Martedì 14 maggio 2024
 
La preghiera fatta assieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia! - Papa Francesco
Home arrow Vivere la fede arrow PassaParola arrow La passione secondo Matteo
 
Home
Notizie
Documenti
Orario preghiere
 
Storia
Dove siamo
Foto
Cerca
Mappa del sito
Vivere la fede
Percorsi di parole
Siti consigliati
Link

 
La passione secondo Matteo PDF Stampa
12-04-2014
a. Due racconti
Ogni anno, leggiamo due volte la Passione: la domenica delle Palme (il vangelo sinottico dell'anno) e il venerdì santo (Giovanni). Così guardiamo alla Croce di Cristo da due lati: nei sinottici è sottolineata di più la sofferenza di Gesù, il suo abbandono, la sua solitudine. In Giovanni invece è più presente l'aspetto glorioso, luminoso della Croce: Gesù dalla Croce rivela la sua grandezza, rivela Dio, dona lo Spirito, genera la chiesa...La croce ha due facce, oscura e luminosa, dolorosa e gloriosa: è la somma di tradimenti, menzogne, violenze, ingiustizie, ma è anche la rivelazione del perdono e dell'amore straordinario di Dio.

  • Mi capita ogni tanto di fermarmi davanti ad un Crocifisso? Ho un "Crocifisso" preferito? Cosa mi fa pensare la Croce di Gesù?


b
. Un racconto drammatizzato

Siamo abituati a leggere la passione a più voci, per far risaltare tutto il cast dei personaggi che ruotano attorno a Gesù nelle ultime ore della sua vita, personaggi OK e KO: Pietro, Giuda, Pilato, Erode, il cireneo, il centurione, le donne, Giuseppe di Arimatea, la moglie di Pilato...

E' una drammatizzazione che porta ad identificarci con questo o quel personaggio, è un processo che ci chiama a prendere posizione e a partecipare. Di fronte a quest'Uomo che muore in croce non si può rimanere neutrali, restare spettatori, far finta di non capire come Pietro o lavarcene le mani come Pilato...

  • Quale personaggio della Via Crucis mi colpisce di più? in quale mi identifico?


c. Una lunga preparazione

La passione non è una sorpresa, un fulmine a ciel sereno, un caso. Tutti i vangeli, a modo loro, la preparano. Matteo, in particolare, fa intravedere la sorte dolorosa di Gesù fin dall'inizio:

  • Il nome stesso del Bambino indica la sua difficile missione: "Lo chiamerai Gesù. Questi infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (1,21). Gesù si scontrerà col male, col peccato e per salvarci verserà il suo sangue. E' proprio Matteo che, nell'Ultima Cena, ricorda che il sangue di Gesù è sparso "in remissione dei peccati" (26,28).

  • In Matteo, il Natale sta già all'ombra della Passione: fin dall'inizio il Bambino provoca agitazione e turbamento a Gerusalemme e qualcuno pensa subito a toglierlo di mezzo (2,20). Qualcuno però, anche tra i pagani, tra i lontani comincia ad accoglierlo e ad andare verso di lui: interessante il parallelo tra i magi e la moglie di Pilato, anch'essa avvertita in sogno: "Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua". (27,19).

  • Anche le tentazioni sono un anticipo dell'ultima grande tentazione: Se sei Figlio di Dio, che questi sassi diventino pane" (4,3) Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce (27,40).

  • La sua predicazione lo porta subito mettersi in opposizione con gli altri maestri: Vi è stato detto, ma io vi dico (5,21ss). Scontri che appaiono profondi e insanabili anche sul modo con cui Gesù agisce: tocca i lebbrosi, mangia coi peccatori, perdona i peccati, infrange il sabato... Tanto che molto presto si arriva alla decisione di eliminarlo: I farisei, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo. (12,24).

  • Nella seconda parte del vangelo, gli annunci della Passione diventano espliciti e insistenti: "Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno". (16,21). Gesù comincia a mostrare ai suoi che il Messia non è venuto per farsi servire, ma per servire; che la sua missione passerà anche attraverso il rifiuto, l'apparente fallimento, lo scandalo; che anche la vita e la missione dei discepoli conoscerà la Croce: "Se uno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (16,24).


  • Cosa ha causato il rifiuto di Gesù? Quali aspetti del vangelo incontrano più opposizione nel nostro mondo?

  • A volte, rischiamo di "saltare" la Croce, di mettere tra parentesi le pagine più esigenti del vangelo, dove Gesù parla di prendere la propria Croce, rinnegare se stessi, "perdere" la propria vita... O, al contrario, di presentare la Croce in modo quasi masochistico, come fine a se stessa... O in modo fatalistico e passivo: accettare le molestie della vita, portare pazienza... C'è un modo più attivo e positivo di presentare la Croce, come Gesù l'ha presentata ai suoi? Di mostrare che prendere la Croce non ha niente di passivo, ma vuol dire amare, servire, prendersi le proprie responsabilità, rimanere fedeli fno alla fine, lottare contro il male, difendere i più deboli...?


d. Uno schema non guasta.

La Passione è un racconto molto lungo. I lettori della domenica delle Palme ne sanno qualcosa. Per non "perdersi" ecco qua un piccolo schema su come è "organizzato" il racconto di Matteo.

Introduzione alla Passione (26,1-16)
La decisione nella casa di Caifa (1-5)
L'unzione di Betania (6-13)
Il tradimento di Giuda (14-16)

Cena Pasquale (26,17-30)
La preparazione del Cenacolo (17-19)
La cena pasquale: la predizione del tradimento (20-25)
Il dono del corpo e del sangue (26-30)

Al monte degli Ulivi (26,31-56)
Previsione: la fuga di tutti e il rinnegamento di Pietro (31-35)
La preghiera al Getsemani (36-46)
L'arresto (47-56)

Gesù e Pietro nella casa di Caifa (26,57-75)
Gesù portato da Caifa (57)
Pietro si scalda attorno al fuoco (58)
Gesù, interrogato, confessa la propria identità (59-68)
Pietro, interrogato, rinnega il Maestro (69-75)

Gesù processato e consegnato alla Croce (27,1-26)
Consegna di Gesù a Pilato (1-2)
La morte di Giuda e il prezzo del sangue (3-10)
L'interrogatorio naufragato di Pilato a Gesù (11-14)
Pilato tenta per due volte di liberare Gesù; i capi però persuadono la folla a chiedere la liberazione di Barabba e la crocifissione di Gesù. Tutto il popolo si assume la responsabilità di quel sangue. Pilato si lava le mani; libera Barabba e consegna Gesù.(15-26).

Dalla condanna alla Croce (27,27-44)
La derisione del Re dei Giudei (27-31)
La crocifissione(32-37)
Le derisioni del Crocifisso (38-44)

La morte di Gesù (27,45-56)
Verso lo spirare di Gesù (45-50) -tre ore di tenebra (45)
-Il grido di Gesù (46)
-Fraintendimenti dei presenti (47-49)
-Lo spirare di Gesù (50)
I segni che seguono la morte di Gesù: -avvenimenti apocalittici (51-53)
(51-56) -confessione del centurione (54)
-la presenza delle donne (55-56)

La sepoltura di Gesù (27,57-62)



  • Domenica leggiamo la Passione. Cosa mi colpisce di quel lungo racconto?



e. Particolari di Matteo

Pur seguendo da vicino Marco, ha due episodi a lui propri: la morte di Giuda (27,3-10) e la custodia del sepolcro (27,62-66) e una serie di particolari originali: l'invito alla non violenza nella scena dell'arresto (26,52-54); la moglie di Pilato (27,19); il dialogo tra Pilato e i Giudei sulla responsabilità del sangue di Gesù (27,24-25); una serie di segni apocalittici, legati alla morte di Gesù (27,51-53).


f. Le note di Matteo

Jesus Christ Superstar

Il racconto di Matteo ci presenta un Gesù autorevole, libero, pienamente consapevole della morte che lo attende, pronto a compiere il disegno di Dio.


  • È consapevole di quello che sta per accadere: "Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso" (26,1-2)

  • Nell'Ultima Cena, dove dona il suo Corpo e il suo Sangue, annunzia il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro e la fuga dei suoi (26,20-35).

  • Al Getsemani, comincia a pregare triste, angosciato e prostrato; ma finisce in piedi, pronto ad affrontare la sua ora: "Alzatevi e andiamo..." (26,46) E c'è anche un progresso nella sua preghiera: dal "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!" (26,39) al "Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà" (26,42). Gesù nell'orto degli Ulivi dice il Padre nostro e chiede di fare la volontà del Padre, di realizzare il suo disegno, di compiere le Scritture. (26,54.56).

  • Gesù è un uomo libero: libero di non tirarsi indietro quando rimane solo, di non difendersi con la violenza (26,52), di non usare Dio a suo vantaggio (26,53), di non rispondere male per male, di chiamare amico il traditore (26,50), di rivendicare la sua autorità divina di fronte al sommo sacerdote (26,64), di restare in silenzio di fronte a Pilato, di non scendere dalla Croce, di non cedere all'ultima tentazione...

Libero anche di comunicare la sua tristezza ai suoi (26,38), e di non tacere la sua solitudine di fronte al Padre: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"

Libero di andare fino in fondo, libero di servire, libero di donare la sua vita...



  • Cos'è per me la libertà? Di quale libertà parla il nostro mondo? Quale libertà annuncia Gesù con la sua vita e la sua morte? Conosco persone libere come Lui?


Nella Pasqua di Gesù si compiono le Scritture

Come nel resto del suo vangelo, Matteo sottolinea molto la corrispondenza con le Scritture: "Tutto avviene, perché si adempiano le Scritture dei profeti" (26,56). Sono tanti i salmi, i testi, i personaggi, i temi biblici che fanno da sfondo a questi due capitoli. Pensiamo solo al sal 22 che Gesù grida sulla Croce: "Elì, Elì, lemà sabactanì- Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Con un po' di pazienza, potete trovarli nelle note dei vostri vangeli.



  • Cosa vuol dire per Gesù "compiere le Scritture"? Sicuramente non recitare una parte già scritta, fare i burattini di un destino già segnato. Ma portare a compimento la sua missione: di dire e di dare Dio a questa umanità che lo rifiuta. Cosa vuol dire per noi compiere le Scritture, vivere e portare la sua Parola, annunciare la sua salvezza?



Nella Pasqua di gesù i nostri peccati sono perdonati

"Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli" (27,25) risponde il popolo a Pilato, assumendosi la responsabilità della morte di Gesù. E' un grido drammatico, a cui, oltre le intenzioni della folla urlante, possiamo attribuire due significati: il riconoscimento dei nostri peccati e l'invocazione del suo perdono, perché quel sangue è stato sparso proprio "in remissione dei peccati" (26,28).



Il riconoscimento dei peccati: con una serie di personaggi tragici, Matteo ci aiuta a riconoscere la profondità e la drammaticità del male che Gesù è venuto ad affrontare.

  • Giuda. La contrapposizione tra Giuda che vende Gesù per trenta denari e la donna di Betania che poco prima aveva sprecato un patrimonio per onorarlo, le parole durissime di Gesù su di lui e l'ultima parola al momento dell'arresto, "Amico, per questo sei qui", il racconto della sua morte: tutto questi particolari del racconto Matteo fanno di Giuda una figura davvero tragica.

  • Pietro. Il suo interrogatorio è volutamente accostato a quello di Gesù. Ma mentre il Maestro rivela la sua identità, il discepolo lo rinnega. (26,57-75).

  • I discepoli. Il loro ritratto è sconsolante: dormono (26,40), difendono Gesù in modo sbagliato (26,52), alla fine fuggono tutti (26,56).

  • Le autorità. Il Sinedrio è presentato in maniera ostile, lo stesso Sommo sacerdote incoraggia i falsi testimoni, i giudici sputano addosso al condannato (26,59-68), i soldati lo scherniscono, Pilato se ne lava le mani.



L'invocazione del perdono.

Per Giuda il peccato sembra essere l'ultima parola. Lasciato solo dalle autorità che gli rispondono "Che c'importa? Veditela tu", lasciato solo col prezzo del tradimento, non trova via d'uscita e va ad impiccarsi.

Per Pietro è un po' diverso: nell'ora del suo tradimento, Pietro non rimane solo: si ricorda le parole del Maestro che lo mettono a nudo, ma lo aprono al pentimento: "Uscito fuori, pianse amaramente" (26,75). C'è una speranza, c'è un perdono: quel sangue innocente che viene ricordato più volte nella passione è davvero in grado di rimettere i peccati; il sangue del nuovo Abele è più forte di ogni violenza, di ogni tradimento, di ogni infedeltà.

  • Perché la Croce di Gesù salva? In fondo di croci ce n'erano state tante... Cos'è che rende unico quel sacrificio?




Nella Pasqua di Gesù inizia un mondo nuovo

Il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. (27,51-53) Questi segni apocalittici, ripresi dal terremoto del mattino di Pasqua (28,2), sono per Matteo la risposta di Dio alla morte di Gesù e indicano che con la Pasqua è davvero iniziato un mondo nuovo.

La Pasqua di morte e di resurrezione è davvero un "terremoto", uno spartiacque, un evento che cambia tutto. Cambia l'immagine di Dio che ora è il Padre di Gesù Crocifisso e Risorto; cambia il modo con cui Gesù è presente nel mondo e accompagna i suoi fino alla fine; cambiano i destinatari della salvezza: ora non ci sono più veli del tempio, non ci sono più barriere che impediscono di entrare. Ora, da quando lui ha preso l'ultimo posto, anche l'ultimo disgraziato può arrivare a Dio; la salvezza non è più di un solo popolo ma è per tutti gli uomini, rappresentati da quel centurione che sotto la croce arriva a credere. Cambiano i criteri di giudizio (tutti quelli espressi sotto la Croce sono superati), comincia già un mondo nuovo, un nuovo modo di vivere che i discepoli dovranno testimoniare a tutti.


  • Cosa cambia per me che Cristo è morto e risorto? Quali segni "pasquali" di rinnovamento e di risurrezione vedo in me e attorno a me? Gesù mi ha mai scosso, la sua parola è stata mai per me un terremoto?





 Commenti (0)Add Comment

 Scrivi un commento
quote
bold
italicize
underline
strike
url
image
quote
quote

security code
Trascrivi nello spazio sottostante i caratteri che appaiono nella riga qui sopra e procedi all’invio del commento, ma tieni presente che questo vuole essere uno spazio di confronto positivo, quindi eventuali messaggi con spirito polemico o contenenti offese, insulti o termini non consoni allo spirito del sito saranno rimossi.


busy
 
< Avanti   Indietro >
   
34_s.jpg
Gruppi parrocchiali
Azione Cattolica
Caritas
ANSPI
Gruppo Catechisti
Gruppo Cultura
Famiglie
Gruppo Liturgico
Scout
 
Calendario Pastorale
Fine Benedizioni 2024

Area riservata
Login


Logo chiesa
Abbiamo 1 visitatore online
 
Sito realizzato con Joomla! - Copyright 2007-2024 Parrocchia San Savino Faenza