23-03-2015 |
“Signore, vogliamo vedere Gesù”
Quante volte, nella vita di ogni giorno, vorremmo vedere Gesù, perché quello che ci sta attorno ci sembra che parli un linguaggio tutt’altro che divino. Non riusciamo a scoprire i segni della presenza di Gesù. Forse neppure in chiesa riusciamo a vederlo, se il nostro cuore è colmo d’altro. Ma questa volta è Gesù stesso che ci spiega come dobbiamo fare: per vederlo nella sua gloria dobbiamo passare attraverso la morte della nostra vita. In questo paradosso, che noi con tutte le forze allontaniamo da noi stessi, forse sta il segreto della nostra Fede. Ogni volta che qualcosa di noi muore o cade, si apre la possibilità di vedere il volto di Gesù: Gesù maestro, Gesù condannato, Gesù sofferente, Gesù glorificato.
“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”: spesso le nostre sofferenze, le nostre rinunce, i nostri sacrifici ci appaiono come qualcosa di noi stessi che scompare, che non si realizza, che viene meno. Non riusciamo a capire il senso di molti avvenimenti dolorosi che attraversano la nostra vita, mentre in quelli gioiosi facilmente scopriamo i segni della Provvidenza. Il volto del Cristo sofferente non è piacevole da vedere e vorremmo allontanarlo da noi, ma attraverso la Sua sofferenza, possiamo trovare la salvezza e la gioia vera. Vorremmo evitare di vedere il volto di una persona malata o di qualcuno che ci ha fatto del male. Nella nostra vita è a volte necessario che Gesù appaia col suo volto sofferente: entra inaspettatamente nella nostra quotidianità e ci fa lasciare quanto abbiamo di più caro e importante per noi.
“Padre, salvami da quest’ora”: nel momento delle nostre fatiche e debolezze possiamo ritrovare la forza vera che non ci viene da noi stessi. Quando vogliamo vedere “oltre” il dolore che ogni giorno ci accompagna, è Gesù stesso che ci prende per mano e ci conduce attraverso il campo di grano, che muore e porta molto frutto. Se così non fosse, non vi sarebbe motivo e ragione di Speranza, solo i “fortunati” avrebbero la possibilità di gioire e le fatiche di ogni giorno sarebbero inutili. “La vita è bella” quando scopriamo il vero volto di Gesù, non importa se ha i segni della sofferenza, perché un angelo ci sta indicando il cammino.
Monica Dalmonte
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