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Beatificazione di Paolo VI - 18 ottobre |
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14-10-2014 |
Forse il Signore mi ha
chiamato a questo servizio non già perché io vi abbia qualche
attitudine, o perché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti
difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa, e sia
chiaro che Egli, non altri, la guida e la salva». Vi confidiamo
questo nostro sentimento non certo per fare atto pubblico, e perciò
vanitoso, di umiltà, ma perché anche a voi sia dato godere della
tranquillità che ne proviamo noi stessi, pensando che non la nostra
mano debole e inesperta è al timone della barca di Pietro, sì bene
quella invisibile, ma forte ed amorosa, del Signore Gesù. E vorremmo
così che anche in voi, come in tutta la Chiesa, turbata talvolta per
le debolezze che la affliggono, avesse a prevalere il senso
evangelico di fede-fiducia, richiesto da Cristo ai suoi seguaci, e
non avesse mai la paura o lo scoraggiamento ad intristire l'ardimento
ed il gaudio dell'operare cristiano.
Dobbiamo
ringraziare il Signore di essere stati interiormente invasi da un
sentimento di immensa simpatia per coloro al cui servizio noi eravamo
deputati; avvertimmo nell'intimo del cuore la nostra nuova
definizione: servo dei servi di Dio ...; ma ancor più su di lui ci
sembrò vibrante e profonda la voce stessa di Cristo: ecco il
privilegio vero del Papa: mi ami tu, Simone Pietro, figlio di
Giovanni, più degli altri? Sii pastore! Autorità e carità
diventavano, come in visione interiore, una cosa sola; una cosa così
grande da dilatarsi fino ai confini del mondo, e da estendersi a
tutti i bisogni dell'umanità; comprendemmo in un lampo la missione
sociale della Santa Sede. Una cosa così vera, dall'intuirne la
finale, segreta sostanza: l'unità della Chiesa, e anche del mondo,
in un certo senso; come pure, nell'ora suprema della sua vita nel
tempo, Gesù aveva auspicato, parlando al Padre: «siano tutti uno,
come Noi lo siamo»
Noi
comprendemmo allora il paradosso, che ancora fa ostacolo alla
consumazione dell'ecumenismo: il primato di Pietro. Esso non è lo
spettro repellente dall'unità, ma il faro che all'unità deve
guidare per fare della cristianità divisa un solo Popolo di Dio.
Allora,
ed ancora lo pensiamo, nostro sogno; o meglio, nostra speranza.
Tante, tante altre cose, come potete immaginare, affluirono allora
come torrenti nel nostro cuore, per fargli sentire la necessità di
tenersi sospeso alla virtù di Dio più che appoggiato sulla sabbia
terrena; ed il bisogno, Fratelli e Figli carissimi, dell'aiuto
della vostra comunione e della vostra preghiera.
Paolo VI,
nell'anniversario dell'elezione
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