Dal Vangelo di domenica 3 maggio |
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03-05-2015 |
Rimanete in me e io in voi. Come il
tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella
vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i
tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché
senza di me non potete far nulla.
(Gv 15,4-5)
Prima di tutto, ripartire da Cristo
significa avere familiarità con Lui, avere questa familiarità con
Gesù: Gesù lo raccomanda con insistenza ai discepoli nell'Ultima
Cena, quando si avvia a vivere il dono più alto di amore, il
sacrificio della Croce.
Gesù utilizza l'immagine della vite
e dei tralci e dice: rimanete nel mio amore, rimanete attaccati a me,
come il tralcio è attaccato alla vite. Se siamo uniti a Lui possiamo
portare frutto, e questa è la familiarità con Cristo.
Rimanere in Gesù! E' un rimanere
attaccati a Lui, dentro di Lui, con Lui, parlando con Lui: rimanere
in Gesù. La prima cosa, per un discepolo, è stare con il Maestro,
ascoltarlo, imparare da
Lui.
E questo vale sempre, è un cammino
che dura tutta laa. In questo momento ognuno può domandarsi: come
vivo io questo "stare" con Gesù? Questa è una domanda che vi
lascio: "Come vivo io questo stare con Gesù, questo rimanere in
Gesù?". Ho dei momenti in cui rimango alla sua presenza, in
silenzio, mi lascio guardare da Lui? Lascio che il suo fuoco riscaldi
il mio cuore? Se nel nostro cuore non c'è il calore di Dio, del
suo amore, della sua tenerezza, come possiamo noi, poveri peccatori,
riscaldare il cuore degli altri? (papa Francesco ai catechisti)
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