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PARADISO IN FESTA 2016 |
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24-02-2016 |
MARIA MADRE DI MISERICORDIA
Nell'Anno santo della misericordia, vogliamo dedicare la nostra festa a Maria Madre di Misericordia. Maria si trova coinvolta, anima e corpo nella rivelazione dell'amore misericordioso di Dio. È Madre di Misericordia quando nel Magnificat canta la misericordia di Dio che si stende di generazione in generazione; è Madre di Misericordia quando si accorge che gli sposi di Cana non hanno più vino e intercede presso suo Figlio; è Madre di Misericordia quando sotto la Croce ascolta le parole di perdono di suo Figlio; è Madre di misericordia quando dopo Pasqua nel cenacolo prega con quei discepoli che avevano abbandonato suo Figlio: la immaginiamo ad asciugare le loro lacrime, ad aiutarli a ricomporre la comunione, a vincere le loro paure e a prepararli per la missione.
Maria, Madre di Misericordia, aiutaci a vedere i segni dell'amore di
Dio nella nostra esistenza, nella nostra famiglia, nella nostra realtà
quotidiana. Assicuraci che niente ci potrà mai separare dall'amore di
Dio in Cristo, né le angosce, né le paure, né le difficoltà, né le
delusioni, né le incomprensioni, né morte né vita, né presente, né
avvenire...
Madre di Misericordia ricordaci che tuo Figlio non è venuto per i giusti
ma per i peccatori e che non si stanca mai di perdonarci, di curare le
nostre ferite, di liberarci dalle schiavitù, di lavarci dalla sporcizia:
anche se abbonda il peccato – in noi e negli altri – la sua grazia
sovrabbonda sempre.
Maria, Madre di Misericordia, convincici che la misericordia è forte,
che il perdono è potente, che la pazienza è efficace, che l'amore è
vincente. Più forte delle nostre rabbie, delle nostre impazienze, dei
nostri giudizi taglienti, dei nostri muri di difesa. Donaci il gusto di
stare in mezzo, come te nel cenacolo. Liberaci dall'autosufficienza,
snidaci dalle tane dell'isolamento. Spegni i focolai delle fazioni,
ricomponi le reciproche contese, stempera le rivalità. (Tonino Bello)
Ricorda al nostro cuore le parole di misericordia di tuo Figlio e facci
riscoprire – in questa Quaresima – le opere di misericordia corporali e
spirituali: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati,
vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati,
visitare i carcerati, seppellire i morti; consigliare i dubbiosi,
insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti,
perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste,
pregare Dio per i vivi e per i morti.
In base ad esse saremo giudicati: se avremo dato da mangiare a chi ha
fame e da bere a chi ha sete. Se avremo accolto il forestiero e vestito
chi è nudo. Se avremo avuto tempo per stare con chi è malato e
prigioniero. Ugualmente, ci sarà chiesto se avremo aiutato ad uscire dal
dubbio che fa cadere nella paura e che spesso è fonte di solitudine; se
saremo stati capaci di vincere l'ignoranza in cui vivono milioni di
persone; se saremo stati vicini a chi è solo e afflitto; se avremo
perdonato chi ci offende e respinto ogni forma di rancore e di odio che
porta alla violenza; se avremo avuto pazienza sull'esempio di Dio che è
tanto paziente con noi; se, infine, avremo affidato al Signore nella
preghiera i nostri fratelli e sorelle. In ognuno di questi “più piccoli”
è presente Cristo stesso. (papa Francesco, Misericordiae Vultus)
Anche la nostra festa, nei suoi vari aspetti di preghiera, di incontro
tra generazioni, di fraternità e di servizio può essere una buona
occasione per allenarci in queste opere di misericordia: penso ad
esempio ad accogliere una persona povera a mangiare con noi, ad
accompagnare alla festa un anziano solo, ad invitare alla festa una
famiglia straniera da poco arrivata da noi, a proporre agli amici di
passare dalla chiesa aperta la notte tra il 4 e il 5, a prestare il
proprio tempo e la propria capacità per dare una mano a chi lavora nella
festa...
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