ha costruito ponti, non muri.  Il suo messaggio di salvezza è per tutti. Questa mattina, mercoledì 8 maggio, durante la messa nella cappella della Domus Sanctae Marthae, Papa Francesco si è soffermato sull'atteggiamento del buon evangelizzatore: aperto a tutti, pronto ad ascoltare tutti, senza esclusioni. Fortunatamente, ha notato , «adesso è un buon tempo nella vita della Chiesa: questi ultimi cinquanta anni, sessanta anni, è un bel tempo. Perché io ricordo quando ero bambino si sentiva nelle famiglie cattoliche, anche nella mia: "No, a casa loro non possiamo andare, perché non sono sposati per la Chiesa, eh". Era come una esclusione. No, non potevi andare! O perché sono socialisti o atei, non possiamo andare. Adesso, grazie a Dio, no, non si dice».

L'esempio proposto dal Pontefice è quello dell'apostolo Paolo che  nell'areopago (Atti degli apostoli 17,15.22 - 18,1) annunzia Gesù Cristo tra gli adoratori di idoli. Importante è, secondo il Papa, il modo in cui lo fa : «Lui non dice:  "Idolatri! andrete all'inferno..."», ma «cerca di arrivare al loro cuore»; non condanna dall'inizio,  cerca il dialogo: «Paolo è un pontefice, costruttore di ponti. Lui non vuole diventare un costruttore di muri». Costruire ponti per annunziare il Vangelo, «questo è l'atteggiamento di Paolo ad Atene: fare un ponte al cuore loro, per poi fare un passo in più e annunziare Gesù Cristo».

Paolo è coraggioso e «questo ci fa pensare sull'atteggiamento di un cristiano. Un cristiano deve annunziare Gesù Cristo in una maniera che Gesù Cristo venga accettato, ricevuto, non rifiutato». Del resto, «l'annunzio della verità dipende dalla Spirito Santo. Gesù ci dice nel Vangelo di oggi (Giovanni 16, 12-15): "Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità". Paolo non dice agli ateniesi: "Questa è la enciclopedia della verità. Studiate questo e avrete la verità!"».

La verità, dunque,  «non entra in una enciclopedia»; è piuttosto l'«incontro con la somma verità: Gesù, la grande verità. Nessuno è padrone della verità» e - ha avvertito il Pontefice - la verità non si può gestire a proprio piacimento, non si può strumentalizzare, «neppure per difenderci». E ancora: «L'apostolo Pietro ci dice: "Voi dovete dar conto della vostra speranza". Sì, ma una cosa è dar conto della propria speranza e altra cosa è dire: "noi abbiamo la verità: questa è! Se voi non la accettate, andate via"». Paolo ha seguito l'atteggiamento di Gesù, il quale ha parlato con tutti: «ha sentito la samaritana, il dialogo con la samaritana; andava a pranzo con i farisei, con i peccatori,  con i pubblicani, con i dottori della legge. Gesù ha sentito tutti e quando ha detto una parola di condanna, è stato alla fine, quando non c'era niente da fare».

Ma Paolo è anche «consapevole che  deve evangelizzare, non fare proseliti».  La Chiesa «non cresce nel proselitismo;  Benedetto xvi   ce lo ha detto;   ma cresce per attrazione, per la testimonianza, per la predicazione». Infine  «Paolo agisce così perché era sicuro, sicuro di Gesù Cristo. Non dubitava del suo Signore. I cristiani che hanno paura di fare i ponti e preferiscono costruire muri, sono cristiani non sicuri della propria fede, non sicuri di Gesù Cristo. E si difendono»  erigendo dei muri.

Paolo  insegna quale debba essere il cammino dell'evangelizzazione, da seguire con coraggio. E «quando la Chiesa perde questo coraggio apostolico, diventa una Chiesa ferma. Ordinata, bella; tutto bello, ma senza fecondità, perché ha perso il coraggio di andare alle periferie, qui dove ci sono tante persone vittime dell'idolatria, della mondanità, del pensiero debole». E se a frenare  è la paura di sbagliare bisogna pensare che ci si può rialzare e continuare ad andare avanti. «Quelli che non camminano per non sbagliare - ha concluso Papa Francesco - fanno uno sbaglio più grave». (Francesco)

 Commenti (1)Add Comment
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Scritto da ..., 11 maggio 2013, 00:54
Compiere il primo passo, anche quando appare difficile, è il momento in cui ci si sente davvero utili.......in cui si incomincia a costruire "i ponti"!!! E' una lezione di vita che aiuta sempre a superare difficoltà e incomprensioni.Tendere la mano, è un gesto di generosità che parte dall'anima, prima ancora che dalla mente. Così, giorno dopo giorno, scopriremo un'altra faccia di noi stessi: l'unica che potremmo realmente desiderare quando il buio ..o le difficolta' sono intorno a noi .. o..quando.. non riusciamo più a sorridere ed emozionarci.
Noi siamo tutti isole nel mare dell'umanità. La comunicazione è il ponte che costruiamo per relazionarci con un altro individuo. La comunicazione è il ponte dell'amore che ci mette in rapporto con gli altri.
"Ogni uomo dovrebbe essere pronto ad ascoltare, lento a parlare". (Giacomo 1:18).
La riflessione di questa briciola sulla costruzione di ponti ...e non di muri mi ricorda una preghiera di un campo...che aveva come tema :"siamo fratelli"....

Padre mio,
voglio essere un ponte
lanciato verso chi soffre,
chi intristisce nella solitudine,
chi ha bisogno d'un consiglio,
d'un richiamo, d'un sorriso.

Ma per costruire ponti orizzontali
verso i fratelli
debbo prima costruirne uno verticale
tra il mio cuore e Dio:
un ponte modello a cui tutti gli altri
devono ispirarsi,
un solido pilastro su cui
tutti gli altri devono appoggiarsi.
È assurdo voler fare
degli uomini fratelli
se prima non ricordo
che abbiamo insieme un Padre.....

Da qui l'importanza di interiorizzare l'invito di Bergoglio ..papa Francesco:... “Desidero proprio che il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti fra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere ed abbracciare!”

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