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Dal Vangelo di domenica 31 maggio PDF Stampa
30-05-2015
+ Dal Vangelo secondo Matteo (28,16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».


Comprendiamo il vangelo

A che punto siamo?
Alla pagina finale del vangelo di Matteo: una scena che riprende tanti temi precedenti e ci riferisce l'Adorazione degli Undici che in Galilea riconoscono il Risorto e le parole finali con cui il Risorto invia gli Undici alle genti

Dove ci troviamo?
In Galilea: in Mt l'incontro tra il Risorto e i discepoli non avviene nella città santa di Gerusalemme, ma in Galilea una terra mezzo pagana. È nella Galilea delle genti (4.15) che Gesù aveva iniziato ad annunciare il regno di Dio e aveva chiamato i suoi amici; è in questa terra che li riconvoca (26,32, 28.7.10) dopo Pasqua è da questa terra di frontiera che prenderà il via una missione destinata a tutte le genti.

Sul monte: è il monte che Gesù ha fissato una volta per sempre col suo insegnamento: il monte delle Beatitudini (5,1-2) il monte di una giustizia più grande, di un amore più esigente, di una preghiera più autentica (5-7).
È l'ultimo dei tanti monti di Matteo. All'inizio Gesù rifiuta il monte delle tentazioni (4,8) dell'ambizione, del potere, della gloria mondana. Preferisce un altro monte, una modesta altura della Galilea, su cui siede e da cui come su un nuovo Sinai offre la sua versione della legge e indica una diversa grandezza quella delle Beatitudini (5,1) C'è poi il monte della preghiera di Gesù (14,23) e quello della sua cura per i malati (15,29) e quello della Trasfigurazione (17,1) che anticipa la Pasqua. Alla fine Mt ci riporta di nuovo sul monte della Galilea dove Gesù aveva insegnato (28,16-20). Proprio su questo monte il Risorto dà l'appuntamento agli Undici, mostra che il suo monte era quello giusto e mette il sigillo di garanzia al suo insegnamento che ora può essere trasmesso a tutte le genti.

Chi sono i personaggi?

Gli Undici
Matteo non si preoccupa di ricostituire il numero 12 come fa Lc, ma parla degli Undici un numero "sgaffo" più adatto ad una squadra di calcio che agli Apostoli. Un numero che riflette la tragica defezione di Giuda e ricorda che tutti hanno abbandonato il Maestro. Non è una squadra perfetta quella che si presenta all'appuntamento con il Risorto; non è una comunità santa e ideale ma una comunità ridotta e mancante quella a cui viene affidata la missione non ci sono tutti e in più dubitano! Si prostrano davanti al Maestro come avevano fatto i Magi all'inizio, tanti malati guariti e le donne dopo Pasqua. Riconoscono la sua divinità, ma sono ancora uomini di poca fede, oligo-credenti (Cfr. 14,31: Perché hai dubitato uomo di poca fede?)

Gesù Risorto
A differenza dei suoi discepoli che non ci sono tutti, Gesù per fortuna c'è tutto (quante volte viene ripetuto questo aggettivo tutto in poche righe!).

- C'è con tutta la sua autorità: Mi è stata data ogni autorità in Cielo e in terra: Cristo ha ricevuto dal Padre quello che non ha voluto ricevere da Satana (4,8-10). Con la Risurrezione ha ricevuto il potere, dopo aver accettato di servire di soffrire e dare la vita in riscatto per molti.
È un'autorità totale, senza più alcuna determinazione restrittiva come nel ministero quando si parlava di autorità di insegnare (7,29) di perdonare (9,6) guarire (9,8); un autorità che era già stata conferita ai 12 in vista della loro missione ad Israele (10,1) e ora si esercita nella storia verso tutte le genti proprio nell'azione missionaria della Chiesa...

-C'è tutti i giorni fino alla fine del mondo: dall'inizio (1,22-23) alla fine del Vangelo, Gesù è Emmanuele Dio con noi che continua ad essere presente nella sua Chiesa in missione (18,20 dove sono due o tre...) Per questo non troviamo in Mt l'Ascensione: Gesù resta con noi!

La missione universale
Con la presenza di Gesù con la forza di Gesù risorto i discepoli possono anzi devono andare in missione.

Cominciate a fare discepole: non è solo insegnare ma un'azione diretta alla persona stessa dell'interlocutore alla sua trasformazione ad ottenere un'azione di fede personale.

Tutte le genti: la missione prima riservata alla casa di Israele viene ora allargata a tutte le genti.

Quali sono le modalità e gli strumenti della missione?

Battezzandoli
- prima c'è il Battesimo, poi l'insegnamento qui la dimensione del dono precede quella dell'impegno morale
nel nome del Padre del Figlio dello Spirito Santo
= invocando il nome del Padre del Figlio dello Spirito Santo
= entrate nella stessa famiglia di Dio nella sua carta d'identità

Insegnando ad osservare tutto ciò che vi ho comandato
- al dono del Battesimo accompagna l'allenamento alla vita cristiana
- l'insegnamento è quello dell'unico Maestro e riguarda quello che Gesù ha comandato in particolare il Discorso della Montagna

Meditiamo il vangelo
-Io sono con voi tutti i giorni : ma è sempre facile vederlo tutti i giorni, sentirlo vicino lungo le strade della nostra vita? Dov'è il Signore? Dov'è la sua forza di salvezza oggi?
Qual è la mia Galilea? Lo studio, il lavoro, la famiglia, i vicini, gli amici, l'amore, la sofferenza...? Credo che Lui mi stia dando l'appuntamento anche lì? Riesco ad incontrarlo o ad annunciarlo anche lì?

- Gli Undici
Chi sono i miei compagni di missione?
I cristiani della mia parrocchia della mia associazione, quel collega di lavoro, la mia ragazza, la mia famiglia, il mio parroco, altri educatori......? Per loro ringrazio il Signore.

- Sul Monte
Il Discorso della Montagna sembra una grandezza misera improponibile ma è il vero sentiero di alta montagna della vita (cfr. Benedetto XVI)).
Ed è anche il punto di partenza della missione, quando la tua vita bella strappa l'applauso al Padre, comunica una speranza e fa sorgere una domanda, questa è la missione! Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedono le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli (5 14-16)
Quando il Signore ci ha chiamato sul Monte delle Beatitudini ad una giustizia più grande, al perdono, all'amore ai nemici, alla gratuità, alla fiducia nel Padre? Quando ci ha fatto sentire il fascino della santità, attraverso il Vangelo o l'esempio dei suoi testimoni?

-Andate... Ma siamo troppo pochi, ma non ci siamo tutti ma ci sentiamo poveri e inadeguati, ma anche noi siamo pieni di dubbi, ma non sappiamo cosa dire, ma abbiamo già dato, ma che vadano gli altri... Crediamo di poter far qualcosa per l'annuncio del Vangelo anche con le nostre povertà o pensiamo che ci manchi sempre qualcosa? Abbiamo mai visto che persone apparentemente poco attrezzate, hanno saputo essere molto feconde con la loro vita evangelica?

- Tutte le genti......La missione è aperta a tutti. Il Battesimo inserisce in una comunità universale dove non c'è più giudeo ne greco, non c'è più schiavo né libero, non c'è più uomo né donna perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù (Gal 3,27,28). In quali occasioni i miei orizzonti si sono allargati e ho avuto più chiara la coscienza della mia cittadinanza mondiale e della missione universale della Chiesa?

- Insegnate ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ognuno di noi ha i suoi doni e i suoi pallini: a uno interessano i poveri, all'altro la preghiera; a uno più la parola, all'altro più l'azione; uno sottolinea la famiglia e la vita l'altro la pace e la giustizia. Dai nostri punti di partenza chiediamo al Signore di aprirci alla totalità del suo messaggio di condurci ad amare tutte le sue parole, ad interessarci di tutta la missione della Chiesa a dialogare con tutte le età, a superare parzialità e specializzazioni eccessive.

-Battezzandoli nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo
Anche attraverso il Battesimo Gesù resta con noi tutti i giorni. Anzi resta con noi non solo nel ricordo ma con una presenza sacramentale che prolunga l'incarnazione.




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