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Mostra Paradiso 2016 - Don Mariano Faccani Pignatelli |
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03-03-2016 |
Non
c'è dubbio che si avverte in questo Anno Santo Straordinario della
Misericordia, dove straordinario si riferisce alla scadenza
prefissata che è il 2025 - fra nove anni -, il forte legame con la
personalità stessa del Papa: Francesco.
Ci sembrava che l'interruzione
dei Papi italiani che durava ininterrottamente dal 1523, e la venuta
del Papa Polacco S. Giovanni Paolo II, avesse già dato un sapore
internazionale alla Chiesa.
In verità anche S. Giovanni
Paolo II esprimeva in pieno la cultura europea a cui la Polonia era
legata. Non dobbiamo poi dimenticare che il Papa era nato nella
parte della Polonia dominata dall'Impero Austriaco e quindi
fortemente collegata alla nostra cultura.
La chiamata a Successore di
Pietro di Papa Francesco, sposta invece notevolmente l'asse
culturale fuori del'Europa. E' vero, è figlio di emigrati di
origine italiana, ma la maggioranza degli Argentini viene da questo
mescolamento e costituiscono una popolazione che ormai ha le
caratteristiche di appartenere in tutto a quel paese, pur rispettando
le radici.
Francesco ha tenuto conto
delle modalità romane dell'Anno Santo, ma ha pure significato per
la prima volta nella storia che Dio non passa solo da Roma, aprendo
la prima porta santa non già a Roma ma a Baguì, nel cuore
dell'Africa.
Non più porte riccamente
istoriate in bronzo ma una specie di cancello in legno rinforzato
piuttosto essenziale e non una porta specifica dedicata solo al
passaggio nell'anno santo, bensì la semplice porta principale di
quella Cattedrale. Unica concessione: una effimera ghirlanda di
fiori. In questo modo Francesco ha compiuto un mutamento voluto,
riducendo cioè a meramente simbolico il segno portato nel
quotidiano.
Infatti quella era comunque la
porta dove la gente passava anche prima che divenisse porta santa, e
dopo di quella altre porte quotidiane sono divenute porte sante,
perfino le porte delle celle dei reclusi.
Ma vi rendete conto ? Di un
colpo1 viene superata tutta la nostra visione culturale secolare per
cui la porta doveva essere aperta a Roma, centro della Cattolicità
dopo Gerusalemme; 2. si trattava di una porta specifica, unica,
dedicata al passaggio dei fedeli nel solo arco di tempo dell'anno
santo, appunto la porta santa.
Con
il suo corpo Papa Francesco ha voluto disegnare una croce, per cui il
segno della salvezza si sposta dal pastorale cimato dalla croce,
usato nella forma attuale da Paolo VI in poi, alla sua persona: al
centro dunque l'essere vivente, creato da Dio, e segnato dalla
Croce nel battesimo.
Infatti
Papa Francesco sposta la nostra attenzione dalla Chiesa istituzione
alle persone e ai loro bisogni.
Ma se voi guardate la figura
del Papa, cosa osservate: certo il
volto, il capo e
le mani che
spostano e aprono i battenti.
Il capo rappresenta il
volto del Pastore che è Cristo
e le mani,
sono le mani
della misericordia,
le mani che operano, porgono, accolgono, abbracciano, sorreggono e
guidano e che benedicono. Sono le mani dei fratelli di Cristo,
che lo rappresentano, che si volgono ai loro fratelli nel concreto
del quotidiano.
Comprendete bene che con il
trasmettere questa immagine il Papa ha segnato un programma preciso
per la Chiesa e per i credenti.
Tutto ciò ha una radice
profondamente latinoamericana, dove immagini direttamente
discendenti da quelle che troviamo nei codici rimasti che ci parlano
delle coloratissime città e templi delle civiltà prima di Colombo e
dell'arte popolare dei coloratissimi retabli
o grandi altari spagnoli intagliati delle Chiese del sud America e
ampiamente usate dai Gesuiti, da cui proviene il Papa, nella loro
opera educativa verso il popolo.
L'uso dell'immagine
parlante dunque è molto potente e del tutto intenzionale ed è stata
colta nella esposizione che andiamo a inaugurare, non solo perché
questo gesto di Papa Francesco è stato rappresentato, ma soprattutto il complesso di
una serie di immagini forti ed evocative,
che corrispondo alla scelta
precisa operata dal Papa.
Il motivo conduttore è perciò
espresso nella mani, che sono la parte del corpo che indica la
concretezza della misericordia.
Anche nell'allestimento
dell'Ing. Santolini, che ringrazio di cuore insieme ai
collaboratori, si è voluta dare il senso dell'abbraccio nel modo
di disporre i pannelli.
Tenendo conto che siamo soliti
dividere le opere di misericordia in 14, quelle spirituali e quelle
corporali, i gruppi espositori sono la metà cioè sette.
Dunque l'abbraccio e le
mani.
Certo le mani del padre che
accoglie il figlio prodigo, che si è allontanato dissipando ogni
cosa compreso se stesso,
le mani che porgono, anche il
pezzo di pane o le ciotole che sottintende le mani che
distribuiscono,
le mani di Cristo che
moltiplicano il vino a Cana, le mani del Buon Pastore o
del Bon Samaritano o anche le Mani di Maria che abbracciano sotto il
manto,
le mani che Gesù disarma
dalla pietra di morte che sta per essere gettata contro la
peccatrice;
le mani portate alla testa in
ricordo del gesto fissato da Munk e che segna la nostra epoca di
disperazioni e alienazioni,
perfino le mani invisibili di
un angelo di pace, memori del salmo: il suo angelo ti sorreggerà con
le sue mani.
Ma ci sono anche scene di
gruppo o d'insieme il cui le mani sembrano passare in secondo
piano. E' vero, ma prima o dopo un gesto è da supporsi o comunque
è chiaro, come per esempio nell'opera dei ragazzi disabili con
tecnica mista, che vorrei citare, che rappresentano le barche di
Lampedusa con il loro carico di migranti.
E' quello che abbiamo visti
nei mezzi di comunicazione e la risposta è l'eroica accoglienza
verso mani che si aggrappano, con l'altra parte mani che traggono
in salvo e accolgono.
Certamente troverete anche
alcune opere più simboliche che non rientrano nella categoria
citata, anche se sono ricche di significato, espressione chiara
dell'arte come ripensamento essenziale, che sono tuttavia un
corollario necessario allo spirito della mostra, nel suo aspetto cioè
di ricerca concettuale intorno all'amore che si dona.
Vi sono anche due opere
storicizzate di Francesco Nonni e Lorenzo Viani, offerte da una
collezione, come riferimento al cammino storico delle opere di
misericordia, che nei secoli e ancor oggi servono come schema
evangelico e che lo stesso Papa Francesco ha indicato come oggetto di
riflessione per questo anno santo della Misericordia.
Mi permetto di ricordarle per
rinfrescarle un poco anche perché posso essere utili per la lettura
della mostra:
LE
SETTE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE
1
- Consigliare i dubbiosi
2 - Insegnare agli ignoranti
3 -
Ammonire i peccatori
4 - Consolare gli afflitti
5 -
Perdonare le offese
6 - Sopportare pazientemente le persone
moleste
7 - Pregare Dio per i vivi e per i morti
LE
SETTE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE
1
- Dar da mangiare agli affamati
2 - Dar da bere agli assetati
3
- Vestire gli ignudi
4 - Alloggiare i pellegrini
5 -
Visitare gli infermi
6 - Visitare i carcerati
7 -
Seppellire i morti
Con ciò
ringrazio della vostra attenzione esprimendo la mia gratitudine a Don
Luca e il suo staff di validi collaboratori, tutti volontari e
generosi nel donare il loro tempo e il loro silenzioso lavoro.
Ricordo
altresì che l'otto maggio prossimo alle ore 18 avrà luogo il
Giubileo degli Artisti nella Basilica Cattedrale di Faenza.
Don Mariano Faccani
Pignatelli
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