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briciola 03-06-2013 PDF Stampa
03-06-2013
I CORROTTI FANNO MALE ALLA CHIESA
Cosa succede quando vogliamo diventare noi i padroni della vigna? Papa Francesco ha sviluppato la sua omelia partendo dal Vangelo odierno sulla parabola dei vignaioli malvagi per soffermarsi sui “tre modelli di cristiani nella Chiesa: i peccatori, i corrotti e i santi”. Il Papa ha osservato che dei peccatori “non è necessario parlare troppo, perché tutti noi lo siamo”. Ci conosciamo “da dentro – ha proseguito – e sappiamo cosa è un peccatore. E se qualcuno di noi non si sente così, vada a farsi una visita dal medico spirituale”, perché “qualcosa non va”. La parabola, però, ci parla di un’altra figura, di quelli che vogliono “impadronirsi della vigna e hanno perso il rapporto con il Padrone della vigna”. Un Padrone che “ci ha chiamato con amore, ci custodisce, ma poi ci dà la libertà”. Queste persone “si son sentite forti, si sono sentite autonome da Dio”


Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/06/03/il_papa:_i_corrotti_fanno_tanto_male_alla_chiesa,_i_santi_sono_luc/it1-697831 
del sito Radio Vaticana 
 Commenti (1)Add Comment
...
Scritto da una mamma, 04 giugno 2013, 15:33
CUSTODIRE.................bellissima parola un Padrone che ci Custodisce........
Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! - Papa Francesco





Custodi dell'amore

Papa Francesco ha saputo conquistare il mondo con l'immensità della sua fede, con la solidità dei suoi insegnamenti, con la sua umiltà e capacità di farsi vicino a tutti.

Molte le parole che ha pronunciato e che hanno toccato il cuore. Ciascuno dei suoi interventi potrebbe essere fatto oggetto di ore di riflessione e preghiera.
Ma c'è una frase che è risuonata in modo particolare dentro di me, e che ho sentito proprio rivolta alla mia situazione di vita, pronunciata da Papa Francesco nell'omelia della Santa Messa di inizio del Pontificato:

Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato.

Sicuramente sono numerosissime le declinazioni che questa frase può avere, elencate anche dal Papa nella sua omelia (custodire Gesù nella nostra vita, custodire il creato, custodire ogni persona, custodire se stessi...), ma mi ha fatto riflettere in particolare sulla mia vocazione ad essere mamma.

CUSTODIAMO
Il verbo custodire mi ha ricordato subito il mandato che Dio ha dato al primo uomo nel Giardino dell'Eden: "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse" (Gen 2,15).
Il compito che Dio dà all'uomo non è un "dovere", anzi! La possibilità di collaborare con Dio è un onore, un privilegio che Lui, tra tutto il creato, concede solo all'uomo (e alla donna! cf Gen 2,18). E' quindi un azione, quella di custodire, che ci fa assomigliare a quell'immagine primordiale di essere umano, ci rende simili all'idea (e al sogno) che Dio ha per noi. E quindi è un'azione che ci rende più umani.

CON AMORE
"Il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza" aggiunge il Papa.
Custodire con amore è la chiamata che Dio riserva a noi genitori. Ma ripenso alle tante, troppe, volte che mi sono rivolta ai miei figli con toni o gesti di stizza, che mi sono lamentata per le fatiche di essere mamma, che ho dovuto fare i conti con un persistente egoismo che mi rende difficile spendermi addirittura per i miei figli!
Come vorrei imparare ogni giorno a guardare i miei bambini con amore, con quell'amore che ci ha insegnato Gesù e che è disposto ad arrivare anche al dono totale di sé!

CIÒ CHE CI HA DONATO
Quanto è facile dimenticarsene. Soprattutto in un tempo come il nostro, quando i figli sembrano essere più un diritto che un dono.
Eppure essere genitori, essere mamma, è un grande, grandissimo dono.
Me ne rendo conto in modo particolare quando penso alle (purtroppo) tante coppie che conosco che non riescono ad avere figli. Le guardo e penso che, non solo sarebbero degli ottimi genitori, ma probabilmente sarebbero anche migliori di me.
Mi ritrovo a chiedermi: cos'ho fatto per meritarmi questo dono? Perché noi sì e loro no?
E mi rispondo che un dono è un dono. Quando lo si riceve non si può stare lì a cercare il perché... si accetta, si dice grazie, si cerca di non sciuparlo, di viverlo al meglio. E forse viverlo al meglio significa proprio aver presente ogni giorno la gratuità di questo dono che non ci siamo meritati.

DIO
Dio, eterno Padre, ci dona l'immenso privilegio di collaborare con Lui nella sua opera più grande, che è quella della creazione.
E ci dona il frutto del Suo immenso amore per l'umanità: i figli che sono a noi affidati, non perché siamo per loro dei padroni, ma dei custodi.
E il minimo che possiamo fare per amministrare al meglio i tesori che ci ha affidato è ricordarci la loro origine e condurre anch'essi a riconoscerla: ricordare ogni giorno che i nostri figli sono innanzitutto figli di Dio e insegnare anche a loro a riconoscere e amare il loro Padre nei Cieli, al quale tutto il creato appartiene

(una mamma)

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