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Dal Vangelo di domenica 11 dicembre |
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11-12-2016 |
«Andate
e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano
la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi
odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E
beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
(Mt
11,4-6)
Giovanni
Battista manda i suoi discepoli da Gesù - Giovanni era in carcere
- per fargli una domanda molto chiara: «Sei tu colui che deve
venire o dobbiamo aspettare un altro?» (v. 3). Era proprio nel
momento del buio ... Il Battista attendeva con ansia il Messia e
nella sua predicazione lo aveva descritto a tinte forti, come un
giudice che finalmente avrebbe instaurato il regno di Dio e
purificato il suo popolo, premiando i buoni e castigando i cattivi.
Egli predicava così: «Già la scure è posta alla radice degli
alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e
gettato nel fuoco» (Mt
3,10). Ora che Gesù ha iniziato la sua missione pubblica con uno
stile diverso; Giovanni soffre perché si trova in un doppio buio:
nel buio del carcere e di una cella, e nel buio del cuore. Non
capisce questo stile di Gesù e vuole sapere se è proprio Lui il
Messia, oppure se si deve aspettare un altro.
E
la risposta di Gesù sembra a prima vista non corrispondere alla
richiesta del Battista. Gesù, infatti, dice: «Andate e riferite a
Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli
zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti
risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che
non trova in me motivo di scandalo!» (vv. 4-6). Qui diventa chiaro
l'intento del Signore Gesù: Egli risponde di essere lo strumento
concreto della misericordia del Padre, che a tutti va incontro
portando la consolazione e la salvezza, e in questo modo manifesta il
giudizio di Dio. I ciechi, gli zoppi, i lebbrosi, i sordi, recuperano
la loro dignità e non sono più esclusi per la loro malattia, i
morti ritornano a vivere, mentre ai poveri è annunciata la Buona
Notizia. E questa diventa la sintesi dell'agire di Gesù, che in
questo modo rende visibile e tangibile l'agire stesso di Dio.
Il
messaggio che la Chiesa riceve da questo racconto della vita di
Cristo è molto chiaro. Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo
per punire i peccatori né per annientare i malvagi. A loro è invece
rivolto l'invito alla conversione affinché, vedendo i segni della
bontà divina, possano ritrovare la strada del ritorno.
La
giustizia che il Battista poneva al centro della sua predicazione, in
Gesù si manifesta in primo luogo come misericordia.
E i dubbi del
Precursore non fanno che anticipare lo sconcerto che Gesù susciterà
in seguito con le sue azioni e con le sue parole. Si comprende,
allora, la conclusione della risposta di Gesù. Dice: «Beato è
colui che non trova in me motivo di scandalo!». Scandalo significa
"ostacolo". Gesù perciò ammonisce su un particolare pericolo:
se l'ostacolo a credere sono soprattutto le sue azioni di
misericordia, ciò significa che si ha una falsa immagine del Messia.
Beati invece coloro che, di fronte ai gesti e alle parole di Gesù,
rendono gloria al Padre che è nei cieli. (papa
Francesco)
Gesù,
che doni la vista ai ciechi e fai camminare gli storpi
Gesù,
che predichi la buona novella ai poveri ed esalti gli umili
Gesù,
che non vieni a giudicare, ma a salvare
Gesù,
che superi le nostre attese
Gesù,
che esci dai nostri schemi
Gesù,
che sempre ci sorprendi
Gesù,
sostienici nella prova,
Gesù,
rispondici nel dubbio
Gesù,
attiraci a te quando cerchiamo altri salvatori
Gesù,
rialzaci, quando rischiamo di scandalizzarci di te
Gesù,
sostienici, quando siamo canne sbattute dal vento
Gesù,
ricordaci la grandezza del nostro Battesimo
Gesù,
ricolmaci di gioia alla tua presenza
Gesù,
mandaci come tuoi messaggeri e testimoni.
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