Martedì 14 maggio 2024
 
La preghiera fatta assieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia! - Papa Francesco
Home arrow Vivere la fede arrow PassaParola arrow Vangelo di domenica 25 gennaio
 
Home
Notizie
Documenti
Orario preghiere
 
Storia
Dove siamo
Foto
Cerca
Mappa del sito
Vivere la fede
Percorsi di parole
Siti consigliati
Link

 
Vangelo di domenica 25 gennaio PDF Stampa
25-01-2015
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Dopo il Battesimo e l’arresto di Giovanni, Gesù inizia la sua attività. Non va a Gerusalemme ad aprire una sua scuola, né va a prendere il posto di Giovanni al Giordano, aspettando la gente che vuole convertirsi, ma si mette a predicare la buona novella a tutti, andando in giro per le città e i villaggi della Galilea.
E comincia a circondarsi di discepoli. Li sceglie, li chiama per nome, li va a “strappare” dai loro progetti, dai loro mestieri, dalle loro abitudini quotidiane. Il suo sguardo, la sua parola, la sua decisione radicale per il Regno, il suo fascino di uomo di Dio si offrono alla libera scelta di uomini semplici, di pescatori, di esattori delle tasse, di giovani in cerca di verità…


I discepoli ricevono la chiamata gratuitamente: non sono loro che si scelgono il maestro come avveniva con gli altri rabbi, non sono loro che si meritano le sue attenzioni; è il Maestro che li chiama.

•    Crediamo di essere stati chiamati alla vita e alla fede gratuitamente, non per nostro merito? Guardiamo alla nostra vita cristiana come al più grande regalo che abbiamo ricevuto, al segno del suo amore e della sua fiducia? Sentiamo che prima delle cose che possiamo fare per lui, c’è quello che lui ha fatto per noi; prima degli impegni e dei doveri c’è la sua grazia?

I discepoli vengono chiamati per nome e raggiunti nel loro quotidiano: non mentre stanno facendo un ritiro o sono in sinagoga a pregare, ma mentre riassettano le reti in riva al lago o sono seduti al banco delle imposte. Vengono chiamati a due riprese… segno che la chiamata è continua e si ripete anche oggi per noi.

•    Ci siamo mai sentiti chiamati per nome dal Signore, guardati dentro, interpellati personalmente dalla sua parola?
•    Dove e quando il Signore ci ha raggiunti? Anche nel lavoro, nelle relazioni con gli altri, quando non ce lo saremmo proprio aspettato?

I discepoli sono chiamati non tanto ad apprendere delle lezioni, ma a iniziare una vita nuova con Gesù: a stare con lui, a condividere le sue scelte, la sua preghiera, i suoi progetti, la sua missione, la sua mentalità, i suoi atteggiamenti… A camminare dietro di lui, a diventare persone nuove, ad avere un nuovo centro di gravità per la loro vita.
Così si manifesta la forza del regno di Dio che Gesù annuncia: non con interventi spettacolari, ma con la capacità di rinnovare dal di dentro le persone.

•    Crediamo di essere chiamati anche noi alla santità, alla vita “per Cristo, con Cristo e in Cristo”? In che modo l’incontro con Gesù ci rinnova la vita? Senza di lui cosa cambierebbe? Di fronte alla scelte e alle decisioni da prendere, gli chiediamo mai: Signore, al posto mio cosa faresti?
•    Quali le tappe più importanti del nostro cammino dietro di lui? Le scoperte, i passi avanti, le crisi, gli ostacoli, gli aiuti? Ci sentiamo ancora in cammino o già arrivati? Quali passi il Signore ci sta chiedendo come singoli, come famiglie, come comunità?

I discepoli sono chiamati al distacco: “lasciate le reti, lo seguirono…”
Non è un distacco fine a se stesso, non è disprezzo delle cose; non è neanche un distacco uguale per tutti; ma è comunque un distacco necessario da tutto quello che ci appesantisce e impedisce di accogliere con libertà le proposte del Signore. Ed è un distacco non sempre facile: il giovane ricco ne sa qualcosa. Ma anche i discepoli che ora sono pronti a lasciare le reti, ma dopo saranno meno disponibili a lasciare le loro ambizioni, le loro idee mondane di quello che Gesù avrebbe o non avrebbe dovuto fare.

•    Quali reti, quali sicurezze abbiamo lasciato per seguire il Maestro? Quali distacchi ci sono costati di più? Quali sono stati poi fonte di libertà e di gioia? 
 Commenti (0)Add Comment

 Scrivi un commento
quote
bold
italicize
underline
strike
url
image
quote
quote

security code
Trascrivi nello spazio sottostante i caratteri che appaiono nella riga qui sopra e procedi all’invio del commento, ma tieni presente che questo vuole essere uno spazio di confronto positivo, quindi eventuali messaggi con spirito polemico o contenenti offese, insulti o termini non consoni allo spirito del sito saranno rimossi.


busy
 
< Avanti   Indietro >
   
16_s.jpg
Gruppi parrocchiali
Azione Cattolica
Caritas
ANSPI
Gruppo Catechisti
Gruppo Cultura
Famiglie
Gruppo Liturgico
Scout
 
Calendario Pastorale
Fine Benedizioni 2024

Area riservata
Login


Logo chiesa
 
Sito realizzato con Joomla! - Copyright 2007-2024 Parrocchia San Savino Faenza