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Dal Vangelo di domenica 30 ottobre |
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28-10-2016 |
Gesù
entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand'ecco un
uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere
chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era
piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo,
salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse
sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi
subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo
accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato
in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore:
«Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se
ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli
rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché
anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto
a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Lasciati guardare da Gesù
A
Gerico accade uno degli eventi più gioiosi narrati da san Luca: la
conversione di Zaccheo. Quest'uomo è una pecora perduta, è
disprezzato e uno "scomunicato", perché è un pubblicano, anzi,
è il capo dei pubblicani della città, amico degli odiati occupanti
romani, è un ladro e uno sfruttatore.
Impedito
dall'avvicinarsi a Gesù, probabilmente a motivo della sua cattiva
fama, ed essendo piccolo di statura, Zaccheo si arrampica su un
albero, per poter vedere il Maestro che passa.
Questo gesto
esteriore, un po' ridicolo, esprime però l'atto interiore
dell'uomo che cerca di portarsi sopra la folla per avere un
contatto con Gesù.
Zaccheo stesso non sa il senso profondo del suo
gesto, non sa perché fa questo ma lo fa; nemmeno osa sperare che
possa essere superata la distanza che lo separa dal Signore; si
rassegna a vederlo solo di passaggio.
Ma
Gesù, quando arriva vicino a quell'albero, lo chiama per nome:
«Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
Quell'uomo piccolo di statura, respinto da tutti e distante da
Gesù, è come perduto nell'anonimato; ma Gesù lo chiama, e quel
nome "Zaccheo", nella lingua di quel tempo, ha un bel significato
pieno di allusioni: "Zaccheo" infatti vuol dire "Dio ricorda".
E
Gesù va nella casa di Zaccheo, suscitando le critiche di tutta la
gente di Gerico (perché anche a quel tempo si chiacchierava tanto!),
che diceva: - Ma come? Con tutte le brave persone che ci sono in
città, va a stare proprio da quel pubblicano? Sì, perché lui era
perduto; e Gesù dice: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza,
perché anch'egli è figlio di Abramo».
In casa di Zaccheo, da
quel giorno, entrò la gioia, entrò la pace, entrò la salvezza,
entrò Gesù.
Non
c'è professione o condizione sociale, non c'è peccato o crimine
di alcun genere che possa cancellare dalla memoria e dal cuore di Dio
uno solo dei suoi figli.
"Dio ricorda", sempre, non dimentica
nessuno di quelli che ha creato; Lui è Padre, sempre in attesa
vigile e amorevole di veder rinascere nel cuore del figlio il
desiderio del ritorno a casa.
E quando riconosce quel desiderio,
anche semplicemente accennato, e tante volte quasi incosciente,
subito gli è accanto, e con il suo perdono gli rende più lieve il
cammino della conversione e del ritorno. Guardiamo Zaccheo, oggi,
sull'albero: il suo è un gesto ridicolo, ma è un gesto di
salvezza.
E io dico a te: se tu hai un peso sulla tua coscienza, se
tu hai vergogna di tante cose che hai commesso, fermati un po', non
spaventarti. Pensa che qualcuno ti aspetta perché mai ha smesso di
ricordarti; e questo qualcuno è tuo Padre, è Dio che ti aspetta!
Arrampicati, come ha fatto Zaccheo, sali sull'albero della voglia
di essere perdonato; io ti assicuro che non sarai deluso.
Gesù è
misericordioso e mai si stanca di perdonare!
Fratelli
e sorelle, lasciamoci anche noi chiamare per nome da Gesù!
Nel
profondo del cuore, ascoltiamo la sua voce che ci dice: "Oggi devo
fermarmi a casa tua", cioè nel tuo cuore, nella tua vita. E
accogliamolo con gioia: Lui può cambiarci, può trasformare il
nostro cuore di pietra in cuore di carne, può liberarci dall'egoismo
e fare della nostra vita un dono d'amore. Gesù può farlo;
lasciati guardare da Gesù!
Era
piccolo di statura:
gli ostacoli di Zaccheo
Il
primo ostacolo di Zaccheo è la bassa
statura:
non riusciva a vedere il Maestro perché era piccolo.
Anche oggi
possiamo correre il rischio di stare a distanza da Gesù perché non
ci sentiamo all'altezza, perché abbiamo una bassa considerazione
di noi stessi.
Questa è una grande tentazione, che non riguarda solo
l'autostima, ma tocca anche la fede. Perché la fede ci dice che
noi siamo «figli di Dio, e lo siamo realmente» (1
Gv
3,1).
Questa è la nostra "statura", questa è la nostra identità
spirituale: siamo i figli amati di Dio, sempre.
Non
accettarsi, vivere scontenti e pensare in negativo significa non
riconoscere la nostra identità più vera: è come girarsi dall'altra
parte mentre Dio vuole posare il suo sguardo su di me, è voler
spegnere il sogno che Egli nutre per me.
Dio ci ama così come siamo,
e nessun peccato, difetto o sbaglio gli farà cambiare idea. Per Gesù
nessuno è inferiore e distante, nessuno insignificante, ma tutti
siamo prediletti e importanti: tu
sei importante! E Dio conta su di te per quello che sei, non per ciò
che hai: ai suoi occhi non vale proprio nulla il vestito che porti o
il cellulare che usi; non gli importa se sei alla moda, gli importi
tu,
così come sei. Ai suoi occhi vali e il tuo valore è inestimabile.
Dio
è fedele nell'amarci. Ci ama più di quanto noi amiamo noi stessi,
che crede in noi più di quanto noi crediamo in noi stessi, che "fa
sempre il tifo" per noi come il più irriducibile dei tifosi.
Dio
crede sempre che possiamo rialzarci e non si rassegna a vederci
spenti e senza gioia.
-
Sono
importante, sono unico al mondo, sono amato da Dio così come sono.
Nel mio cuore ringrazio Dio per la vita.
Un
secondo
ostacolo sulla via dell'incontro con Gesù: la vergogna.
Possiamo
immaginare che cosa sia successo nel cuore di Zaccheo prima di salire
su quell'albero, ci sarà stata una bella lotta: da una parte la
curiosità buona di conoscere Gesù; dall'altra il rischio di una
tremenda figuraccia. Davanti a Gesù non si può rimanere seduti in
attesa con le braccia conserte; a Lui, che ci dona la vita, non si
può rispondere con un pensiero o con un semplice "messaggino"!
-
Come
sto rispondendo a Gesù? Lo cerco nella preghiera? Gli chiedo
consiglio nel Vangelo, perdono nella Confessione? Lo incontro nella
Messa?
C'è
un terzo
ostacolo che Zaccheo ha dovuto affrontare, non più dentro di sé, ma
attorno a sé. È la folla
che
prima lo ha bloccato e poi lo ha criticato: Gesù non doveva entrare
in casa sua, in casa di un peccatore! La folla, quel giorno, ha
giudicato Zaccheo, lo ha guardato dall'alto in basso.
-
Come
va con gli altri? Ci sono confronti, pregiudizi, diffidenza,
falsità, chiacchiere cattive, ingiustizie. Parole e gesti
prepotenti?
Scese in fretta e lo accolse
pieno di gioia
La
"divano-felicità" è probabilmente la paralisi silenziosa che ci
può rovinare di più, che può rovinare di più la gioventù. A poco
a poco, senza rendercene conto, ci troviamo addormentati, ci troviamo
imbambolati e intontiti. Sicuramente, per molti è più facile e
vantaggioso avere dei giovani imbambolati e intontiti che confondono
la felicità con un divano; per molti questo risulta più conveniente
che avere giovani svegli, desiderosi di rispondere, di rispondere al
sogno di Dio e a tutte le aspirazioni del cuore. Domando a voi:
volete essere giovani addormentati, imbambolati, intontiti? Volete
che altri decidano il futuro per voi? Volete essere liberi? Volete
essere svegli?
Amici,
Gesù è il Signore del rischio, è il Signore del sempre "oltre".
Gesù non è il Signore del confort,
della sicurezza e della comodità. Per seguire Gesù, bisogna avere
una dose di coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano con un
paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e
nemmeno pensate, su strade che possono aprire nuovi orizzonti, capaci
di contagiare gioia. (tutti
i commenti sono di papa Francesco, alla GMG di Cracovia
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Prontezza
o svogliatezza nel bene da fare? Rimando a domani il bene che posso
fare ora?
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