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Dal Vangelo di domenica 7 agosto |
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05-08-2016 |
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è
piaciuto dare a voi il Regno.Vendete ciò che possedete e datelo in
elemosina; fatevi borse che non
invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo
non consuma. Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro
cuore. (Lc 12,32-34)
Il Vangelo di questa domenica (Lc 12,32-48) ci parla del
desiderio dell'incontro definitivo con Cristo, un desiderio che ci fa
stare sempre pronti, con lo spirito sveglio, perché aspettiamo questo
incontro con tutto il cuore, con tutto noi stessi. Questo è un aspetto
fondamentale della vita. C'è un desiderio che tutti noi, sia esplicito
sia nascosto, abbiamo nel cuore, tutti noi abbiamo questo desiderio nel
cuore.
Anche questo insegnamento di Gesù è importante vederlo nel
contesto concreto, esistenziale in cui Lui lo ha trasmesso. In questo
caso, l'evangelista Luca ci mostra Gesù che sta camminando con i suoi
discepoli verso Gerusalemme, verso la sua Pasqua di morte e
risurrezione, e in questo cammino li educa confidando loro quello che
Lui stesso porta nel cuore, gli atteggiamenti profondi del suo animo.
Tra questi atteggiamenti vi sono il distacco dai beni terreni, la
fiducia nella provvidenza del Padre e, appunto, la vigilanza interiore,
l'attesa operosa del Regno di Dio. Per Gesù è l'attesa del ritorno alla
casa del Padre. Per noi è l'attesa di Cristo stesso, che verrà a
prenderci per portarci alla festa senza fine, come ha già fatto con sua
Madre Maria Santissima: l'ha portata al Cielo con Lui.
Questo Vangelo vuole dirci che il cristiano è uno che porta dentro
di sé un desiderio grande, un desiderio profondo: quello di incontrarsi
con il suo Signore insieme ai fratelli, ai compagni di strada. E tutto
questo che Gesù ci dice si riassume in un famoso detto di Gesù: «Dov'è
il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore» (Lc 12,34). Il
cuore che desidera. Ma tutti noi abbiamo un desiderio. La povera gente è
quella che non ha desiderio; il desiderio di andare avanti, verso
l'orizzonte; e per noi cristiani questo orizzonte è l'incontro con Gesù,
l'incontro proprio con Lui, che è la nostra vita, la nostra gioia,
quello che ci fa felici. Ma io vi farei due domande. La prima: tutti
voi, avete un cuore desideroso, un cuore che desidera? Pensate e
rispondete in silenzio e nel cuore tuo: tu, hai un cuore che desidera, o
hai un cuore chiuso, un cuore addormentato, un cuore anestetizzato per
le cose della vita? Il desidero, andare avanti all'incontro con Gesù. E
la seconda domanda: dov'è il tuo tesoro, quello che tu desideri? -
perché Gesù ci ha detto: Dov'è il vostro tesoro, là sarà il vostro cuore
- e io domando: dov'è il tuo tesoro? Qual è per te la realtà più
importante, più preziosa, la realtà che attrae il mio cuore come una
calamita? Cosa attrae il tuo cuore? Posso dire che è l'amore di Dio? C'è
la voglia di fare il bene agli altri, di vivere per il Signore e per i
nostri fratelli? Posso dire questo? Ognuno risponde nel suo cuore. Ma
qualcuno può dirmi: Padre, ma io sono uno che lavora, che ha famiglia,
per me la realtà più importante è mandare avanti la mia famiglia, il
lavoro... Certo, è vero, è importante. Ma qual è la forza che tiene unita
la famiglia? E' proprio l'amore, e chi semina l'amore nel nostro cuore è
Dio, l'amore di Dio, è proprio l'amore di Dio che dà senso ai piccoli
impegni quotidiani e anche aiuta ad affrontare le grandi prove. Questo è
il vero tesoro dell'uomo. Andare avanti nella vita con amore, con
quell'amore che il Signore ha seminato nel cuore, con l'amore di Dio. E
questo è il vero tesoro. Ma l'amore di Dio cosa è? Non è qualcosa di
vago, un sentimento generico. L'amore di Dio ha un nome e un volto: Gesù
Cristo, Gesù. L'amore di Dio si manifesta in Gesù. Perché noi non
possiamo amare l'aria... Amiamo l'aria? amiamo il tutto? No, non si può,
amiamo persone, e la persona che noi amiamo è Gesù, il dono del Padre
fra noi. E' un amore che dà valore e bellezza a tutto il resto; un amore
che dà forza alla famiglia, al lavoro, allo studio, all'amicizia,
all'arte, ad ogni attività umana. E dà senso anche alle esperienze
negative, perché ci permette, questo amore, di andare oltre queste
esperienze, di andare oltre, non rimanere prigionieri del male, ma ci fa
passare oltre, ci apre sempre alla speranza. Ecco, l'amore di Dio in
Gesù sempre ci apre alla speranza, a quell'orizzonte di speranza,
all'orizzonte finale del nostro pellegrinaggio. Così anche le fatiche e
le cadute trovano un senso. Anche i nostri peccati trovano un senso
nell'amore di Dio, perché questo amore di Dio in Gesù Cristo ci perdona
sempre, ci ama tanto che ci perdona sempre (papa Francesco, Angelus)
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