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Dal Vangelo di domenica 24 luglio |
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23-07-2016 |
PADRE
NOSTRO...
Dal
vangelo secondo Luca (11,1-4)
Gesù
si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi
discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche
Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro:
«Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il
tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a
noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro
debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
Comprendiamo
il vangelo
Un
giorno...
Nel
lungo viaggio verso Gerusalemme, verso il suo esodo pasquale, Gesù
fa capire cosa vuol dire fare strada con lui, cosa comporta seguirlo,
quali atteggiamenti sono richiesti al discepolo. In questo identikit
del discepolo, la preghiera ha una parte importante: oltre al Padre
nostro in questa parte del vangelo, troviamo infatti altri
insegnamenti sulla preghiera: Marta e Maria, la parabola dell'amico
importuno (11,5-8) e del giudice iniquo (18,-8) sulla fatica e la
perseveranza nella preghiera, il fariseo e il pubblicano (18,9-14)
sulla vera e falsa preghiera...
Gesù
si trovava in un luogo a pregare...
Luca
è molto attento a Gesù che prega: nel Battesimo (3,21-22), prima di
scegliere i Dodici (6,12-13), prima della confessione di Pietro
(9,21-28), nella Trasfigurazione (9,28-29), al ritorno dei
settantadue (10,21-22), nell'Orto degli Ulivi (22,39-46), sulla
Croce (23,34.46). In tutti questi brani ci fa vedere come prega Gesù,
in quali posizioni, con quali atteggiamenti interiori, con quali
parole, come prega i salmi, per chi prega...
Il
Padre nostro è un po' il riassunto di tutta questa sua preghiera,
di tutto il vangelo, di tutta la sua vita che si apre e si chiude nel
nome del Padre, di tutto il vangelo: vi si trovano infatti i suoi
pensieri più cari e le sue idee più ripetute. E diventa la
preghiera del discepolo, di colui che segue Gesù.
...quando
ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a
pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli»
I
discepoli rimangono colpiti, affascinati dalla intensità della
preghiera di Gesù. Non lo interrompono, lo lasciano finire, poi gli
chiedono di imparare a pregare.
Certo
sono persone che pregano già; chissà quante volte sono entrati in
sinagoga... Ma, vedendo il Signore pregare, chiedono di imparare da
lui, di essergli discepoli anche nella novità della sua preghiera.
Non gli basta più come hanno pregato fino adesso, come si sono
rivolti a Dio...
La
preghiera di Gesù è la forza, la sorgente, l'esempio della
preghiera dei discepoli, della preghiera della Chiesa, della nostra
preghiera. Pregare è entrare nella preghiera di Gesù, negli
atteggiamenti con cui lui sta davanti al Padre. Anche il buon
ladrone, sulla Croce, rimarrà contagiato dalla preghiera di Gesù
sulla Croce e troverà la forza di morire pregando: "Gesù,
ricordati di me"
(23,42)
Quando
pregate dite...
I
vangeli ci consegnano il Padre nostro in due versioni, quella più
breve di Luca e quella che conosciamo meglio, di Matteo (Mt 6,9-13).
Il Padre nostro non è quindi una formula rigida, ma un modello di
preghiera cristiana; non è un museo, ma una palestra in cui
allenarsi ai giusti atteggiamenti, al giusto clima di preghiera. La
prospettiva sulla quale accordare i nostri desideri, perché siano
accordati sul desiderio più profondo di Dio: il Regno di Dio,
pienezza di vita in tutte le dimensioni, per ogni uomo. Quali
atteggiamenti?
Padre
Così
brevemente, Padre, abbà, papà, iniziano tante preghiere di Gesù.
Padre è sua prima e ultima parola.
Gesù,
ci ha rivelato il volto di questo Padre pieno di amore e di
misericordia, e per il dono del suo Spirito, ha dato anche a noi la
possibilità di rivolgerci a Dio, da figli, chiamandolo abbà, Papà
Con
questa invocazione, superiamo ogni falsa immagine di Dio (schiavitù,
paura) e troviamo il tono vero della nostra preghiera,
l'atteggiamento giusto per stare davanti a Dio di disponibilità,
di fiducia, di abbandono, di certezza di essere ascoltati, di
superamento delle paure, e anche di serietà...
Dire
"Padre" indica l'intimità e la serietà del rapporto con Dio,
che è Padre dolcissimo, misericordioso, ma anche Padre che mi chiede
l'impegno, che mi fa camminare con le mie gambe.
Ogni
domanda del Padre nostro, andrebbe introdotta con questa invocazione.
Tuo.
La
preghiera parte dal Tu di Dio, poi passa a "noi", alle nostre
richieste... Pregare è mettersi davanti al Tu di Dio, è partire da
lui, dal suo nome, dal suo regno, dal suo progetto...
Sia
santificato il tuo nome...
Permettere
a Dio di svelare nella nostra vita personale e comunitaria, il suo
volto, la sua identità di Padre come ce la rivela Gesù, così
"altro", sorprendentemente diverso da come ce l'eravamo
immaginato... Essere così trasparenti da far vedere la presenza di
Dio: vedano
le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei
cieli.
(Mt
5,16)...
E
al contrario: a causa nostra - a causa del nostro essere poco figli e
poco fratelli - non sia bestemmiato il tuo nome, non sia pronunciato
invano il tuo nome, non sia deformato il tuo volto...
Venga
il tuo Regno.
La
preghiera autentica ci porta a desiderare i valori del regno: la
giustizia, la fraternità, la pace, la verità, la libertà, la vita...
Non ci fa evadere dalla storia, anzi ci spinge a muoverci, a
impegnarci, a progettare... Il regno di Dio è già presente in mezzo
a noi, e nello stesso tempo, aspetta un compimento alla fine. Il
discepolo chiede di riconoscere i fermenti del regno oggi, di
costruirlo con coraggio, di attenderlo con speranza...
Dacci
ogni giorno il nostro pane quotidiano.
-
Dacci
o continua a darci
-
Il
pane "quotidiano",
o "necessario".
Il
pane che chiediamo è il pane quotidiano, da chiedere ogni giorno
come la manna nel deserto, per perseverare ogni giorno nel cammino e
nell'impegno (9,23); un pane da non accumulare, ma da accogliere e
da condividere (occhio ai pronomi: dopo tuo c'è nostro!)
Il
Padre nostro ci insegna così il distacco e la condivisione; ci
insegna a metterci come fratelli davanti a Dio; ci unifica, ci aiuta
a non dissiparci in tante cose superflue, a desiderare l'essenziale,
come l'antico saggio del Libro dei Proverbi: Io
ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: tieni lontano
da me falsità e menzogna, non darmi ne povertà ne ricchezza. ma
fammi avere il cibo necessario, perché, una volta sazio, io non ti
rinneghi e dica: «Chi è il Signore?», oppure, ridotto
all'indigenza, non rubi e profani il nome del mio Dio. (Pr 30, 8-9);
Perdonaci
i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro
debitore.
-
Luca ha cambiato il termine "debiti" che ai Greci non sarebbe
apparso nel suo significato religioso di peccato, conservandolo però
il termine "debitori", per indicare il perdono al prossimo, a cui
bisogna condonare anche i debiti e non solo le offese morali
-
Nella versione di Luca, si vede ancora meglio che il perdono di Dio
rende possibile il nostro perdono... - Il perdono è un altro pane
di cui abbiamo bisogno, per le nostre cadute continue e incapacità
nella realizzazione del regno.
E
non ci indurre in tentazione...
-
Potremmo tradurre: Non lasciarci soccombere nella tentazione
Che
tipo di tentazioni? Quelle che anche Gesù ha provato dell'avere,
del potere, dell'apparire, dello strumentalizzare Dio; quelle che
la comunità credente incontrerà nel tempo della persecuzione, del
dubbio e del turbamento quelle rappresentate dalle preoccupazioni,
dagli affanni, dalla ricchezza e dalle dissipazioni, che, come sassi
e spine, soffocano il cuore e fanno venir meno l'accoglienza della
Parola e l'impegno per il Regno... (8,14; 21,34) Il
discepolo non chiede di essere esente da queste tentazioni, ma di
riconoscerle e superarle.
La
preghiera non sottrae l'uomo alla drammaticità dell'esistenza.
Ma è indispensabile per resistere alla tentazione della fuga, del
compromesso, dello scoraggiamento: "Pregate
per non entrare in tentazione"
(22,40.46).
Meditiamo
il vangelo
Una
preghiera che accompagna la vita
Abbiamo
imparato il Padre nostro, quando eravamo bambini. Anche se non
capivamo le parole, le ripetevamo a memoria, sapendo di raggiungere
il contenuto di coloro che ce le trasmettevano; i genitori, gli
educatori, il sacerdote... Chi ci ha insegnato a pregare, ci ha
insegnato non soltanto delle parole, ma ci ha trasmesso una
esperienza vissuta. Ci siamo così inseriti nell'immenso fiume
della preghiera che parte da Gesù stesso e, attraverso gli apostoli,
corre lungo i secoli e arriva fino ad oggi.
Dopo
gli anni dell'infanzia c'è stato forse un momento di scoperta:
Dio chiamato Padre, Dio Padre come nuovo orizzonte di vita.
Poi,
con la giovinezza si arriva ad apprezzare anche la domanda "Venga
il tuo Regno". Mi voglio impegnare per il tuo regno di giustizia,
di fraternità...
C'è
un'ulteriore tappa: la tappa dell'adulto. La preghiera diventa la
preghiera del povero, di colui che nel regno arranca, fa fatica ed ha
bisogno del pane, del sostentamento quotidiano; ha bisogno del
perdono, della forza nella difficoltà. L'adulto cerca il regno a
partire dalla propria fragilità riconosciuta. (cfr
C.M.Martini, itinerario di preghiera con l'evangelista Luca).
-
Qual è la "storia" del Padre nostro nella mia vita? Come l'ho
imparato, meditato, pregato? Chi me l'ha insegnato e fatto
scoprire?
-
In quali occasioni ho ripetuto con particolare forza una delle
invocazioni del Padre nostro? A quali avvenimenti della nostra vita
posso legarle?
-
Adesso, quale invocazione
del Padre nostro mi sta più a cuore? E quale facciamo più fatica a
dire con sincerità?
Signore,
insegnaci a pregare...
-
Ci sono stati dei momenti in cui ho desiderato pregare di più e
meglio, magari vedendo l'esempio di altri, incontrando qualche
"uomo o donna di preghiera"? Ho mai chiesto a qualcuno: insegnami
a pregare?
-
Qualcuno mi ha mai chiesto di pregare per lui o come faccio a
pregare? Quale consiglio gli ho dato?
Padre
-
Padre... e non padrone da tener buono, ricco a cui mendicare,
assicurazione per i nostri interessi, tappabuchi per la nostra
pigrizia, registratore di cassa per i nostri meriti, giustiziere dei
nostri nemici, specchio dei nostri desideri...
-
Ma, quando prego, ho una idea giusta di Dio? E, per riflesso, ho una
idea giusta del prossimo? Quando non perdono, quando non spezzo il
mio pane, quando non riesco a dire "fratello", vuol dire che non
ho ancora davanti a me il volto del Padre di Gesù...
Tuo
Non
è così facile, quando prego, dire Tu, passare dall'io, al Tu, dal
parlarmi addosso a mettermi alla sua presenza, dai miei disegni al
suo regno, dalla mie domande alle sue, dalle mie preoccupazioni alla
sua volontà...
Nostro
-
Le persone care, gli altri, la città, il mondo con le loro fami, i
loro problemi..., entrano nella mia preghiera, mi aiutano a pregare
al plurale, a dire davvero: "Padre nostro..., nostro pane...,
nostri debiti..."?
-
Uniamoci nella preghiera di questa sera, a tutti i fratelli che,
insieme con noi, soffrono debolezza e povertà sulla via del regno:
coloro che non ce la fanno più, che hanno una vita faticosa fino al
limite dell'intollerabile, ai malati, a chi ha bisogno del pane
quotidiano della speranza, a chi non riesce a perdonare e a
perdonarsi, a chi non crede nel Regno di Dio, a chi non conosce il
Padre
PADRE
MIO
Padre
mio, m'abbandono a Te, di me fai quello che ti piace.
Grazie
di ciò che fai per me, spero solamente in Te.
Purché
si compia il tuo volere in me e in tutti i miei fratelli,
niente
desidero di più: fare quello che vuoi Tu.
Dammi
che ti riconosca, dammi che ti possa amare sempre più
dammi
che ti resti accanto, dammi d'essere l'amor.
Fra
le tue mani depongo la mia anima, con tutto l'amore del mio cuore.
Mio
Dio, la dono a Te, perché ti amo immensamente.
Sì,
ho bisogno di donarmi a Te. Senza misura affidarmi alle tue mani,
perché
sei il padre mio, perché sei il padre mio.
Preghiamo
il vangelo
«Abbà,
Padre!» (Rm 8,15)
Padre
di Gesù e Padre nostro
Padre,
sia santificato il tuo nome
Padre,
venga il tuo regno
Padre,
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano
Padre,
perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni
nostro debitore
Padre,
non ci indurre in tentazione
Ti
rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra (Lc 10,21)
Padre,
non sia fatta la mia, ma la tua volontà (Lc 22,42)
Padre,
perdonali, perché non sanno quello che fanno (Lc 23, 34)
Padre,
nelle tue mani consegno il mio Spirito (Lc 23,46)
Padre,
misericordioso (Lc 6,36)
Padre,
che ti riveli nel Figlio (cfr 10,22)
Padre,
che doni lo Spirito santo a quanti lo chiedono (cfr 11,13)
Padre,
che vesti i gigli dei campi e nutri gli uccelli del cielo (cfr
12,22s)
Padre,
che conosci i nostri bisogni (cfr 12,30)
Padre,
che ci doni il tuo regno (cfr 12,32)
Padre,
che fai festa per un solo peccatore che si converte... (cfr Lc 15)
Padre
che esci incontro ai tuoi figli perduti (cfr Lc 15)
Padre,
donaci il pane per ogni giorno e insegnaci a cercare l'essenziale
Padre,
donaci il pane della tua Parola e insegnaci a condividerla nella
missione
Padre,
donaci il pane dell'Eucaristia e insegnaci a riconoscerti nella tua
Chiesa
Padre,
donaci il pane della fraternità e insegnaci ad amare gratuitamente
Padre,
liberaci dagli affanni e dalle preoccupazioni inutili
Padre,
liberaci dall'ansia di avere di più
Padre,
liberaci dalla tentazione di servire due padroni
Padre,
liberaci dalla tentazione della fuga e del disimpegno
Padre,
liberaci dalla tentazione di nascondere i nostri doni
Padre,
liberaci dalla tentazione di amare solo quelli che ci amano e di fare
del bene solo a quelli che ci ricambiano
Dio
Padre di tutti, che sei al di sopra di tutti, agisci per mezzo di
tutti e sei presente in tutti. (Ef 4,6)
Quale
grande amore ci hai dato per essere chiamati tuoi figli, e lo siamo
realmente! (cfr 1Gv 3,1)
Padre
santo, custodisci nel tuo nome
Padre,
custodiscici dal maligno
Padre,
consacraci nella verità
Padre,
mandaci nel mondo, come hai mandato nel mondo tuo Figlio
Padre,
rendici perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu ci hai amati
come hai amato Gesù.
Padre,
fa' che siamo una cosa sola, perché il mondo creda.
Per
continuare a meditare
Tu
sai che la preghiera è difficile. È il luogo per eccellenza della
gratuità, il campo dell'invisibile, spesso dell'insensibile,
dell'incomprensibile, dell'inatteso. Anche per te sarà duro
amare un Dio di cui non hai mai visto il volto. Così la tua
preghiera sarà una lotta fino all'ultimo respiro.
Non mettere
la tua felicità in ciò che puoi intendere o sentire di Dio nella
preghiera, ma piuttosto in ciò che non puoi né capire, né sentire...
Dio è sempre nascosto, difficile a trovarsi...
Nella
preghiera troverai pace, luce, gioia. Essa sarà per te la sorgente
del tuo amore e la forza della tua vita. Per illuminare la tua mente,
prega. Per discernere il tuo cammino, prega. Per unificare il tuo
essere, prega. Per far risplendere il tuo volto e rallegrare il tuo
cuore, prega. Per incorporarti a Cristo, prega. Non sei più tu che
vivi, è Cristo che vive in te.
Prega
come un povero. Sei fragile, volubile, distratto, radicalmente
incapace di raggiungere Dio e di accoglierlo. Tu sei un peccatore di
fronte a Dio tre volte santo. Accetta la tua povertà, sapendo che
Gesù ha benedetto la preghiera dell'umile pubblicano.
Prega
come un bambino. Se non diventerai come un bambino, non entrerai nel
suo Regno.
Prega
nel nome di Gesù, prega nello Spirito Santo.
Prega
con fiducia. La tua preghiera ha più potere sul cuore di Dio di
quanto tu non creda.
Prega
con perseveranza. La tua perseveranza, anche se dovesse diventare
importuna, sarà gradita.
Prega
con coraggio, perché le difficoltà non ti mancheranno. Raddoppia la
preghiera nei momenti importanti, nell'ora delle scelte, delle
difficoltà, delle tentazioni, delle reciproche incomprensioni.
Prega
con sobrietà e semplicità. La preghiera è un restare a cuore a
cuore con Dio e non ha bisogno di grandi idee e di grandi parole.
Prega
nel segreto. La sola cosa essenziale per te è il peso della presenza
di Dio che la tua preghiera personale e solitaria farà crescere.
Prega
con i tuoi fratelli, sapendo che dove sono due o tre riuniti nel suo
nome, Gesù è in mezzo a loro.
Dal Libro di vita delle fraternità monastiche di Gerusalemme
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Settembre 2024 |
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