Dal Vangelo di domenica 12 febbraio |
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09-02-2017 |
Avete
inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai; chi avrà ucciso
dovrà essere sottoposto al giudizio". Ma io vi dico: chiunque si
adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al
sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della
Geènna. (Mt 5,21-22)
Con
questo, Gesù ci ricorda che anche le parole possono uccidere! Quando
si dice di una persona che ha la lingua di serpente, cosa si vuol
dire? Che le sue parole uccidono! Pertanto, non solo non bisogna
attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare su di lui il
veleno dell'ira e colpirlo con la calunnia. Neppure sparlare su di
lui. Arriviamo alle chiacchiere: le chiacchiere, pure, possono
uccidere, perché uccidono la fama delle persone! È tanto brutto
chiacchierare! All'inizio può sembrare una cosa piacevole, anche
divertente, come succhiare una caramella. Ma alla fine, ci riempie il
cuore di amarezza, e avvelena anche noi. Vi dico la verità, sono
convinto che se ognuno di noi facesse il proposito di evitare le
chiacchiere, alla fine diventerebbe santo! È una bella strada!
Vogliamo diventare santi? Vogliamo vivere attaccati alle chiacchiere
come abitudine? Allora siamo d'accordo: niente chiacchiere! Gesù
propone a chi lo segue la perfezione dell'amore: un amore la cui
unica misura è di non avere misura, di andare oltre ogni calcolo.
L'amore al prossimo è un atteggiamento talmente fondamentale che
Gesù arriva ad affermare che il nostro rapporto con Dio non può
essere sincero se non vogliamo fare pace con il prossimo. E dice
così: «Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti
ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il
tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo
fratello». Perciò siamo chiamati a riconciliarci con i nostri
fratelli prima di manifestare la nostra devozione al Signore nella
preghiera.
Papa
Francesco, Angelus
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