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briciola 29-05-2013 PDF Stampa
29-05-2013
ATTENTI AI TRIONFALISMI SENZA CROCE

“Io ricordo una volta, ero in un momento buio della mia vita spirituale e chiedevo una grazia dal Signore. Poi sono andato a predicare gli esercizi alle suore e l’ultimo giorno si confessano. E’ venuta a confessarsi una suora anziana, più di 80 anni, ma con gli occhi chiari, proprio luminosi: era una donna di Dio. Poi alla fine l’ho vista tanto donna di Dio che le ho detto: 'Ma suora, come penitenza preghi per me, perché ho bisogno di una grazia, eh? Se lei la chiede al Signore, me la darà sicuro'. Lei si è fermata un attimo, come se pregasse, e mi ha detto questo: 'Sicuro che il Signore le darà la grazia ma, non si sbagli: al suo modo divino'. Questo mi ha fatto tanto bene. Sentire che il Signore sempre ci dà quello che chiediamo, ma al suo modo divino. E il modo divino è questo fino alla fine. Il modo divino coinvolge la Croce, non per masochismo: no, no! Per amore. Per amore fino alla fine”. 

Questa la preghiera conclusiva del Papa:

“Chiediamo al Signore la grazia di non essere una Chiesa a metà cammino, una Chiesa trionfalista, dei grandi successi, ma di essere una Chiesa umile, che cammina con decisione, come Gesù. Avanti, avanti, avanti. Cuore aperto alla volontà del Padre, come Gesù. Chiediamo questa grazia”. 


Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/05/29/papa_francesco:_il_trionfalismo_ferma_la_chiesa,_vincere_l/it1-696427 
del sito Radio Vaticana 
 Commenti (2)Add Comment
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Scritto da ..., 04 giugno 2013, 16:02
Chiediamo ...la grazia della "Gratitudine".......di persone che sappiamo coltivare nel loro cuore questo bellissimo e importante sentimento:.............



"Provare gratitudine è l’iniziazione alle relazioni propriamente umane, e costituisce un eccezionale incoraggiamento per il benessere sociale. È espressione della maturità umana che, manifestandosi, la nutre e accresce, suscitando la magia del dialogo e della corrispondenza dei cuori. Difatti, le persone inclini alla gratitudine si caratterizzano per un maggiore senso di vicinanza agli altri, ciò le aiuta a costruire credibili reti di solidarietà che costituiscono un fattore essenziale per il benessere individuale.

Tuttavia, non basta verificare cos’è la gratitudine, è necessario comunicare agli altri tale stato d’animo. Il fatto di ringraziare qualcuno produce maggiore benessere rispetto alla semplice sensazione di riconoscenza, diversamente, può nascere una sorta di tensione interna all’umano, che riduce quindi il senso di benessere. Capire cos’è la gratitudine vuol dire altresì sviluppare capacità di attenzione, quant’anche di ascolto. Per sperimentare tale amabile sentimento della gratitudine, scatenato da un dono di assoluta umanità, è indispensabile accorgersi che un innesto positivo è capitato nella nostra vita e, soprattutto, che quell’ innesto è stato provocato liberamente e intenzionalmente da qualcuno.

Diventa sempre più esteso nella società del nostro oggi, come anche nella chiesa, lo stato di conflitto. Ognuno si sente solo creditore di fronte al prossimo e non tiene conto dell’altro; una sorta d’irragionevolezza umana impedisce di vedere le ingiustizie che si compiono, come anche il bene che Dio Padre continua fedelmente a produrre, poiché eccessivamente presi da un’insensibilità spirituale ai richiami della Parola, letta insufficientemente, in modo parziale, quand’anche in modo strumentale. È una società impegnata a enumerare le cose che ci sembrano importanti e necessarie, il potere prima di tutto, l’io, l’ambizione personale, trascurando le cose che già abbiamo e che non valorizziamo, prima tra tutto l’umanità. A ogni buon conto, l’essere grato implica essere umile; il superbo crede che tutto gli sia dovuto e per questo motivo non ringrazia per una benevolenza, né Dio, né gli altri.

La gratitudine pone le basi per ponti di comunicazione e di tenerezza tra le persone, favorendo un’assai feconda e fiduciosa convivenza, proprio perché non è mai a senso unico come sentimento, trattandosi di profonda reciprocità umana.

Coltivare il senso della gratitudine è elemento di intensa fertilità, oltre che naturale dato dovuto all’uomo, nell’alternanza del riguardo, perché donando si riceve e offrendo si ricompensa l’anima generosa, tuttavia, il dato fondamentale rimane la gratitudine a Dio per quanto ci permette di maturare, con slancio purissimo dell’animo, meravigliato di tanta profonda traboccante generosità. "

(riflessioni tratte da un'intervista a Maria Francesca Carnea)
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Scritto da chicco di grano, 30 maggio 2013, 16:29
Sì, la forza della Chiesa sta nei milioni di umili fedeli che si sforzano ogni giorno di fare la volontà del Salvatore, giorno dopo giorno, un passo alla volta. Questi umili fedeli provengono da nazioni diverse, da strati sociali diversi e da situazioni economiche diverse. Includono coloro che hanno un’ottima istruzione così come coloro tra i più umili che vivono nelle più umili capanne nelle aree più remote del pianeta, ognuno però con un cuore che pulsa per la vita e testimonianza di Gesù Cristo e con il desiderio di servire il Signore.
Molti di noi vivono o lavorano in ambienti dove l’umiltà viene spesso male interpretata e considerata una debolezza. Non molte aziende o istituzioni includono l’umiltà tra le caratteristiche e i valori desiderati nei loro dirigenti. Eppure, più vediamo il modo di operare di Dio, più comprendiamo il chiaro potere di uno spirito umile e sottomesso. Nel Regno di Dio la grandezza comincia con l’umiltà e la sottomissione. Queste due virtù sono il primo passo verso l’apertura della porta alle benedizioni di Dio e al potere del sacerdozio. Non importa chi siamo o quanto poco significative appaiano le nostre credenziali. L’umiltà e la sottomissione al Signore, unite a un cuore grato, sono la nostra forza e la nostra speranza...................

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