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Omelia di Pasqua - 2014 PDF Stampa
20-04-2014
Maria di Magdala si reca al sepolcro il primo giorno della settimana, di mattino, quando era ancora buio. È l'inizio di una nuova creazione, o meglio ancora, questa giunge a compimento nella risurrezione del Signore, che è salvezza della creazione stessa. "è compiuto!" dice Gesù sulla croce al momento della morte: è compiuto non vuol dire che tutto è finito, ma che (prendendo le parole di Mons. Lambiasi) «tutto è giunto al vertice, l'amore è arrivato alla sua perfezione, il Crocifisso ha toccato la cima più alta della santa montagna dell'amore: si è donato al Padre, senza riserve e senza rimpianti, ha perdonato i suoi nemici, ha spalancato le porte del paradiso al ladrone pentito: insomma Gesù in croce ha cambiato il più grande dolore, nel più grande amore».
Per Maria di Magdala è ancora buio, vede la pietra rotolata, ma è ancora incapace di cogliere la verità, e allora corre dai discepoli: "Hanno portato via il Signore...!"
E' straordinaria questa scena. Simon Pietro e Giovanni escono e corrono: escono per andare incontro al mistero, il mistero dell'incontro di Dio con l'uomo, escono per voltare le spalle alla situazione di incredulità nella quale si trovano. E corrono, nello slancio di un amore ancora acceso, di un'attesa che cerca risposte.
Notiamo che Giovanni, il "discepolo amato" corre più forte: era lui che sotto la croce ha contemplato l'amore di Dio che si dona fino alla morte. Arriva per primo, ma aspetta l'ingresso di Pietro, dando a lui la precedenza. Vedono i teli e il sudario piegato a parte... non si tratta certo di un trafugamento di cadavere!
Cogliamo la differenza con il racconto della risurrezione di Lazzaro che esce dal sepolcro ancora avvolto dei segni funerari: nel testo di oggi l'Evangelista vuole farci cogliere che Gesù non è tornato a una vita mortale, ma è entrato in una vita nuova alla quale tutti siamo chiamati, come esorta San Paolo nella seconda lettura.
Nel sepolcro Pietro osservò, guardò attentamente, intuisce che è successo qualcosa di straordinario. Giovanni invece "vide e credette": è il vedere che chiede Gesù per chi si mette alla sua sequela, il vedere di chi è disposto all'incontro con Lui, è un vedere con fede. Anche se poi nell'ultimo versetto capiamo che è una fede ancora allo stadio iniziale: "non avevano ancora compreso la scrittura...". Sarà poi l'incontro con il Risorto, che cambierà completamente la loro vita e che farà parlare Pietro come abbiamo ascoltato nella prima lettura: "Noi siamo testimoni..."
Guardando questo cero Pasquale lasciamo che la luce di Cristo si irradi nel nostro cuore, abitato da sete di novità, di soluzioni ai problemi che a volte ci schiacciano. Questa Pasqua ci richiama a un fatto: nel Battesimo siamo morti al peccato per risorgere con Cristo, il nostro "uomo vecchio" è stato inchiodato alla croce insieme a Gesù e ora siamo nuove creature! Cerchiamo le cose di lassù! Gesù Cristo ha fatto tutto questo perchè ci vuole nella gioia, una gioia piena! Ci esorta a vivere nel mondo senza farci schiacciare dal mondo. Pietro e Giovanni corrono, corrono verso il mistero. Quante volte anche noi corriamo durante la giornata, ma corriamo e arriviamo a sera esausti, magari svuotati, presi dal lamento e dal pessimismo, con il volto triste.
Ma noi non siamo così! In Cristo siamo dei risorti! Siamo chiamati a guardare tutto con occhi nuovi in una gara di carità fraterna. Siamo chiamati alla santità da adesso, una santità di popolo. Seguiamo l'esempio di Gesù che il Giovedì Santo ci ha insegnato: "lavatevi i piedi gli uni gli altri". Gareggiamo nello stimarci a vicenda, guardiamo gli avvenimenti cogliendo in ogni situazione la presenza del Risorto.
Allora corriamo sì, ma come diceva san Paolo, verso la meta, verso l'incontro con Gesù: ogni nostra "corsa quotidiana" può diventare allora carica di attesa e di significato, in una pienezza di amore.

Certo le cadute non mancheranno, i problemi nella vita ci sono, le difficoltà in famiglia, la mancanza di lavoro e la fatica di arrivare a fine mese, un lutto.... ognuno di noi ha il suo vissuto e il suo presente, ma con la Risurrezione Il Signore Gesù Cristo ci ha spalancato le porte del cielo, perché "chiunque crede in Lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del Suo Nome".

Oggi Gesù dice a ciascuno di noi, che ci sta accanto per donarci una vita piena, per accompagnarci, per sostenerci! Durante la Messa incontriamo Il Signore nell'assemblea, nella Parola, nel sacerdote che presiede; tra poco lo incontreremo nella Eucaristia! Chiediamogli in questa Santa Pasqua di aiutarci a tenere sempre lo sguardo fisso su di Lui e poter dire in ogni momento della nostra vita: "Mio Signore e mio Dio!"

Danilo Ambrosini, diacono

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