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Commento Lectio 02/09/2007 |
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30-08-2007 |
A tavola con Gesù...
O
Dio, che chiami i poveri e i peccatori alla festosa assemblea della nuova
alleanza, fa' che la tua Chiesa onori la presenza del Signore negli umili e nei
sofferenti, e tutti ci riconosciamo fratelli intorno alla tua mensa.
Ascoltiamo il Vangelo
Dal vangelo
secondo Luca (14,1.7-14)
Avvenne[1] un
sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e
la gente stava ad osservarlo.
Osservando poi
come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola[2]:
«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché
non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te
e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo
posto. Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché
venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne
avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà
umiliato, e chi si umilia sarà esaltato[3]».
Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un
pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi
parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu
abbia il contraccambio[4]. Al
contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e
sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua
ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Meditiamo il Vangelo
A tavola non si
invecchia...A parte che allora non ci si sedeva a tavola come
facciamo noi ma ci si sdraiava su divani, anche Gesù avrebbe fatto la firma a
questo proverbio. Nel vangelo infatti lo troviamo spesso a tavola: coi parenti
a Cana, coi discepoli nell'Ultima Cena, con le folle nella moltiplicazione dei
pani, coi pubblicani, coi farisei... Fino ad essere bollato dai nemici come "un mangione e un beone" .
Lui che ha conosciuto il deserto e il digiuno, ha
apprezzato anche la convivialità, il mangiare assieme... Nella familiarità del
pasto comune ha detto parole e compiuto gesti significativi: ha accolto e
perdonato, ha smascherato ipocrisie, ha spiegato le logiche di Dio, ha parlato
del regno, si è confidato coi suoi, ci ha lasciato il regalo più grande,
l'Eucaristia
·
Ci sono
momenti in cui riusciamo a trovarci tutti assieme attorno alla tavola? Come li
viviamo? Nella nostra vita familiare, quali sono gli spazi e i tempi della
convivialità, della comunicazione?
·
In parrocchia
facciamo tanti incontri. Ma ci incontriamo davvero? Qual è il livello di
familiarità e di comunicazione nella nostra comunità?
·
La Messa è anche incontro tra noi? Prima o dopo la Messa
abbiamo lo spazio e il luogo per salutarci?
Quando sei
invitato, va' a metterti all'ultimo postoGesù non dà solo un consiglio di buona educazione, non fa
un fervorino sull'umiltà. Dice quello che sta facendo lui: lui il Signore sta
umiliando se stesso; lui, il primo, sta prendendo l'ultimo posto; lui, il
Santo, sta prendendo il posto del peccatore; lui, l'autore della vita, sta
andando a morire sulla Croce.
Prende l'ultimo posto, perché è un uomo libero: vive per
il Padre ed è libero da ogni ricerca di gloria e di grandezza umana; è libero
dall'avere di più dal potere di più, dall'apparire di più.
Chi lo segue è chiamato a scoprire questa libertà, a
scoprire che nell'umiltà, nella semplicità, nel servizio, sta la vera amicizia
con Dio e la grandezza dell'uomo: "Amico,
passa più avanti!"
·
Conosco persone umili, semplici che sono state "grandi"
anche nell'ultimo posto? "Vite da mediano" che senza far rumore hanno portato avanti
la "baracca"?
·
In quali momenti mi trovo all'ultimo posto: quando vivo con
fedeltà un incarico che non mi sono scelto? Quando non mi metto in mostra e non
sbandiero il bene fatto? Quando scelgo una parte e un ruolo meno appariscente
ma forse più utile? Quando accetto un fallimento, una delusione senza fare un
dramma? Quando riconosco e accetto un mio limite? Quando vado dove nessuno
vuole andare? Quando riconosco che uno è più bravo di me e gli faccio posto?
Quando non sgomito e non guardo gli altri come avversari e concorrenti?
·
Anche un posto di responsabilità nella società, nella Chiesa
può essere un "ultimo posto"? Conosco persone che hanno vissuto con semplicità
anche in ruoli di grande responsabilità?
·
"Oggi respiriamo
un clima ad alto tasso di arrivismo e fa strage la corsa al primo posto. Quanti
sono vittime del manuale del perfetto rampante... Così la vita diventa tutto un
correre, un competere, un configgere... e poi? Purtroppo anche non poche comunità
cristiane sono afflitte dal mal sottile dell'ambizione" (F.Lambiasi, Una parola al giorno)
La voglia di
primeggiare, di contare di più è molto diffusa? In quali ambienti? In quali
comportamenti? Oggi Gesù che parabola avrebbe raccontato?
·
Cos'è l'umiltà? Come distinguerla dalla falsa umiltà di chi
si tira sempre indietro, di chi non accetta mai una responsabilità, di chi
crede di non sapere fare nulla?
·
"Chi si esalta sarà
umiliato e chi si umilia sarà esaltato". È vero solo in Paradiso o anche in
parte già in questo mondo?
Quando dai un
banchetto, invita i poveri... e sarai beato perché non hanno da ricambiarti...Il consiglio che Gesù dà al padrone di casa è
rivoluzionario, contrario a tutti gli usi abituali. Luca enumera, quali
invitati, tutte le categorie di emarginati. È questo il comportamento nuovo:
abolire ogni emarginazione. Di fronte a Dio, nessuno è emarginato, ma ciascuno
è prossimo.
Si noti: invitare a pranzo non è solo un gesto di elemosina,
ma è inserire i poveri nel giro delle proprie amicizie (B.Maggioni,
Il racconto di Luca).
Se regali, regala davvero gratis. La tua vita non può essere
ridotta a un giro di affari, di scambi, di investimenti, non è il calcolo
strategico di vantaggi. La tua vita non può essere un continuo gioco
diplomatico di stabilizzazione del tuo benessere. C'è gente che ha fame e non
ti inviterà mai a pranzo; c'è gente che è sola e non ti farà mai compagnia; ci
sono figli che hanno bisogno di affetto e non te lo restituiranno mai; ci sono
giovani che non si sentono nessuno, che vogliono uscire dalla solitudine e non
potranno mai farti crescere in carriera; ci sono anziani che aspettano di
morire in un abbraccio e che ti lasceranno solo. "Sarai beato, perché non hanno
da ricambiarti".
(D.Sigalini, Questo vangelo mi interessa)
·
Al banchetto della mia vita, dei miei beni, del mio tempo,
quali "ultimi" sono invitati?
·
Cosa vuol dire per la mia famiglia, per la mia parrocchia,
"partire" dagli ultimi, invitare gli ultimi, allargare gli orizzonti e andare
oltre ogni steccato?
·
Dove ho toccato con mano la gratuità del dono e dove invece
ho visto solo la logica dello scambio e dell'interesse?
·
Mi è capitato di non ricevere proprio il contraccambio per
il bene fatto, anzi di ricevere indietro incomprensione e ingratitudine? Come
ho reagito? Dove sta la beatitudine promessa da Gesù?
·
Sono capace di lasciarmi amare gratuitamente? Di lasciarmi
aiutare, anche quando non ho niente da dare indietro? Di lasciarmi invitare,
anche quando mi sento povero e buono a nulla?
DistorsioniCi viene così facile
dire una cosa per ottenere il suo opposto! E questo, quanto più gli affetti
premono. Due piccoli esempi tratti dal quotidiano scenario familiare: la nonna
ancora in gamba, che ha paura di essere messa al ricovero e allora insiste:
"Mettetemi via, quando vi darò fastidio! Non voglio esservi di peso!", per
sentirsi dire da figli e nipoti: "Starai sempre con noi"; la giovane sposa che
si profonde in complimenti allo sposo, ma poi alla fine sbotta: "Tu però non mi
fai mai un complimento!", tradendo la marca interessata dei suoi complimenti.
In altre parole,
siamo capaci tutti di metterci all'ultimo posto, nella speranza-pretesa che chi
di diritto non ci lasci lì o per lo meno con la sensazione che qualcuno, prima
o poi, dica: "Oh, come è umile". E se il "gioco" non riesce, allora il livore
del nostro cuore si fa sentire: "Non mi apprezzano, lo sapevo!"
(Zattoni, Gillini, Breviario familiare C)
[1] Siamo sempre
nel cammino che porta Gesù a Gerusalemme, alla sua passione... Le parole di Gesù,
le sue prese di posizione, le parabole che racconta, i suoi gesti servono tutti
a illustrare questo cammino, a farci capire
che strada ha preso Gesù e cosa vuol dire andargli dietro.
[2] Sullo sfondo vediamo un testo del Libro dei Proverbi
(25,6-7) di cui la parabola sembra la drammatizzazione: Non darti arie davanti al re e non metterti al posto dei grandi, perché
è meglio che ti dicano: Sali qua", piuttosto che essere umiliato davanti al
principe... La ricerca dei primi posti è rimproverata anche in Lc 20,46
(B.Maggioni, Il racconto di Luca)
[3] La stessa frase è ripresa al termine della parabola
del fariseo e del pubblicano (Lc 18,14)
[4] Cfr Lc 6,32-34: Se
amate solo coloro che vi amano, qual è il vostro merito? Anche i peccatori
amano coloro che li amano...
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