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Dal Vangelo di domenica 10 aprile |
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08-04-2016 |
Dal
vangelo di Giovanni (21,1-14)
In
quel tempo1,
Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade2.
E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso
detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedéo3
e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare"
Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e
salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando
già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i pescatori non si
erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: "Figlioli, non avete
nulla da mangiare?". Gli risposero: "No". Allora disse loro:
"Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La
gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità
di pesci.
Allora
quel discepolo che Gesù amava4
disse a Pietro: "è
il
Signore!". Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse
la veste attorno ai fianchi5,
poiché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece
vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano
infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena
scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del
pane. Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso
ora". Allora Simon Pietro salì sulla barca e trasse a terra la
rete piena di centocinquantatre6
grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò7.
Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli
osava domandargli: "Chi sei?", poiché sapevano bene che era il
Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e
così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si
manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand'ebbero
mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi ami
tu più di costoro?". Gli rispose: "Cero, Signore, tu lo sai che
ti amo". Gli disse: Pasci i miei agnelli". Gli disse di nuovo: "
Simone di Giovanni, mi ami?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo
sai che ti amo". Gli disse: "Pascola le mie pecore". Gli disse
per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi ami?" Pietro rimase
addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse:
"Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo". Gli rispose Gesù:
"Pasci le mie pecore. In verità, in verità ti dico: quando eri
più giovane ti vestivi da solo, e andavi dove volevi; ma quando
sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti
porterà dove tu non vuoi". Questo gli disse per indicare con quale
morte8
egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: "Seguimi"
Una
comunità slegata
Ma
non erano rimasti in 11? E perché adesso sono solo sette? Gli altri
dove sono? E perché sono tornati a pescare sul loro lago? Non
avevano ormai abbandonato le barche e le reti, per dedicarsi ad un
altro tipo di pesca? Il gruppo degli amici di Gesù sembra essere
tornato un po' indietro: è un gruppo slegato, stanco, demotivato,
senza slancio e fantasia, che non sa più quello che fa e perché lo
fa.
-
E'
mattino, le reti sono vuote, la fatica si fa sentire... Cosa avranno
pensato Pietro e i suoi compagni in quel momento, cosa si saranno
detti?
-
In
famiglia, a scuola, sul lavoro, in parrocchia, ci sono delle
situazioni che assomigliano a quella dei pescatori? Momenti di
scollamento tra le persone, di confusione, di crisi?
E'
il Signore!
Come
si presenta Gesù? Come colui che incoraggia, che è vicino non per
rimproverare, non per far dell'ironia, ma per dare animo, per dare
forza. E come incoraggia Gesù? In maniera semplice, presentandosi
sulla riva in quell'ora solitaria e rianimando quella scena un po'
triste con una presenza umana: "C'è qualcuno che si sta
interessando di noi, che pensa a noi... Non siamo del tutto soli in
questo lago!" E poi si mostra partecipe della vicenda: pur essendo
lontano, non è uno che è venuto a passeggiare lungo il lago, chiuso
nei suoi pensieri, ma getta una lenza misteriosa che li colpisce. Si
mostra cioè partecipe della loro vicenda entrando nei loro problemi:
"Avete qualcosa da mangiare?". E i discepoli sentono che nella
loro solitudine qualcuno è entrato gratuitamente.
La
partecipazione alla vicenda prosegue, indicando una via di uscita.
Gesù non distrugge, non rimprovera, non fa lo scettico, ma
ricompone, ricostruisce, entrando nei discorsi degli apostoli e
prendendo il meglio di ciò che essi stanno facendo.
Va
loro incontro, facendo trovare il senso dello stare assieme, dando la
gioia di lavorare con tutte le forze per tirare la rete e quindi
ricostruendo anche la loro dignità. Non può essere che lui: E' il
Signore!
-
Per
cosa oggi posso dire: "E' il Signore!" ?
-
Ho
mai visto situazioni apparentemente chiuse e statiche, riaprirsi
alla speranza e ripartire?
-
Giovanni
capisce per primo e aiuta gli altri a riconoscere il Signore. Da chi
sono aiutato e chi sto aiutando a dire: "E' il Signore!"?
Il
coraggio di buttarsi
Pietro
è il solito esagerato: poteva aspettare di arrivare a terra con la
barca... In fondo erano a cento metri dalla spiaggia. Ma lui è fatto
così: è impulsivo, generoso, anche se incostante. Ha il coraggio di
lasciare subito tutto per Gesù, ma poi al momento buono lo rinnega;
si dice pronto a morire per lui, ma poco dopo si addormenta; si butta
in mare per andargli incontro sulle acque, ma preso dalla paura
comincia ad affondare. Eppure, proprio a quest'uomo, capace di
buttarsi ancora dopo il suo tradimento, Gesù affida la sua chiesa.
-
Sono
arrivato ancora nella vita a "buttarmi", a giocarmi fino in
fondo? Quali scelte impegnative ho fatto finora? Dove mi sono
buttato?
Una comunione ritrovata
La
prima cosa che il Signore fa, quando rivede i suoi, è quella di
mangiare con loro. Non si preoccupa subito di istruirli sui loro
compiti, di mandarli a predicare, di fare chissà cosa. E' più
importante ricostruire attorno al fuoco, al pane spezzato, la
comunione di vita che si era interrotta il giovedì sera dopo la fuga
e la dispersione dei suoi, ridare fiducia e calore a quel gruppo un
po' in crisi.
Mi
ami? Pasci le mie pecorelle!
E'
bellissimo questo botta e risposta tra Gesù e Pietro:
-
per
tre volte Gesù chiede: "Mi
ami?"
a Pietro che lo aveva rinnegato tre volte. Gesù va oltre il
rinnegamento di Pietro, gli dà un'altra possibilità, lo aiuta a
ricostruire il legame con Lui. Poteva chiedergli tante cose, poteva
fargli l'interrogatorio di sesto grado, poteva proporgli un test
attitudinale sulle qualità del buon missionario e invece si limita
a una domanda sola: "Mi
ami?"
-
E
Pietro risponde: "Tu
sai tutto, tu sai che ti amo".
Tu sai tutto, tu conosci la mia paura, i miei limiti, i miei
peccati, ma in fondo sai che ti amo. E' una preghiera che potremmo
fare tante volte anche noi.
-
Gesù
replica: "Pasci
le mie pecorelle".
Se davvero mi ami, prenditi cura dei miei amici, di quelli che fanno
più fatica, della mia chiesa, cerca di essere un buon pastore,
ricordando che le pecore sono "mie".
-
Alla
fine Gesù accenna alla morte di Pietro: "Un
altro ti porterà dove
tu non vuoi.."
Pietro seguirà il suo Signore e aiuterà tanti altri a incontrarlo,
non solo con i suoi viaggi missionari, con le sue prediche, ma anche
con la sua passione e morte, quando si dovrà fermare e dovrà
accettare una sorte decisa da altri.
"Pasci
le mie pecore", dice Cristo a Pietro, ed a me, in questo momento.
Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a
soffrire. Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il
nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento
della sua presenza, che egli ci dona nel Santissimo Sacramento. Cari
amici - in questo momento io posso dire soltanto: pregate per me,
perché io impari sempre più ad amare il Signore. Pregate per me,
perché io impari ad amare sempre più il suo gregge - voi, la
Santa Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme.
Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi.
Preghiamo gli uni per gli altri, perché il Signore ci porti e noi
impariamo a portarci gli uni gli altri. (Benedetto
XVI, omelia per l'inizio del ministero pastorale)
1
Fatti che abbiamo letto domenica scorsa: sono i primi incontri di
Gesù Risorto a Gerusalemme. Qui, nel cap 21, Giovanni ci parla
invece di incontri successivi sul lago di Galilea o mar di
Tiberìade.
2
Era il lago dove, prima della loro chiamata, Pietro e gli altri
erano pescatori.
3
Giacomo e Giovanni
4
E' Giovanni stesso?.
5
Nel fresco del mattino, Pietro ha indossato un camiciotto da
pescatore. Ora non se lo toglie (non poteva andare nudo da Gesù!),
ma se lo cinge attorno alla vita per nuotare meglio.
6
Su questo numero, sono stati scritti fiumi di inchiostro: perché
proprio 153? Sicuramente la cifra precisa ci fa pensare alla
presenza di Giovanni stesso come testimone oculare di quello che poi
finirà nel suo vangelo. Ma il numero può avere anche un
significato simbolico: 153 potevano essere la totalità delle specie
dei pesci allora conosciute e indicare che la rete di Pietro doveva
pescare tutti, che la missione della chiesa era rivolta a tutti i
popoli; Agostino si fa un viaggio matematico e vede che 153 e la
somma di tutti i numeri da 1 a 17. E 17 che c'entra? E' 10 (i
comandamenti) + 7 (i doni dello Spirito): che fantasia! Ma questo è
niente, rispetto a quello che diranno altri commentatori che
vedranno in questo numero un po' di tutto... In ogni caso: è un
numero grande, e indica la fecondità della nostra vita e della
missione della chiesa, quando ci fidiamo della parola di Gesù.
7
Occhio a questo particolare. Come la tunica di Gesù che non viene
divisa, anche la rete che non si spezza, è un simbolo di unità.
Già i primi cristiani hanno visto quanto fosse difficile, ma
importante non spezzare l'unità tra le persone e nella chiesa.
8
Al tempo della redazione finale del vangelo di Giovanni, verso la
fine del 1°sec, Pietro era già stato crocifisso da una trentina
d'anni.
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