Dal Vangelo di domenica 21 giugno |
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18-06-2015 |
In quel giorno, venuta la sera,
Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva». E,
congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca.
C'erano anche altre barche con lui.
Ci
fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella
barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul
cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro,
non t'importa che siamo perduti?».
Si
destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il
vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete
paura? Non avete ancora fede?».
E
furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è
dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». (Mc
4,35-41)
Mi
sono sentito come san Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di
Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza
leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati
anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario,
come in tutta la storia della Chiesa, e il Signore sembrava dormire.
Ma ho sempre saputo che in quella barca c'è il Signore e ho sempre
saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è
sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce,
certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così
ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può
offuscare. Ed è per questo che oggi il mio cuore è colmo di
ringraziamento a Dio perché non ha fatto mai mancare a tutta la
Chiesa e anche a me la sua consolazione, la sua luce, il suo amore.
(Benedetto
XVI, ultima udienza)
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