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Vangelo di domenica 9 novembre |
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09-11-2014 |
Dal vangelo secondo Giovanni (2,13-16)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
Lo zelo per la tua casa
Gesù ama il tempio, è appassionato per il tempio. Come buon ebreo vi sale per la Pasqua, come profeta ne denuncia il disordine, come Figlio lo considera “casa di suo Padre”. Per il tempio si scalda, per il tempio si indigna, compie gesti che non ci aspetteremmo da lui…
• Siamo degli “appassionati” o dei “funzionari” del tempio? Degli “innamorati” di Dio o degli “impiegati” che ogni tanto fanno qualcosa per lui?
• Dove si vede la nostra passione per la “casa di Dio”? Per la costruzione del tempio che è la Chiesa? Per la salvaguardia del tempio del creato? Per la cura del tempio dello Spirito che è il nostro corpo? Per l’amore a quel tempio che è il corpo sofferente di tanti nostri fratelli malati, affamati, oppressi?
Qualche nota
1. Il nostro brano rimanda a tre distinti racconti dei vangeli sinottici
a. La purificazione del tempio. In Gv è all’inizio, mentre Mt, Mc e Lc, racchiudendo tutto il ministero di Gesù in un solo anno e raccontandoci una sola salita a Gerusalemme e una sola Pasqua, devono situarla alla fine (Mc 11,15-19 e paralleli): per loro questa azione di Gesù è la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha portato alla decisione di ucciderlo. Ma chi ha ragione? Gli studiosi portano ottime ragioni per l’una e per l’altra datazione. Quindi… lo scopriremo in Paradiso…
b. Qualche tempo dopo arriva la domanda dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani: “Con quale autorità fai queste cose?” (Mc 11,27-28)
c. Al processo davanti al sinedrio, falsi testimoni riferiscono che Gesù ha minacciato di distruggere il tempio e di ricostruirlo in tre giorni (Mc 14,58). Sentiamo gli echi di questa minaccia anche da parte dei passanti ai piedi della croce (Mc 15,29) e in Atti, nel processo a Stefano (At 6,14). Evidentemente, in modo diverso, ogni evangelista ha collegato il tempio e la sua distruzione con la morte e risurrezione di Gesù.
2. È la prima delle tre Pasque menzionate da Gv (6,4; 11,55). Molte volte il 4° vangelo collega un gesto di Gesù a una festa ebraica, per indicare che la vera festa, la vera Pasqua, come del resto il vero tempio, è lui. La menzione “Pasqua dei Giudei” indica che c’è già stata, per la comunità di Gv, una distinzione dalla Pasqua ebraica.
3. Qui si tratta del recinto del tempio (hieron), del cortile esterno dove potevano entrare anche i pagani. Il tempio propriamente detto, il santuario è menzionato con un altro nome (naos).
4. Gli animali venivano venduti per essere sacrificati; le colombe o i piccioni erano il sacrificio dei poveri.
5. Mica si poteva pagare la tassa al tempio con denari romani che recavano l’effigie dell’imperatore!
6. Viene in mente la risposta che Gesù dodicenne aveva dato proprio nel tempio ai suoi che da tre giorni lo cercavano: Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio? (Lc 2,49). Per la casa di suo Padre Gesù, fin da adolescente, ha sentito un’attrazione e una passione profonda… fino a fare cose un po’ strane!
7. Tante volte anche i profeti avevano criticato lo stato del tempio, smascherato un culto solo esteriore, denunciato la corruzione e le ingiustizie dei sacerdoti. Pensiamo a Ger 7,11, citato da Mc e Mt: “Forse è una spelonca di ladri ai vostri occhi questo tempio che prende il nome da me?” I profeti erano arrivati a minacciare la distruzione del tempio e a sognare la costruzione di un tempio ideale (cfr Ez 40-46), in cui sarebbe entrato il Signore stesso (Mal 3,1), un tempio capace di attirare tutti i popoli (Is 56,7).
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