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Dal Vangelo di domenica 6 novembre |
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04-11-2016 |
"Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di
Giacobbe". Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per
lui
Il Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù alle
prese con i sadducei, i quali negavano la risurrezione. Ed è proprio su
questo tema che essi rivolgono una domanda a Gesù, per metterlo in
difficoltà e ridicolizzare la fede nella risurrezione dei morti. Partono
da un caso immaginario: "Una donna ha avuto sette mariti, morti uno
dopo l'altro", e chiedono a Gesù: "Di chi sarà moglie quella donna dopo
la sua morte?". Gesù, sempre mite e paziente, per prima cosa risponde
che la vita dopo la morte non ha gli stessi parametri di quella terrena.
La vita eterna è un'altra vita, in un'altra dimensione dove, tra
l'altro, non ci sarà più il matrimonio, che è legato alla nostra
esistenza in questo mondo. I risorti - dice Gesù - saranno come gli
angeli, e vivranno in uno stato diverso, che ora non possiamo
sperimentare e nemmeno immaginare. E così Gesù spiega.
Ma poi Gesù, per così dire, passa al
contrattacco. E lo fa citando la Sacra Scrittura, con una semplicità e
un'originalità che ci lasciano pieni di ammirazione per il nostro
Maestro, l'unico Maestro! La prova della risurrezione Gesù la trova
nell'episodio di Mosè e del roveto ardente (cfr Es 3,1-6), là
dove Dio si rivela come il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Il
nome di Dio è legato ai nomi degli uomini e delle donne con cui Lui si
lega, e questo legame è più forte della morte. E noi possiamo dire anche
del rapporto di Dio con noi, con ognuno di noi: Lui è il nostro
Dio! Lui è il Dio di ognuno di noi! Come se Lui portasse il nostro nome.
Piace a Lui dirlo, e questa è l'alleanza. Ecco perché Gesù afferma:
«Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui» (Lc
20,38). E questo è il legame decisivo, l'alleanza fondamentale,
l'alleanza con Gesù: Lui stesso è l'Alleanza, Lui stesso è la Vita e la
Risurrezione, perché con il suo amore crocifisso ha vinto la morte. In
Gesù Dio ci dona la vita eterna, la dona a tutti, e tutti grazie a Lui
hanno la speranza di una vita ancora più vera di questa. La vita che Dio
ci prepara non è un semplice abbellimento di questa attuale: essa
supera la nostra immaginazione, perché Dio ci stupisce continuamente con
il suo amore e con la sua misericordia.
Pertanto, ciò che accadrà è proprio il contrario
di quanto si aspettavano i sadducei. Non è questa vita a fare da
riferimento all'eternità, all'altra vita, quella che ci aspetta, ma è
l'eternità - quella vita - a illuminare e dare speranza alla vita
terrena di ciascuno di noi! Se guardiamo solo con occhio umano, siamo
portati a dire che il cammino dell'uomo va dalla vita verso la morte.
Questo si vede! Ma questo è soltanto se lo guardiamo con occhio umano.
Gesù capovolge questa prospettiva e afferma che il nostro pellegrinaggio
va dalla morte alla vita: la vita piena! Noi siamo in cammino, in
pellegrinaggio verso la vita piena, e quella vita piena è quella che ci
illumina nel nostro cammino! Quindi la morte sta dietro, alle spalle,
non davanti a noi. Davanti a noi sta il Dio dei viventi, il Dio
dell'alleanza, il Dio che porta il mio nome, il nostro nome, come Lui ha
detto: "Io sono il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe", anche il Dio col
mio nome, col tuo nome, col tuo nome..., con il nostro nome. Dio dei
viventi! ... Sta la definitiva sconfitta del peccato e della morte,
l'inizio di un nuovo tempo di gioia e di luce senza fine. Ma già su
questa terra, nella preghiera, nei Sacramenti, nella fraternità, noi
incontriamo Gesù e il suo amore, e così possiamo pregustare qualcosa
della vita risorta. L'esperienza che facciamo del suo amore e della sua
fedeltà accende come un fuoco nel nostro cuore e aumenta la nostra fede
nella risurrezione. Infatti, se Dio è fedele e ama, non può esserlo a
tempo limitato: la fedeltà è eterna, non può cambiare. L'amore di Dio è
eterno, non può cambiare! Non è a tempo limitato: è per sempre! E' per
andare avanti! Lui è fedele per sempre e Lui ci aspetta, ognuno di noi,
accompagna ognuno di noi con questa fedeltà eterna.
(papa Francesco, Angelus)
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