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Dal Vangelo di domenica 28 agosto PDF Stampa
31-08-2016
A TAVOLA CON GESU'

Dal vangelo secondo Luca (14,1.7-14)
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: «Cedigli il posto!». Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. 10Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: «Amico, vieni più avanti!». Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
12Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

A tavola non si invecchia...

A parte che allora non ci si sedeva a tavola come facciamo noi ma ci si sdraiava, anche Gesù avrebbe fatto la firma a questo proverbio. Infatti lo troviamo spesso a tavola: coi parenti a Cana, coi discepoli nell'Ultima Cena, con le folle nella moltiplicazione dei pani, coi pubblicani, coi farisei... Fino ad essere bollato dai nemici come "un mangione e un beone" .
Lui che ha conosciuto il deserto e il digiuno, ha apprezzato anche la convivialità, il mangiare assieme... Nella familiarità del pasto comune ha detto parole e compiuto gesti significativi: ha accolto e perdonato, ha spiegato le logiche di Dio, ha parlato del regno, si è confidato coi suoi, ci ha lasciato il regalo più grande, l'Eucaristia

  • Ci sono momenti in cui riusciamo a trovarci tutti assieme attorno alla tavola? Come li viviamo? Nella nostra vita familiare, quali sono gli spazi e i tempi della convivialità, della comunicazione?

  • In parrocchia facciamo tanti incontri. Ma ci incontriamo davvero? Qual è il livello di familiarità e di comunicazione nella nostra comunità?

  • La Messa è anche incontro tra noi? Dopo la Messa abbiamo lo spazio e il luogo per salutarci?

Quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto
Gesù non dà solo un consiglio di buona educazione. Dice quello che sta facendo: lui, il Signore, sta umiliando se stesso; lui, il primo, sta prendendo l'ultimo posto; lui, il Santo, sta prendendo il posto del peccatore; lui, l'autore della vita, sta andando a morire sulla Croce.
Prende l'ultimo posto, perché è un uomo libero: vive per il Padre ed è libero da ogni ricerca di gloria e di grandezza umana. Chi lo segue è chiamato a scoprire questa libertà, a scoprire che nell'umiltà, nella semplicità, nel servizio, sta la vera amicizia con Dio e la grandezza dell'uomo: "Amico, passa più avanti!"

  • Conosco persone umili, semplici che sono state "grandi" anche nell'ultimo posto? Che senza far rumore hanno portato il peso di tutta la "baracca"?

  • In quali momenti mi trovo all'ultimo posto? Quando vivo con fedeltà un incarico che non mi sono scelto? Quando non mi metto in mostra e non sbandiero il bene fatto? Quando scelgo una parte e un ruolo meno appariscente ma forse più utile? Quando accetto un fallimento, una delusione senza fare un dramma? Quando vado dove nessuno vuole andare? Quando riconosco che uno è più bravo di me e gli faccio posto? Quando non sgomito e non guardo gli altri come avversari e concorrenti?

  • Anche un posto di responsabilità nella società, nella Chiesa può essere un "ultimo posto"? Conosco persone che hanno vissuto con semplicità anche ruoli di grande responsabilità?

  • Cos'è l'umiltà? Come distinguerla dalla falsa umiltà di chi si tira sempre indietro, di chi non accetta mai una responsabilità, di chi crede di non sapere fare nulla?

  • "Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato". È vero solo in Paradiso o anche in parte già in questo mondo?

Quando offri un banchetto invita i poveri... e sarai beato perché non hanno da ricambiarti...


Se la Chiesa intera assume questo dinamismo missionario deve arrivare a tutti, senza eccezioni. Però chi dovrebbe privilegiare? Quando uno legge il Vangelo incontra un orientamento molto chiaro: non tanto gli amici e vicini ricchi bensì soprattutto i poveri e gli infermi, coloro che spesso sono disprezzati e dimenticati, «coloro che non hanno da ricambiarti» (Lc 14,14). Non devono restare dubbi né sussistono spiegazioni che indeboliscano questo messaggio tanto chiaro. Oggi e sempre, i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo, e l'evangelizzazione rivolta gratuitamente ad essi è segno del Regno che Gesù è venuto a portare. Occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri. Non lasciamoli mai soli. (Evangelii Gaudium 28)

  • Al banchetto della nostre feste, dei nostri beni, del nostro tempo, quali poveri sono invitati? Chi invece rimane sempre fuori?

  • Cosa vuol dire per noi, "partire" dagli ultimi, ascoltare i poveri? Quali sono i più poveri dei poveri oggi? Che posto hanno nella nostra parrocchia?

  • Nessuno dovrebbe dire che si mantiene lontano dai poveri perché le sue scelte di vita comportano di prestare più attenzione ad altre incombenze. Questa è una scusa frequente negli ambienti accademici, imprenditoriali o professionali, e persino ecclesiali. Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale (Evangelii Gaudium 201).

  • Mi è capitato di non ricevere proprio il contraccambio per il bene fatto, anzi di ricevere indietro incomprensione e ingratitudine? Come ho reagito? Dove sta la beatitudine promessa da Gesù?

  • Sono capace di lasciarmi amare gratuitamente? Di lasciarmi aiutare, anche quando non ho niente da dare indietro? Di lasciarmi invitare, anche quando mi sento povero?

Riceverai la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti
Diverse volte quando si parla di poveri, di uso del denaro, dei beni, il vangelo ci invita a pensare alla risurrezione finale, riflettere sulla nostra ultima vocazione. Siamo abituati a "fare i conti" di quaggiù, guardando anche al Paradiso?
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