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briciola 4-11-2013 |
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04-11-2013 |
Ci chiamavano Trinità
Ritornando in parrocchia, ho ripreso in mano le foto di 10 anni fa, quando nel settembre 2003 ricevemmo il testimone da don Romano per cui preghiamo e che sicuramente prega per la nostra comunità dal Paradiso.
Eravamo in tre: don Massimo parroco moderatore, don Roberto e io…
Ci chiamavano Trinità: don Roberto era il Padre fedele che continua ad accompagnarci; don Massimo era il Figlio che è presente, si vede, opera (e si vedono tanti frutti del suo ministero) ma che ora nella sua missione deve annunciare il Vangelo in un’altra città; io ero lo Spirito Santo sempre in giro, che non sai da dove viene e dove va… Adesso come parroco proverò a stare un po’ più fermo…
Vi volevo salutare con le tre parole che papa Francesco ha ricordato alle famiglie: permesso, grazie, scusa. Per portare avanti una famiglia è necessario usare tre parole: permesso, grazie, scusa. Chiediamo permesso per non essere invadenti in famiglia. “Posso fare questo? Ti piace che faccia questo?”… Diciamo grazie, grazie per l’amore! Ma dimmi, quante volte al giorno tu dici grazie a tua moglie, e tu a tuo marito? Quanti giorni passano senza dire questa parola, grazie! E l’ultima: scusa. Tutti sbagliamo e alle volte qualcuno si offende nella famiglia ma: non finire la giornata senza fare la pace… Perdonarsi ogni giorno!
Permesso. L’ingresso in una parrocchia non dura solo un giorno, ma continua nel tempo: permesso alle famiglie e ai malati che sto visitando con suor Daniela; permesso alle diverse realtà del quartiere che voglio conoscere, permesso alle tante persone che con fede, spirito di servizio, fantasia, responsabilità, rendono bella e vivace la nostra parrocchia. Pian piano desidero incontrarvi, ascoltarvi, per prendere il passo della nostra comunità.
Grazie. Grazie di tutto, dell’accoglienza, di come avete vissuto nella fede i giorni di dolore e di preghiera per la morte di don Romano, di come avete fatto festa a don Massimo e don Roberto. Ma grazie, ancora prima per quello che fate, per quello che siete, per il tesoro che è ogni persona dal più piccolo al più grande, per i bambini che crescono, per i ragazzi e i giovani che cercano, per gli adulti che faticano, per i genitori che educano, per gli anziani che non si sono stancati di amare…
Scusa. Se di certi miei difetti mi accorgo io, figuriamoci gli altri! Nella santa Chiesa di peccatori, c’è davvero bisogno di chiedere spesso perdono. E di correggerci con sincerità, dicendoci le cose in faccia e non alle spalle, senza false diplomazie e senza essere permalosi. Per aiutarci a diventare santi assieme!
Buon cammino a tutti!
don Luca
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Vivere la fede 
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