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Ricordando don Romano |
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12-09-2014 |
Abbiamo
raccolto queste testimonianze di alcune fra le tante persone a cui
don Romano ha donato il suo amore, la sua guida, la sua amicizia di
sacerdote e di parroco. L'abbiamo fatto per onorare la sua memoria
ancora così viva fra noi e preziosa per la nostra vita.
*****
Colgo l'occasione del ricordo di don Romano da parte della bella
parrocchia del Paradiso, per esprimere anch'io alcuni sentimenti e
pensieri.
Credo che questo ricordo sia vissuto gioiosamente da parte di tutti, perchè così avrebbe voluto lui.
E'
un ricordo che vivo con tanta gratitudine. Innanzitutto perchè la
parrocchia di san Savino, se può svolgere tanti servizi, è per la buona
impostazione impressa da don Romano.
Di lui guardavo, anche con
ammirazione, innanzitutto l'amore per il sacerdozio, che si manifestava
nell'amicizia con tanti preti e coi cappellani avuti, nel partecipare
all' Unione Apostolica Clero e nella cura e preghiera per le vocazioni
presbiterali.
Egli aveva una grossa sensibilità liturgica, alla quale va unita anche la passione e competenza per l'arte religiosa.
Infine
mi era di esempio per la semplicità, l'umiltà e la letizia, che credo
aveva maturato dall' appartenenza al terz'ordine francescano.
Don
Romano era un bel prete e credo possa essere ancora un bell' esempio,
capace di affascianare giovani, per cogliere la chiamata al
presbiterato.
Giovani prendete l'eredità di don Romano!
don Massimo Goni
*****
Ricordare
don Romano ad un anno dal momento in cui il Signore lo ha chiamato a
Sé, è per me una grande gioia, perché l'esempio che lui è stato
è di sostegno e di compagnia anche oggi.
Ho
avuto la grazia di vivere con don Romano i mie primi anni di
sacerdozio, e sono stati anni veramente molto belli, sia per la
vivacità della comunità parrocchiale che lui guidava con
discrezione e grande carità e valorizzazione di tutti, sia per la
testimonianza di vita cristiana e sacerdotale che ho costantemente
ricevuto da lui, nei dialoghi a cui non si sottraeva mai e nella
condivisione della vita quotidiana, dai pasti consumati insieme alla
considerazione sulle cose ed iniziative che venivano ritenute
prioritarie e su ciò che accadeva nel mondo.
Mi
ha sempre impressionato in lui la freschezza e immediatezza della
fede con cui "stava dentro" a tutte le circostanze della vita:
era sempre un giudizio di fede quello che lui era capace di dare
affrontando le varie questioni che man mano la vita poneva, e questo
giudizio non era come una etichetta che si incolla su un qualsiasi
avvenimento, ma nasceva dal suo rapporto personale con Cristo, dalla
sua personale preghiera, dalla celebrazione così curata della Santa
Messa e dalla carità con cui ascoltava tutti. Per me, all'inizio
del ministero sacerdotale, aver pregato insieme a lui le lodi
mattutine, essere stato coinvolto in un rapporto proprio quotidiano e
continuo, avere avuto il dono della sua paternità sacerdotale è
stato veramente fondamentale, paternità che è continuata anche
negli anni in cui ho svolto il mio servizio sacerdotale in altri
luoghi e che si rinnovava tutte le volte che lo andavo a trovare in
Duomo nei miei rientri a Faenza.
Io
sono certo che proprio da questo sguardo di fede su tutto e su tutti
veniva la gioia e la serenità continua di don Romano, capace di
stemperare situazioni anche ingarbugliate in cui ci si poteva a volte
trovare e di rimettere in cammino, certi della presenza del Signore
dentro a tutte le vicende. Non l'ho mai sentito lamentarsi della
fatica o del fatto che certe situazioni o persone non rispondessero
alle aspettative: al massimo, al termine di ore e ore di benedizioni
delle case, diceva con velato umorismo: "sono così stanco che mi
butterei sotto (!) il letto!", contento del compito a lui affidato
dal Signore e pronto a continuarlo il giorno seguente.
Un'umanità
grande, bella, proprio "umana" perché interamente cristiana, che
non ha paura di nulla e capace anche di cercare nuove strade per
arrivare alla gente, ai bambini del Centro estivo come agli anziani e
agli ammalati, alle famiglie e ai giovani. E tutto questo con una
grande e buona "ironia" su di sé, che è propria di chi sa in
Chi è la propria speranza, e vive nella certezza che il mondo e gli
uomini sono salvati non dal proprio "fare", ma dal Signore, che
dona quello che don Romano augurava quando ci si incontrava: "pace
e bene".
don
Pietro Scalini
*****
Un
amico con il sorriso
Ho
conosciuto don Romano fin dai primi giorni dall'ingresso nella
parrocchia di San Savino. Eravamo praticamente coetanei, lui un anno
più di me. Un giorno mi vide attorniato da un gruppo di ragazzi ed
esclamò a voce ben alta: "Lei cosa ci fa in mezzo ai giovani?"
E io gli risposi scherzando "Guardi che lei ha un anno più di
me!!!" E naturalmente ci siamo messi a ridere.
Per
me don Romano era un amico col sorriso sempre pronto. Lo vedevo
disponibile ad ascoltare tutti con serenità, e anche a me dedicava
sempre la sua attenzione, rassicurandomi ogni volta che mi rivolgevo
a lui per piccoli dubbi o incoraggiamenti. Quando mi rivolgevo a lui,
prima di tutto mi sorrideva, mi stava a sentire, rifletteva un po' e
poi mi diceva le parole giuste. Era molto semplice nel suo approccio
con le persone, ma io lo consideravo "un'enciclopedia vivente",
perché quando si parlava di santi o chiese sapeva tantissime cose,
anche di storia dell'arte, era una sorpresa e un piacere ascoltarlo.
Inizialmente mi aveva affidato il gruppo Caritas; poi mi propose di
diventare Ministro dell'Eucarestia. E ricordo ancora che mi tremavano
davvero visibilmente le gambe sotto la veste la prima volta che ho
portato Gesù alle persone, tanta era l'emozione!
Di
don Romano mi restano tanti ricordi legati ai nostri viaggi. Spesso
le suore dell'Ara Crucis mi affidavano i prodotti del loro orto e mi
chiedevano il servizio di portarli alle consorelle di altri conventi,
ad esempio a Perugia nel monastero di Santa Colomba, o a Fontanellato
di Parma. Una volta eravamo diretti a Lagrimone, sull'appennino
parmense verso la Toscana, e parlavamo, parlavamo: di ogni luogo o
chiesa il don mi spiegava, mi raccontava ... a un certo punto ci
siamo persino persi. Arrivati al portone del convento la suora che ha
aperto ha esclamato inflessibile: "Sauro può entrare, don
Romano no!" La loro regola infatti permette l'ingresso a un
"tecnico", in questo caso io, ma ad altri no, nemmeno se
preti. Così, allora e ancora adesso penso che quelle suore, per
rispettare - giustamente - la loro regola, non sanno cosa si sono
perse!
La
possibilità
di
conoscere
un
uomo
straordinario.
Sauro
Zaccarini
*****
Sono
profondamente grata a don Romano per la fiducia che ha riposto in me,
quando, consegnandomi le chiavi della canonica e della chiesa, mi ha
chiesto di aiutarlo nella segreteria e nell'archivio storico della
parrocchia. Ho accettato volentieri di essere utile ad un parroco, ma
anche con riverente timore di diventare in un certo senso, la
"custode" della Beata Vergine del Paradiso.
Don
Romano era dotato di innumerevoli pregi come quello, ad esempio, di
aver saputo organizzare la sua vita in modo da poter svolgere tutte
le sue tantissime attività e nel miglior modo, senza tralasciare di
correre a visitare gli ammalati ovunque si trovassero, a casa loro, o
in ambienti protetti, intrattenersi a lungo con loro e naturalmente
portando loro il conforto della Confessione e dell'Eucarestia.
Ricordo la sua sensibilità e la cura amorevole per la sua chiesa
"del Paradiso": dai pizzi per l'altare alle opere d'arte.
Grande
era don Romano nello svolgere grandi cose con semplicità e in
silenzio.
Raffaella
Morsiani
*****
Paolo
VI
ha
affermato:
"Il
mondo
non
ha
bisogno
di
maestri,
ma
di
testimoni
e
se
ascolta
dei
maestri
è
solo
perchè
essi
sono
dei
testimoni".
Condividiamo
questa
affermazione
mentre
ricordiamo
don
Romano,
nostro
parroco
per
oltre
25
anni,
testimone
e
quindi
maestro
di
bontà,
di
umiltà,
di
sapienza
del
cuore,
di
tolleranza,
di
fede
sincera
e
di
"humanitas"
nel
senso
più
ampio
del
termine.
Parleremo
di
lui
alle
giovani
generazioni
e
racconteremo
con
quanta
semplicità
e
"perfecta
laetitia"
francescanamente
abbia
tradotto
in
opere
concrete
la
Fede,
la
Speranza
e
la
Carità.
Paolo
e
Rosalba
Baldassari
*****
Pensando
al caro don Romano, ad un anno dalla scomparsa, non posso che
ricordare la profonda amicizia che ci legava.
Ma
accanto a tale sentimento, mi piace ricordare anche quei momenti che
abbiamo condiviso per amore dell'arte sacra faentina. Momenti di
sola riflessione o di approfondita ricerca; momenti dedicati alla
stesura di articoli da pubblicare; momenti in cui don Romano - con
estrema semplicità e grande cuore - mi trasmetteva le sue
conoscenze artistiche e la sua memoria storica, arricchendomi
enormemente.
Con
grande disponibilità, don Romano ha anche presentato al pubblico
alcuni miei studi (presso la locale Pinacoteca, la Riunione Cattolica
"Torricelli" finanche a Tredozio).
Un
rammarico: non siamo riusciti a portare a termine un progetto da lui
molto amato. Pensava che nella società attuale le Virtù fossero
ormai "cadute nel dimenticatoio"; le voleva "riportare in
superficie" con articoli brevi ma puntuali, che ne divulgassero i
contenuti, e con il supporto di immagini tratte dalle raffigurazioni
delle Virtù nell'arte sacra faentina.
Caro
don Romano, mi manca il suo semplice sapere.
Patrizia
Capitanio
*****
Don
Romano! Oggi ci viene spontaneo riandare con la memoria ai tanti
anniversari di ordinazione celebrati insieme l'11 luglio, festa di
San Benedetto. Scorrendo le preghiere dei fedeli scritte in quelle
circostanze, troviamo frasi che ora s'illuminano di luce nuova:
-
Signore,
don Romano possa aderire a Te con i pensieri, la volontà, i
sentimenti, lo stile di tutta la sua esistenza.
-
San
Benedetto gli insegni a non anteporre nulla al tuo amore.
-
Ti
ringraziamo delle grandi cose hai operato attraverso di lui. Alla
tua fedeltà, Signore, sia saldamente ancorata la sua.
-
Feconda
il suo sacerdozio perché testimoni, con lo slancio di sempre, la
bellezza e la bontà della tua Parola.
-
Benedici
il ministero che don Romano svolge con tanto entusiasmo e le
chiamate che lo attendono.
Un
archivio semplice ma eloquente. Dio ha esaudito ampiamente le nostre
preghiere.
Le
sorelle dell'Ara Crucis
*****
Il mio primo incontro
con don Romano avvenne presso la chiesa di san Savino, quindici giorni prima
del suo insediamento quale nuovo parroco dell'omonima parrocchia, in
successione allo scomparso mons. Giovanni Venturi.
L'incontro, avvenne
in sede di celebrazione del sacramento della Riconciliazione: immediata fu
l'impressione d'aver avuto la buona sorte di confrontarmi con un ottimo
sacerdote, ad un tempo, giudice e medico di anime.
Domenica, 30 gennaio
1977, partecipai alla S. Messa, nel corso della quale si svolse la cerimonia
d'insediamento. Al tempo ero ventiduenne studente universitario: ebbi occasione
d'assistere al rito, dalla privilegiata posizione immediatamente alla destra
dell'altare. La celebrazione fu sobria.
Tre anni dopo, in
ragione degli studi compiuti e dell'attività lavorativa intrapresa, fui
chiamato da don Romano alla carica di componente della Commissione economica
parrocchiale.
Don Romano Ricci fu
preveggente riguardo l'utilità di istituire presso la parrocchia un collegio di
laici che curasse gli aspetti amministrativi. Infatti, trascorsi cinque anni,
il nuovo codice di diritto canonico impose la costituzione presso ciascun Ente
ecclesiastico, di un consiglio per gli affari economici.
Iniziò così la
collaborazione per le vicende parrocchiali. Questa si protrasse
ininterrottamente per ventitré anni, cioè fino al 1° giugno 2003, termine
dell'incarico di don Romano quale parroco della parrocchia san Savino.
Effettivamente, pure successivamente per il riordino di atti dell'archivio
parrocchiale, la collaborazione continuò. Nel frattempo egli fu nominato
canonico del capitolo della cattedrale, parroco di sant'Andrea in Panigale,
direttore del Museo diocesano d'Arte Sacra.
Certamente,
nell'affidare quest'ultimo incarico, l'Autorità diocesana operò la miglior
scelta possibile.
Don Romano era
persona di vasta cultura (lo comprova - tra altro - il rilevante fondo
bibliografico, legato per testamento al Museo diocesano stesso), nonché
d'approfondita conoscenza delle opere d'arte sacra presenti in tutta la nostra
vasta Diocesi. Egli utilizzava, tramite
le doti didattiche di cui era naturalmente provvisto, le conoscenze nel
campo dell'arte, per educare all'ammirazione della bellezza del creato e dunque
rivolgere l'attenzione al Creatore.
Mi sovviene l'efficacia
di catechesi tramite l'illustrazione dell'artistico calice da messa - splendida
opera in ceramica smaltata di G. Gaeta, con rappresentazione dell'Ultima Cena,
infine legato al Capitolo Cattedrale- regalo degli amici della natia parrocchia
di Albereto, in occasione della sua ordinazione presbiteriale - 11 luglio 1959,
memoria di San Benedetto - o, ancora, la spiegazione della simbologia presente
nella pianeta - forse quella a lui più cara - multicolore rilucente, con ricami
in oro, che indossare in occasione della solennità della Santa Epifania.
La proprietà nelle
celebrazioni officiate da don Romano, era apprezzata e lodata, da tutta la
gerarchia ecclesiastica diocesana.
L'imponenza
dell'opera di sostengo spirituale svolta da don Romano, nel quasi trentennio di
guida pastorale della parrocchia di San Savino, non può essere rappresentata in
un umano bilancio: Dio sa il tanto bene, spirituale e materiale, che egli ha
compiuto. E' possibile ricordare alcune delle numerose opere materiali
realizzate - sovente con finanziamento proprio - da don Romano, nell'interesse dei parrocchiani.
Presso la chiesa di
san Savino, le artistiche vetrate istoriale nel presbiterio, il rifacimento del
tetto della chiesa, l'installazione di nuovi impianti tecnologici e l'adeguamento
di quelli preesistenti, la sistemazione del cortile della canonica e la
ristrutturazione della casa canonica, la realizzazione della sala parrocchiale
riunioni.
Allo scopo di
adeguare il presbiterio, alla mutata liturgia, don Romano commissionò all'arch.
F. Monti, il progetto di un nuovo altare. Il trasferimento della sede
parrocchiale, avvenuto nel marzo 1984, presso la chiesa di S. Maria del
Paradiso, non permise - tra altro - la realizzazione di detto progetto,
peraltro, ora, con schizzi e disegni, opera d'arte in sé, conservato presso
l'archivio parrocchiale.
Quanto attuato da don
Romano, in occasione dell'impegnativo trasferimento della sede parrocchiale
presso la chiesa del Paradiso, ottenne lode sia dall'Autorità diocesana, sia
dai responsabili della Provincia dei Frati Minori dell'Emilia.
Ragioni di spazio
impongono un sommario e parziale elenco delle opere realizzate per volere di
don Romano, presso la chiesa del Paradiso. Il Grande Crocifisso, la predella
istoriata di sant'Antonio, il seggio presidenziale, la sede del ciborio ed il
tabernacolo stesso, l'acquasantiera vitreo-ceramica, il riordino di parti
dell'antico altar maggiore e l'appropriata sede della venerata immagine di S.
Maria del Paradiso, la pavimentazione dell'intera aula e l'impianto di
riscaldamento a pavimento. Realizzazioni tutte, attuate su progetti
d'architetti e per opera d'artisti faentini di chiara fama, nonché con opera di
provetti artigiani e primarie imprese locali.
E' doveroso ricordare
che don Romano provvide ad organizzare in forma ineccepibile e ripetutamente
lodata dall'Autorità, sia la consacrazione della chiesa di S. Maria del
Paradiso, sia due celebrazioni cittadine della solennità del Corpus Domini.
Nell'anno 2000, nel
tempo del Grande Giubileo, il sommo pontefice San Giovanni Paolo II°, insignì
don Romano, del titolo di Monsignore.
La bella Anima di don
Romano è salita al Padre il 19 settembre dello scorso anno. L'omelia esequiale
di S.E. mons. Claudio Stagni, vescovo diocesano, e la numerosissima e commossa
partecipazione di fedeli provenienti da tutte le parrocchie (Russi, Sarna, S.
Savino-Paradiso, S. Andrea in Panigale), presso le quali egli ha prestato il
ministero, attestano efficacemente la generale stima riconosciutagli e la bontà
del suo sacerdozio.
Concludo con la frase
finale del testamento spirituale di don Romano: "Vi saluto tutti! Arrivederci
in Paradiso!". Ritrovo, in questo saluto, tutta la gioia di don Romano e
rammento le occasioni nelle quali egli, parroco di S.
Savino presso la chiesa di S. Maria del Paradiso, scherzosamente sintetizzava:
"Sono in sede importantissima, infatti, sono il parroco del Paradiso!".
Araldo Pienti
*****
Testimonianze
dei parrocchiani di S.Andrea
Per
me Don Romano è stato come un nonno saggio che mi ha guidato durante
il matrimonio, confermandomi sul cammino giusto. Mi ha dato una
grande carica e soddisfazione di appartenere a questa grande
famiglia...anche se la nostra parrocchia è una piccolissima realtà.
Ma partendo dalle piccole cose ci ha insegnato che si possono
migliorare anche le grandi! A me piaceva molto come parroco e sento
tuttora un grande rispetto nei suoi confronti. Lo saluto e lo
ringrazio profondamente!
Ricordo
l'ultima frase che mi ha detto lo scorso 25 agosto 2013 quando ci
preparavamo per la festa della Immacolata venerata a S.Andrea e gli
feci notare che il cielo era tutto nuvoloso e solo in corrispondenza
della strada dove saremmo passati noi a piedi, c'era un'apertura
fra le nuvole e si intravvedevano le stelle. Mi rispose che la
Madonna si era fatta spazio fra le nuvole per guardarci e ascoltare
le nostre preghiere durante la processione. Continuiamo il cammino
percorrendo la strada che lui ci ha insegnato.
Sara
*****
Se
penso a Don Romano, la prima cosa che mi viene in mente sono il suo
viso rilassato e il suo sorriso. Lui ne aveva sempre uno per tutti, e
negli anni passati con noi a S.Andrea, non l'ho mai visto alterato,
arrabbiato o di malumore. Era sempre sereno... ecco,sereno è proprio
la parole giusta. Ogni volta che c'era un po' di tempo, non mancavano
le chiacchiere: era un pozzo di storia, arte, cultura, e coi suoi
racconti incuriosiva noi giovani, ci incantava, a volte magari anche
ci intontiva un po', proprio come fanno i nonni quando ci raccontano
della loro gioventù, ma io ammiravo le sue grandissime conoscenze
sulla storia locale e sulle vite dei santi, come quella volta che
l'ho aiutato a trascrivere a computer la vita di San Pier Damiani per
quel bel libretto che poi ne è venuto fuori, e i suoi tanti
interessi. Ricordo ancora le gite insieme a lui, i pomeriggi di
catechismo con lui ai quali, nonostante le difficoltà e gli
acciacchi dell'età, non mancava mai, seppur "solo" per un
paio di bambini. Ancora penso alla sua passione per il canto, e alla
dedizione con cui ci spingeva a portare avanti le nostre iniziative
parrocchiali, anche quando a noi sembravano piccole o persino
inutili, perché poco partecipate. Quindi "GRAZIE DON",
grazie per il tuo impegno e per il tuo esempio di ottimismo, voglia
di fare e dedizione e affidamento costante al Signore che ci hai
sempre dimostrato, fino alla fine.
Chiara
*****
Pensando
a Don Romano posso dire che per me è stato un parroco pieno di
conoscenze, sempre disposto a raccontare il suo sapere a chiunque ne
volesse al corrente... Un parroco che mi ha aiutato a capire come
vivere la vita riconoscendo il Signore nei gesti che facciamo. Un
parroco che mi ha aiutato a capire come la fede, la preghiera e il
canto, si possono unire per lodare e ringraziare il Signore. È stata
la mia guida spirituale, su cui potevo sempre contare, da quando ero
bambino fino ai miei 16 anni.
Luca
*****
Se
a prima vista poteva sembrare una persona riservata e sulle sue,
bastavano pochi minuti per accorgersi del contrario, Don Romano era
(è) un uomo estremamente coerente e attento agli altri. La sua vita
spesa al servizio della Chiesa e degli uomini è un esempio per
tutti: instancabile nelle confessioni, sempre a disposizione per i
servizi in duomo e in parrocchia, guida amorevole per tutti, senza
trascurare la cosa che amava di più, la storia della Chiesa,
argomento questo con il quale esprimeva in maniera dotta ed esaustiva
il suo grande amore per Dio e la Chiesa. Don Romano ha lasciato di
sicuro un grande vuoto nel nostro cuore ma ci ha lasciato con il suo
esempio una strada da percorrere una via verso il paradiso dove ci
sta aspettando.
Gabriele
e Marisa
*****
Non
ho un ricordo particolare di Don Romano, se non la sua calma, la sua
tranquillità, la sua pacatezza nel guardare alle cose, alle persone,
persino ai paesaggi naturali. Ricordo la gita a Gamogna di qualche
anno fa, dove ci invitava ad osservare la meraviglia dei colori dei
fiori, dei semplici fiori di campo che in primavera ricoprivano quei
prati. Ricordo ancora come ci invitava, ci spronava ad andare avanti,
anche fra mille difficoltà, paure, ci invitava a stare uniti, come
comunità, come parrocchia, come famiglie. Ricordo anche la sua
risata, contagiosa e gli occhi che gli brillavano quando era
contento. Ci ha aiutato ad andare avanti con il nostro modesto coro,
a dire "non preoccupatevi se vengono in pochi ad ascoltarvi, gli
invitati principali, le "autorità" ci sono sempre e
comunque. Voi cantate lo stesso".
E
poi, ricordo l'ultima sera che l'ho visto. Era molto stanco,
affaticato e mi ha detto: "domani entro in ospedale a fare la
solita revisione al mio cuore". Ciao Don Romano e grazie di
tutto.
Ornella
*****
Don
Romano sui miei passi....
Mi
sei stato vicino per la Cresima quando ancora eravamo nella chiesa di
S. Savino, mi hai unito in matrimonio a Davide, sei stato presente
al Battesimo dei nostri figli, ci sei stato vicino nei momenti
difficili e hai gioito con noi per le occasioni di festa, ti ho avuto
come parroco al Paradiso e poi inaspettatamente sei arrivato a
S.Andrea.
Sei
stato per noi una presenza importante. Ci hai dimostrato di essere un
vero pastore fedele al tuo ministero sempre presente alle varie
iniziative della parrocchia e del circolo, con la nebbia e con la
neve, anche quando la tua salute diventava precaria. Sei stato un
esempio nell'Unità pastorale sempre attento ai tuoi amici
sacerdoti con i quali cercavi sempre di collaborare.
A
volte quando ci incontravamo per parlare, mi guardavi, ti fermavi e
dicevi... sento il cuore che fa i capricci, aspetta un attimo... ma
dopo pochi secondi non ci pensavi più e... avanti tutta per
preparare una funzione un incontro ecc..
Non
posso che pregare per te e ringraziarti per essermi accanto.
Rossella
*****
Voci dal coro
Se nella piccola comunità di S. Andrea
c'è attivo un "coretto" per il servizio alla S.Messa della
domenica lo si deve anche a Don Romano che dopo poco tempo aver
ricevuto l'incarico di pastore in questa parrocchia ci chiese un
maggior impegno per rendere più consistente una attività già
avviata.
Così si cominciò a fare prove
settimanali per imparare nuovi canti e questo fervore richiamò voci
giovanili tanto che il gruppo riusciva anche a fare qualche uscita in
altre chiese e un concerto a Natale inseme al coro dei piccoli
cantori di Pieve Cesato. Visti i risultati Don Romano propose la
veglia di preghiera e canti per la festa della Madonna di fine agosto
che poi negli anni è andata sempre più in decadenza per il calo dei
coristi e dei fedeli.
Un anno fa quando già la malattia
fermava la sua "missione" , sfiduciati gli dicemmo di non voler
fare niente ma lui con fermezza ci rincuorò dicendo di non mollare
anche se pochi.
Disse: " La
Madonna c'è e ci ascolta, quindi si proceda!" Era l'ultima
volta che era in mezzo a noi e quella sua esortazione fu una spinta a
non dimenticare perché anche se pochi Gesù ci ha detto ..dove due o
tre sono riuniti nel mio nome io sarò con loro... e questo ci basta.
Rosa e i cantori di S. Andrea
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Aprile 2024 |
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l'ultima volta che l'ho visto io dovevo partire per la Francia e doveva incominciare l'anno catechistico. Gli ho chiesto se avremmo potuto continuare e lui mi ha risposto che avremmo potuto, ma che lui non sapeva quando sarebbe tornato. Mi ricordo ancora, quella sera l'ho rincorsi perchè volevo parlargli, fu un saluto molto veloce... l'ultimo saluto. Lo richiamai una sera mentre ero in Francia, ma lui non mi rispose, gli scrissi un messaggio, sperando che qualcuno glielo leggesse, volevo fargli l'ultimo saluto perchè lui era davvero molto malato... l'avevo saputo. Lui mi richiamò, ma io ero al lavoro, speravo di poterlo risentire la mattina dopo, ma ormai era troppo tardi, quella notte Don Romano se ne andò e mi lasciò cosi, senza parole.
Lo ricorderò sempre e farò si che molti lo ricordano, cosi con la sua voglia di fare, di andare...
Ciao Don Romano, proteggici da lassù e ricordati di noi.