Dal Vangelo di domenica 8 marzo |
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08-03-2015 |
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
Che scena! I banchi dei cambiavalute ribaltati, le monete sparse dappertutto, i versi degli animali, la gente che scappa via. Fortissimo Gesù! È davvero indignato; solo con i venditori di colombe – il sacrificio dei poveri – è un po’ meno duro e si mette a parlare. Ma cos’ha da arrabbiarsi? Pecore buoi, colombe non erano necessari al culto? E mica si poteva fare l’offerta sacra con denari pagani! Hanno ragione i presenti a chiedere spiegazioni: perché compie questo gesto? Che segno è?
È segno che Gesù è come uno dei profeti che avevano smascherato un culto solo esteriore, denunciato la corruzione e le ingiustizie, minacciato la distruzione del tempio e sognato la costruzione di un nuovo tempio ideale.
Di più: che Gesù – fin da ragazzo ci ricorda Luca – è appassionato per la casa di suo Padre, per le cose di suo Padre. Che è il Figlio e si comporta nel tempio come in casa sua.
Ancora di più, e lo capiranno dopo Pasqua, che è lui il vero sacrificio, l’Agnello che toglie il peccato del mondo prendendolo su di sé; che è lui, il suo corpo morto e risorto, il vero tempio.
Entriamo in questo tempio! Ascoltiamo la sua parola anche quando ci corregge, ci scomoda, ci frusta un po’. Lui tutti quelli che ama li rimprovera e li castiga (cfr Ap 3,19). Lasciamo che lui ci purifichi, scacci via quello che ingombra il nostro cuore e rende disordinata la nostra vita: lui conosce quello che c’è nell’uomo! Preghiamo che lui renda più profonda e personale la nostra fede e diventiamo anche noi il suo tempio, la sua casa; condividiamo la sua passione per il tempio che è ogni persona, la Chiesa, il mondo intero…
Hai insegnato nel tempio
Hai visto il tempio ridotto ad un mercato e ne hai annunciato la fine
Hai guardato al tempio come casa di preghiera per tutti i popoli
Sei stato messo a morte, anche per quello che hai detto sul tempio
Alla tua morte il velo del tempio si è squarciato da cima a fondo
È il tuo corpo il vero tempio
Sei tu la casa del Padre, sei la dimora di Dio tra gli uomini
Il vero culto è stare uniti a te come i tralci alla vite
Il vero culto è praticare la tua Parola
Tu abiti per la fede nei nostri cuori
Tu rendi il nostro corpo tempio dello Spirito
Tu ci rendi pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio
Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (Gal 2,20).
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