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Dal Vangelo di domenica 1 maggio |
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01-05-2016 |
Dal
vangelo di Giovanni (14,23-29)
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà
la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e
prenderemo dimora presso di lui.
Chi
non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate
non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi
ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il
Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui
vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho
detto.
Vi
lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dá il mondo, io la do
a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: "Vado
e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al
Padre, perché il Padre è più grande di me.
Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi
crediate».
Nell'ultimo
incontro tra Gesù e i suoi, qualche discepolo gli pone delle
domande: Pietro innanzitutto (cf. Gv
13,36-37), poi Tommaso (cf. Gv
14,5), infine Giuda, non l'Iscariota, il
traditore. Costui gli chiede: "Signore, come è accaduto che
devi manifestarti a noi, e non al mondo?" (Gv 14,22). È
una domanda che deve aver causato anche sofferenza nei discepoli:
tutta quella avventura insieme a Gesù per anni, poi alla fine Gesù
se ne va e sembra che nulla sia veramente cambiato nella vita del
mondo, che tutto resti come prima... Una piccola e sparuta comunità
ha capito qualcosa perché Gesù si è manifestato a essa, ma il
grande mondo, gli altri, non hanno visto e non vedono nulla. A cosa
si riduce quella venuta del Figlio dell'uomo sulla terra, quella
vita in attesa del regno di Dio imminente che Gesù proclamava? Tutto
qui? (E.Bianchi)
Il
nostro brano è la risposta di Gesù a queste domande ancora
attualissime.
Non
sia turbato il vostro cuore e non abbia timore
Certo,
nell'andarsene Gesù vede la sua opera, quella che umanamente ha
realizzato in obbedienza al Padre, "incompiuta", perché i
discepoli non capiscono ancora, perché la verità nella sua
pienezza non è ancora rivelabile e lui stesso avrebbe ancora molte
parole da dire, molti insegnamenti da dare, molte cose da rivelare...
Eppure ecco che Gesù ci insegna l'arte di "lasciare la presa":
se ne va senza ansia per la sua comunità e per il suo destino, ma
anzi con la fiducia che c'è lo Spirito, il Consolatore e
Difensore, il quale agirà nella comunità da lui lasciata (E.
Bianchi).
Non
preoccupatevi - sembra dire Gesù - non vi lascio soli, non vi
abbandono! Tornerò e sarò presente in mezzo a voi in modo ancora
più intenso di adesso. Per questo non vi dovete rattristare, anzi
dovreste essere contenti che vado al Padre. Così riuscirò ad
esservi vicino ancora di più, e sarò vicino anche ad ogni uomo in
ogni tempo e in ogni luogo.
- "Se
mi amaste, vi rallegrereste..."
Perché siamo più fortunati noi, rispetto alla gente che ha
conosciuto e visto Gesù prima di Pasqua?
-
"Tornerò
a voi":
In quali modi i primi cristiani dopo l'Ascensione hanno sentito
che Gesù era ancora in mezzo a loro? In quali pagine della vita
della nostra Chiesa abbiamo sperimentato la presenza del Signore? In
che modo Gesù "torna" oggi tra noi?
-
"Non
sia turbato il vostro cuore e non abbia timore":
quando ci sembra che lui sia lontano dalla nostra vita? Quando la
nostra fede conosce il turbamento e il timore?
Se
uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi
verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui
In
che modo Gesù tornerà? Entrando nella vita di chi si fida di lui,
ascolta la sua parola e lo ama, facendo la sua casa nel cuore dei
suoi amici e portando con sé anche la presenza del Padre.
Robe
da matti: noi ascoltando lui, accogliendo lui, diventiamo casa di
Dio, dimora dove Dio abita. Diventiamo la sua presenza nel mondo
oggi.
-
Ho
conosciuto uomini e donne innamorati di Dio che facevano trasparire
un po' della sua bontà, della sua verità, della sua pace?
- Nei
miei pensieri, nei miei progetti, nelle mie emozioni, nelle mie
gioie e nei miei dolori, nei miei doni e nei miei limiti, dove il
Signore si manifesta, mi dà l'appuntamento, mi sorprende?
Il
Paràclito v'insegnerà ogni cosa...
In
che modo Gesù tornerà, ci raggiungerà e dimorerà in noi? Col dono
del suo Spirito! Gesù lo chiama il "Paràclito", che vuol dire
due cose: il "Consolatore", quello che consola e incoraggia i
discepoli nei momenti di prova e fatica e tiene loro compagnia al
posto di Gesù; l'"Avvocato", che difende Gesù in noi, ci
ricorda le sue parole, e ci aiuta a rendere testimonianza nel mondo.
Gesù
lo definisce il "Paraclito", cioè "colui che ci viene in
aiuto", che è al nostro fianco per sostenerci in questo cammino di
conoscenza; e, durante l'Ultima Cena, Gesù assicura ai discepoli
che lo Spirito Santo insegnerà ogni cosa, ricordando loro le sue
parole (cfr Gv 14,26).
Qual
è allora l'azione dello Spirito Santo nella nostra vita e nella
vita della Chiesa per guidarci alla verità? Anzitutto, ricorda e
imprime nei cuori dei credenti le parole che Gesù ha detto, e,
proprio attraverso tali parole, la legge di Dio - come avevano
annunciato i profeti dell'Antico Testamento - viene inscritta nel
nostro cuore e diventa in noi principio di valutazione nelle scelte e
di guida nelle azioni quotidiane, diventa principio di vita.
Lo
Spirito Santo, poi, come promette Gesù, ci guida «a tutta la
verità» (Gv 16,13); ci guida non solo all'incontro con Gesù,
pienezza della Verità, ma ci guida anche "dentro" la Verità, ci
fa entrare cioè in una comunione sempre più profonda con Gesù,
donandoci l'intelligenza delle cose di Dio. E questa non la
possiamo raggiungere con le nostre forze. Se Dio non ci illumina
interiormente, il nostro essere cristiani sarà superficiale.
Sono
aperto all'azione dello Spirito Santo, lo prego perché mi dia
luce, mi renda più sensibile alle cose di Dio? Questa è una
preghiera che dobbiamo fare tutti i giorni: «Spirito Santo fa' che
il mio cuore sia aperto alla Parola di Dio, che il mio cuore sia
aperto al bene, che il mio cuore sia aperto alla bellezza di Dio
tutti i giorni.
La verità di Cristo, che lo Spirito Santo ci
insegna e ci dona, interessa per sempre e totalmente la nostra vita
quotidiana. Invochiamolo più spesso, perché ci guidi sulla strada
dei discepoli di Cristo. Invochiamolo tutti i giorni. Vi faccio
questa proposta: invochiamo tutti i giorni lo Spirito Santo, così lo
Spirito Santo ci avvicinerà a Gesù Cristo. (Papa Francesco, udienza
15 maggio 2013)
-
Quali
sono le consolazioni dello Spirito? La gioia e la pace per il bene
compiuto? I momenti in cui il bene mi viene spontaneo e facile? I
momenti in cui vedo chiaramente il mio cammino e capisco quello che
devo fare?
-
Quando
ho sperimentato la consolazione e la forza dello Spirito di Gesù
che mi ha spinto, incoraggiato, mi ha sostenuto nella sofferenza, mi
ha fatto attraversare con fede certi deserti, mi ha fatto scoprire
orizzonti nuovi e impensati, mi ha fatto trovare tesori di bene lì
dove non mi sarei aspettato niente...?
-
Ho
incontrato persone piene dello Spirito di consolazione, capaci di
dare coraggio, di stare vicino, di
caricarsi dei problemi, di infondere fiducia?
-
Quando lo Spirito mi ha aiutato a smascherare il male e a scegliere
il bene? Mi ha ricordato le parole di Gesù, quando rischiavo di
dimenticarmele? Ha difeso la bellezza del vangelo in me di fronte a
proposte che potevano sembrare molto più ovvie e facili?
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V'insegnerà
ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto
Promessa, questa, che
vediamo realizzata nella vita della chiesa e nella nostra vita, nelle
nostre storie. Oggi il Vangelo lo comprendiamo più di ieri, più di
mille anni fa. Per la salvezza degli uomini e delle donne di ieri era
sufficiente quella comprensione, ma per noi oggi è necessaria
un'altra comprensione, dovuta al vivere del Vangelo nella storia,
perché in essa il Vangelo si dilata e la chiesa lo approfondisce, lo
comprende meglio e di più. (E.Bianchi)
Lo Spirito del Risorto
ci aiuta a comprendere oggi il vangelo di fronte alle nuove sfide
della cultura e della società in cui viviamo, di fronte ai nuovi
problemi e alle nuove risorse del nostro tempo; ci insegna ogni cosa,
cioè ci ricorda cosa oggi il Risorto dice alla sua Chiesa.
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