|
|
|
Dal Vangelo di domenica 14 giugno |
|
|
13-06-2015 |
«Così è il regno di Dio: come un
uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di
giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il
terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il
chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli
manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo
paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno,
è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando
viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante
dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono
fare il nido alla sua ombra».
(Mc
4,26-32)
Attraverso immagini tratte dal mondo
dell'agricoltura, il Signore presenta il mistero della Parola e del
Regno di Dio, e indica le ragioni della nostra speranza e del nostro
impegno.
Nella prima parabola l'attenzione è
posta sul dinamismo della semina: il seme che viene gettato nella
terra, sia che il contadino dorma sia che vegli, germoglia e cresce
da solo. L'uomo semina con la fiducia che il suo lavoro non sarà
infecondo. Ciò che sostiene l'agricoltore nelle sue quotidiane
fatiche è proprio la fiducia nella forza del seme e nella bontà del
terreno. Questa parabola richiama il mistero della creazione e della
redenzione, dell'opera feconda di Dio nella storia. È Lui il
Signore del Regno, l'uomo è suo umile collaboratore, che contempla
e gioisce dell'azione creatrice divina e ne attende con pazienza i
frutti. Il raccolto finale ci fa pensare all'intervento conclusivo
di Dio alla fine dei tempi, quando Egli realizzerà pienamente il suo
Regno. Il tempo presente è tempo di semina, e la crescita del seme è
assicurata dal Signore. Ogni cristiano, allora, sa bene di dover fare
tutto quello che può, ma che il risultato finale dipende da Dio:
questa consapevolezza lo sostiene nella fatica di ogni giorno,
specialmente nelle situazioni difficili. A tale proposito scrive
Sant' Ignazio di Loyola: «Agisci come se tutto dipendesse da te,
sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio».
Anche la seconda parabola utilizza
l'immagine della semina. Qui, però, si tratta di un seme
specifico, il granello di senape, considerato il più piccolo di
tutti i semi. Pur così minuto, però, esso è pieno di vita; dal suo
spezzarsi nasce un germoglio capace di rompere il terreno, di uscire
alla luce del sole e di crescere fino a diventare «più grande di
tutte le piante dell'orto» (cfr Mc 4,32): la debolezza è la forza
del seme, lo spezzarsi è la sua potenza. E così è il Regno di Dio:
una realtà umanamente piccola, composta da chi è povero nel cuore,
da chi non confida nella propria forza, ma in quella dell'amore di
Dio, da chi non è importante agli occhi del mondo; eppure proprio
attraverso di loro irrompe la forza di Cristo e trasforma ciò che è
apparentemente insignificante
L'immagine del seme è
particolarmente cara a Gesù, perché esprime bene il mistero del
Regno di Dio. Nelle due parabole di oggi esso rappresenta una
«crescita» e un «contrasto»: la crescita che avviene grazie a un
dinamismo insito nel seme stesso e il contrasto che esiste tra la
piccolezza del seme e la grandezza di ciò che produce. Il messaggio
è chiaro: il Regno di Dio, anche se esige la nostra collaborazione,
è innanzitutto dono del Signore, grazia che precede l'uomo e le
sue opere. La nostra piccola forza, apparentemente impotente dinanzi
ai problemi del mondo, se immessa in quella di Dio non teme ostacoli,
perché certa è la vittoria del Signore. È il miracolo dell'amore
di Dio, che fa germogliare e fa crescere ogni seme di bene sparso
sulla terra. E l'esperienza di questo miracolo d'amore ci fa
essere ottimisti, nonostante le difficoltà, le sofferenze e il male
che incontriamo. Il seme germoglia e cresce, perché lo fa crescere
l'amore di Dio. (Benedetto
XVI)
|
|
|
|
Maggio 2024 |
|
|
|
Prossimi eventi |
Nessun evento in calendario |
|
|
Abbiamo 6 visitatori online |
|
|