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Dal Vangelo di domenica 23 novembre PDF Stampa
20-11-2014
Dal vangelo secondo Matteo (25,34-43)
Il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». 37Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?». 40E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me». 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato»...

Sei il Re crocifisso
Sei l'ultima parola sulla storia
Sei il Principio e la fine
Sei il Giudizio definitivo
Sei l'invito alla festa
Sei la verità sulla nostra vita
Davanti a te cadono le maschere
Davanti a te non contano le preferenze
Sei il povero da aiutare
Sei il profugo da accogliere
Sei il nudo da vestire
Sei il malato da assistere
Sei il Signore che attendiamo

Giudizio finale: egli separerà gli uni dagli altri...
Pecore - capri; benedetti - maledetti; servi buoni e fedeli - servo fannullone; vergini sagge - vergini stolte; buon grano - zizzania; pesci buoni - pesci cattivi... Sono davvero tanti i brani del vangelo di Matteo che ci parlano di un giudizio finale, di una separazione netta... e ci invitano ad operare già adesso un "giudizio" nella nostra vita, a rivedere i nostri criteri di giudizio...
Forse questo ci spaventa un po', anche perché Mt non è molto diplomatico e parla senza pudore di fuoco eterno, di supplizio eterno (in altre parabole di pianto e stridore di denti...)
Ma è veramente il giudizio che spaventa? Il giudizio in realtà viene incontro ad un'aspirazione profonda dell'uomo. Infatti una delle cause più determinanti del malessere che affligge l'esistenza umana è l'assenza di un giudizio. L'uomo può agire bene o male, può essere generoso o crudele, pietoso o egoista, rispettoso della verità e della giustizia o cinico e bugiardo... Non pare che il diverso comportamento abbia conseguenze apprezzabilmente diverse... Ma la cosa più sconcertante è che di fronte all'opposta condotta degli uomini, Dio il più delle volte tace e il suo silenzio che pare indifferenza ci scandalizza...
La rivelazione dissolve questo assurdo opprimente e ce ne libera, parlando appunto di un giudizio finale della storia e dei singoli (Cfr G.Biffi)
  • Quali situazioni sono scandalosamente in attesa di un giudizio?

Il Giudice: il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria... il Re...
Il giudice non sono gli uomini... Non solo loro che devono dividere il grano dalla zizzania... farebbero dei danni: "Non giudicate, per non essere giudicati".
Per fortuna il giudice è un altro: è Gesù stesso che manifesta la sua gloria. Fin dalla nascita, fin dalla Pasqua, Gesù regna, esercita una forza di attrazione, un reale potere... Lo si vede nei sacramenti, nella missione dei discepoli, nella vita della Chiesa, negli uomini e donne che vivono le Beatitudini... Alla fine questo regno, in apparenza piccolo, irrilevante, sarà manifesto...
  • Quanti giudici sembrano dominare la scena del mondo?
  • Dove sono già oggi i segni del regno di Dio già presente nel mondo?

Il Re crocifisso
Nei capitoli seguenti di Mt, Gesù viene tradito, abbandonato, consegnato in balia del potere umano, condannato, crocifisso...
Il giudice è proprio il Signore crocifisso; lui che fa la parte del giudicato, lui che si identifica con gli ultimi, che si fa compagno di tutti i Crocifissi della storia... è il giudice!
  • Cosa vuol dire guardare al Crocifisso come criterio di giudizio? Cosa diventa importante, cosa è davvero grande davanti a lui?

Saremo giudicati sull'amore
In base a cosa verremo giudicati?
Non certo dal posto occupato:"Nella commedia della vita non interessa aver rappresentato il re o lo straccione, il cardinale o il chierichetto: l'importante è aver recitato bene la parte" (G.Biffi). Al momento della morte non saremo giudicati dalla quantità di lavoro che avremo fatto, ma dal peso di amore che avremo messo nel nostro lavoro (M.Teresa)
  • Come questo criterio di giudizio è già presente nella nostra vita? Cosa vuol dire mettere l'amore al primo posto? Come rendere eterna già adesso la nostra vita?

Saremo giudicati sui fatti
Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. (7,21).
Sono sempre un po' sconvolgenti i criteri di giudizio di Dio: nella parabola dei talenti non bastava non aver perduto il talento, occorreva averlo moltiplicato e investito con creatività. Qui non basta non far niente di male o aver parlato bene. La verifica è l'amore concreto: Figlioli, non amiamo a parole con la lingua, ma coi fatti e nella verità (1Gv 3,18)

Lista aperta...
Affamati, assetati, nudi, malati, carcerati, forestieri... Istruire, consolare, consigliare, confortare, perdonare, sopportare...
  • Quali di questi poveri sono già un po' di casa nella mia vita, nel mio cuore, nel mio tempo?
  • Oggi come si potrebbe allungare la lista delle opere di misericordia corporali e spirituali?
  • Quali sono più alla nostra portata? Quali corrispondono a talenti che abbiamo ricevuto? Nella grande sinfonia della carità, quale nota ci viene meglio?
  • Gesù non ci propone certo una visione romantica della carità: tra i poveri, ci sono anche persone poco raccomandabili come i carcerati... gente che puzza... Quali vicinanze mi risultano particolarmente scomode e faticose?
Quando doniamo ai poveri le cose indispensabili, non facciamo loro delle elargizioni personali, ma rendiamo ciò che è loro. Più che compiere un atto di carità, adempiamo un dovere di giustizia (G.Crisostomo).

Quando mai?
  • Ci sono persone che vivono già queste attenzioni, pur non dicendosi cristiani? E allora essere cristiani cosa serve, cosa aggiunge?
Il dono più bello che uno possa ricevere è di poter prendere parte alla passione di Cristo. Trovo il lavoro molto più facile e riesco a sorridere più sinceramente quando penso a ognuno dei miei fratelli e delle mie sorelle sofferenti (Madre Teresa)

Benedetti del Padre mio
  • Conosco qualcuno che, nell'amore concreto agli ultimi, ha trovato, già ora una fonte di gioia e di pace, una vera benedizione? Qualcuno che, dando, ha già ricevuto tanto, ha già sperimentato un po' di Paradiso?

L'avete fatto a me!
  • C'è già qualcuno che ha incontrato Cristo nei poveri, che sulla strada della carità e della giustizia, ha scoperto il Signore?

Via lontano da me, maledetti...
No, non sono maledetti dal Padre... Non è il Padre che manda all'inferno, e neanche il Figlio. L'inferno resta però una drammatica e reale possibilità per l'uomo che respinge Cristo non riconoscendolo nei poveri, rassegnandosi alle ingiustizie, chiudendosi nella sua indifferenza.


Per continuare a meditare

Il pane che a voi avanza, è il pane dell'affamato; la tunica appesa al vostro armadio, è la tunica di chi è nudo; le scarpe che voi non portate, sono le scarpe di chi è scalzo; il denaro che tenete nascosto, è il denaro del povero; le opere di carità che voi non compite, sono altrettante ingiustizie che voi commettete. San Basilio

L'ultimo posto all'inferno - sull'indifferenza
L'Inferno era al completo ormai, e fuori della porta una lunga fila di persone attendeva ancora di entrare. Il diavolo fu costretto a bloccare all'ingresso tutti i nuovi aspiranti.
"E' rimasto un solo posto libero, e logicamente deve toccare al più grosso dei peccatori", proclamò.
"C'è almeno qualche pluriomicida tra voi?".
Per trovare il peggiore di tutti, il diavolo cominciò ad esaminare i peccatori in coda.
Dopo un po' ne vide uno di cui non si era accorto prima.
"Che cosa hai fatto tu?", gli chiese.
"Niente. Io sono un uomo buono e sono qui solo per un equivoco".
"Hai fatto certamente qualcosa", ghignò il diavolo, "tutti fanno qualcosa".
"Ah, lo so bene", disse l'uomo convinto, "ma io mi sono sempre tenuto alla larga. Ho visto come gli uomini perseguitavano altri uomini, ma non ho partecipato a quella folle caccia. Lasciano morire di fame i bambini e li vendono come schiavi; hanno emarginato i deboli come spazzatura. Non fanno che escogitare perfidie e imbrogli per ingannarsi a vicenda. Io solo ho resistito alla tentazione e non ho fatto niente. Mai".
"Assolutamente niente?", chiese il diavolo incredulo. "Sei sicuro di aver visto tutto?".
"Con i miei occhi!".
"E non hai fatto niente?", ripeté il diavolo.
"No!".
Il diavolo ridacchiò: "Entra, amico mio. Il posto è tuo!".
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