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La preghiera fatta assieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia! - Papa Francesco
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Commento Lectio 29/07/2007 PDF Stampa
26-07-2007
17^domenica del tempo ordinario
Dal vangelo secondo Luca (11,1-13)

Un giorno[1], Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse:
«Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione».
Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare...

Luca è molto attento a Gesù che prega: nel Battesimo (3,21-22), prima di scegliere i Dodici (6,12-13), prima della confessione di Pietro (9,21-28), nella Trasfigurazione (9,28-29), al ritorno dei settantadue (!0,21-22), nell'Orto degli Ulivi (22,39-46), sulla Croce (23,34.46)

Come prega Gesù? In quali posizioni del corpo? In quali atteggiamenti interiori? Con quali parole? Come prega i salmi? Per chi prega?

...quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli

I discepoli rimangono colpiti, contagiati dalla intensità della preghiera di Gesù. Non lo interrompono, lo lasciano finire, poi chiedono di imparare a pregare. Anche il buon ladrone, sulla Croce, rimarrà contagiato dalla preghiera di Gesù sulla Croce e troverà la forza di morire pregando: "Gesù, ricordati di me" (23,42)
La preghiera di Gesù è la forza e la sorgente della preghiera dei discepoli, della preghiera della Chiesa, della nostra preghiera. Pregare è entrare nella preghiera di Gesù, negli atteggiamenti con cui lui sta davanti al Padre.
Gesù, che ci ha rivelato il volto di un Padre pieno di amore e di misericordia e ci ha testimoniato il suo rapporto unico con questo Padre, per il dono del suo Spirito, ha aperto anche a noi una nuova relazione con Dio e una nuova possibilità di rivolgerci a Dio nella nostra preghiera. Liberi da ogni sentimento di paurosa sottomissione e di schiavitù, possiamo aprirci a Dio come Padre nostro, con la stessa confidenza e fiducia che ha caratterizzato la vita e la preghiera di Gesù.

È significativo che Luca metta in relazione il Padre nostro con la preghiera personale di Gesù stesso. Egli ci rende così partecipi del suo pregare, ci introduce nel dialogo interiore dell'amore trinitario, solleva per così dire le nostre umane necessità fino al cuore di Dio...

Il significato del Padre nostro va oltre la comunicazione di parole di preghiera. Vuole formare il nostro essere, vuole esercitarci nei sentimenti di Gesù (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret 162)

Il Padre nostro


I vangeli ce lo consegnano in due versioni, quella più breve di Luca e la versione più lunga di Matteo (Mt 6,9-13). Il Padre nostro non è quindi una formula rigida, ma un itinerario; non è un museo, ma una palestra in cui allenarsi ai giusti atteggiamenti, al giusto clima di preghiera. Quali atteggiamenti?

* Padre. Così iniziano tante preghiere di Gesù: nella gioia, nell'orto degli Ulivi, sulla Croce. Ogni domanda del Padre nostro, andrebbe introdotta con questa invocazione. Dire "Padre" indica l'intimità e la serietà del rapporto con Dio, che è Padre dolcissimo, misericordioso, ma anche Padre che mi chiede l'impegno, che mi fa camminare con le mie gambe.

* Nostro. Il Padre nostro ci insegna a pregare insieme, a metterci come fratelli davanti a Dio.

* Tuo. La preghiera parte dal Tu di Dio, poi passa a "noi", alle nostre richieste... Pregare è mettersi davanti al Tu di Dio, è partire da lui, dal ringraziamento per le grandi cose che lui compie, dall'ascolto di quello che lui dice.

* Il tuo Regno. La preghiera ci porta a desiderare i valori del regno: la giustizia, la fraternità, la pace, la verità, la libertà...Non ci fa evadere dalla storia, anzi ci spinge a muoverci, a impegnarci, a progettare, ricordando sempre che il regno, i progetti, sono suoi...

* Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano.

Col pane, impariamo a chiedere l'essenziale: la preghiera ci unifica, ci insegna a non dissiparci in tante cose superflue.

Il pane che chiediamo è il pane quotidiano, il pane da chiedere ogni giorno, come la manna nel deserto, un pane da non accumulare, ma da accogliere e da condividere. La preghiera ci insegna il distacco e la condivisione

* Perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore. Nella versione di Luca, si vede ancora meglio che il perdono di Dio rende possibile il nostro perdono...

* E non ci indurre in tentazione... La preghiera non sottrae l'uomo alla drammaticità dell'esistenza. Ma è indispensabile per resistere alla tentazione della fuga, del compromesso, dello scoraggiamento: "Pregate per non entrare in tentazione" (22,39.46)

So che ho bisogno di prove affinché la mia natura si purifichi. Se tu decidi di sottopormi a queste prove, se - come nel caso di Giobbe - dai un po' di mano libera al maligno, allora pensa, per favore, alla misura limitata delle mie forze. Non credermi troppo capace. Non tracciare troppo ampi i confini entro i quali posso essere tentato, e siimi vicino con la tua mano protettrice quando la prova diventa tropo ardua per me. (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret 194)

Una preghiera che accompagna la vita.
Abbiamo imparato il Padre nostro, quando eravamo bambini. Anche se non capivamo le parole, le ripetevamo a memoria, sapendo di raggiungere il contenuto di coloro che ce le trasmettevano; i genitori, gli educatori, il sacerdote. Chi ci ha insegnato a pregare, ci ha insegnato non soltanto delle parole, ma ci ha trasmesso una esperienza vissuta. Ci siamo così inseriti nell'immenso fiume della preghiera che parte da Gesù stesso e, attraverso gli apostoli, corre lungo i secoli e arriva fino ad oggi.

Dopo gli anni dell'infanzia c'è stato forse un momento di scoperta: Dio chiamato Padre, Dio Padre come nuovo orizzonte di vita.

Poi, con la giovinezza si arriva ad apprezzare anche la domanda "Venga il tuo Regno". Mi voglio impegnare per il tuo regno di giustizia, di fraternità...

C'è un'ulteriore tappa, o almeno c'è stata per molti di noi: la tappa dell'adulto. La preghiera diventa la preghiera del povero, di colui che nel regno arranca, fa fatica ed ha bisogno del pane, del sostentamento quotidiano; ha bisogno del perdono, della forza nella difficoltà. L'adulto cerca il regno a partire dalla propria fragilità riconosciuta. (cfr C.M.Martini)

La fatica della preghiera

Ci sono due parabole abbastanza impressionanti su questo tema in Luca: quella dell'amico importuno nel nostro vangelo e quella della vedova e del giudice iniquo al cap. 18.

La parabola dell'amico importuno, che viene subito dopo il Padre nostro, ci dice che la preghiera può essere faticosa, può riservare anche delusioni. Tu bussi, bussi e dal didentro non risponde nessuno. L'amico dorme e sembra essere diventato un ex-amico.. Gesù farà nel Getsemani e poi sulla Croce questa esperienza dolorosa dell'amico importuno.

Gesù se ne intendeva di preghiera: sapeva che Dio non esaudisce tutte le nostre richieste e noi rischiamo di stancarci, di fermarci...

D'altra parte, chi lo dice che quello che chiediamo sia sempre il vero bene per noi, ci serva davvero? Chi può dire che Dio ritardi? Magari ti sta concedendo quello che tu non gli hai chiesto e che ti serve davvero. Poi Dio è Padre davvero, e un buon padre sa anche dire dei no per fare crescere i suoi figli.

Il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono.

Non ti tapperà tutti i buchi, non ti risolverà tutti i problemi, non interverrà con la bacchetta magica e non si sostituirà alla tua libertà, ma ti darà la luce e la forza del suo Spirito perché tu possa vivere da figlio di Dio in tutte le situazioni.

Luca specifica le cose buone che dà il Padre, dicendo: Quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito santo a coloro che glielo chiedono" (Lc 11,13). Ciò vuol dire: il dono di Dio è Dio stesso. La "cosa buona" che egli ci dona è Lui stesso... Non si tratta di questo o di quello, ma di Dio che vuole donarsi a noi - questo è il dono dei doni, la "sola cosa di cui c'è bisogno" (cfr Lc 10,42). La preghiera è una via per purificare a poco a poco i nostri desideri, correggerli e conoscere pian piano di che cosa abbiamo veramente bisogno: di Dio e del suo Spirito.

Qualche domanda per noi


- Ho qualche maestro di preghiera?
- Quale domanda del Padre nostro mi sta più a cuore?
- Come è cambiato il rapporto col Padre nostro nella mia vita?
- Ho mai visto qualche mia preghiera esaudita?
- Ho fatto anche l'esperienza dell'amico importuno?


Preghiamo il vangelo


«Abbà, Padre!» (Rm 8,15)
Padre di Gesù e Padre nostro
Padre, sia santificato il tuo nome
Padre, venga il tuo regno
Padre, dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano
Padre, perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore
Padre, non ci indurre in tentazione
Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra (Lc 10,21)
Padre, non sia fatta la mia, ma la tua volontà (Lc 22,42)
Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno (Lc 23, 34)
Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito (Lc 23,46)
Padre, misericordioso (Lc 6,36)
Padre, che ti riveli nel Figlio (cfr 10,22)
Padre, che doni lo Spirito santo a quanti lo chiedono (cfr 11,13)
Padre, che vesti i gigli dei campi e nutri gli uccelli del cielo (cfr 12,22s)
Padre, che conosci i nostri bisogni (cfr 12,30)
Padre, che ci doni il tuo regno (cfr 12,32)
Padre, che fai festa per un solo peccatore che si converte... (cfr Lc 15)
Padre che esci incontro ai tuoi figli perduti (cfr Lc 15)
Padre, donaci il pane per ogni giorno e insegnaci a cercare l'essenziale
Padre, donaci il pane della tua Parola e insegnaci a condividerla nella missione
Padre, donaci il pane dell'Eucaristia e insegnaci a riconoscerti nella tua Chiesa
Padre, donaci il pane della fraternità e insegnaci ad amare gratuitamente
Padre, liberaci dagli affanni e dalle preoccupazioni inutili
Padre, liberaci dall'ansia di avere di più
Padre, liberaci dalla tentazione di servire due padroni
Padre, liberaci dalla tentazione della fuga e del disimpegno
Padre, liberaci dalla tentazione di nascondere i nostri doni
Padre, liberaci dalla tentazione di amare solo quelli che ci amano e di fare del bene solo a quelli che ci ricambiano
Dio Padre di tutti, che sei al di sopra di tutti, agisci per mezzo di tutti e sei presente in tutti. (Ef 4,6)
Quale grande amore ci hai dato per essere chiamati tuoi figli, e lo siamo realmente! (cfr 1Gv 3,1)
Padre santo, custodisci nel tuo nome
Padre, custodiscici dal maligno
Padre, consacraci nella verità
Padre, mandaci nel mondo, come hai mandato nel mondo tuo Figlio
Padre, rendici perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu ci hai amati come hai amato Gesù.
Padre, fa' che siamo una cosa sola, perché il mondo creda.



Non chiamare Dio: «Padre nostro» se escludi qualcuno o qualcuna,
anche lontanissimo, anche cattivo, anche sbagliato, anche antipatico
dal suo amore di padre, dal tuo amore di fratello & sorella.

Non chiamare Dio: «Padre nostro» se pensi che lui possa avere
figli e figliastri, principesse e cenerentole.

Non chiamare Dio: «Padre nostro», fin che non decidi
che non esistono maschi e femmine, poveri e ricchi,
neri, bianchi e gialli, buoni e cattivi...,
ma solo figli e figlie, fratelli e sorelle.
Il mondo non è così? È vero!
Se chiami Dio: «Padre nostro», datti da fare affinché il mondo
diventi un po' di più come dovrebbe essere.

Don Tonino Lasconi



[1] Nel lungo viaggio verso Gerusalemme, verso il suo esodo pasquale, Gesù fa capire cosa vuol dire fare strada con lui, cosa comporta seguirlo, quali atteggiamenti sono richiesti al discepolo. In questo identikit del discepolo, la preghiera ha una parte importante: oltre al Padre nostro in questa parte del vangelo, troviamo infatti altri insegnamenti sulla preghiera: Marta e Maria (il vangelo di domenica scorsa), la parabola dell'amico importuno (11,5-8) e del giudice iniquo (18,-8) sulla fatica e la perseveranza nella preghiera, il fariseo e il pubblicano (18,9-14) sulla vera e falsa preghiera...



 
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