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Dal Vangelo di domenica 9 aprile |
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09-04-2017 |
La
passione secondo Matteo
a.
Due racconti
Ogni
anno, leggiamo due volte la Passione: la domenica delle Palme (il
vangelo sinottico dell'anno) e il venerdì santo (Giovanni). Così
guardiamo alla Croce di Cristo da due lati: nei sinottici è
sottolineata di più la sofferenza di Gesù, il suo abbandono, la sua
solitudine. In Giovanni invece è più presente l'aspetto glorioso,
luminoso della Croce: Gesù dalla Croce rivela la sua grandezza,
rivela Dio, dona lo Spirito, genera la chiesa...La croce ha due
facce, oscura e luminosa, dolorosa e gloriosa: è la somma di
tradimenti, menzogne, violenze, ingiustizie, ma è anche la
rivelazione del perdono e dell'amore straordinario di Dio.
-
Mi
capita ogni tanto di fermarmi davanti ad un Crocifisso? Ho un
"Crocifisso" preferito? Cosa mi fa pensare la Croce di Gesù?
b.
Un racconto drammatizzato
Siamo
abituati a leggere la passione a più voci, per far risaltare tutto
il cast dei personaggi che ruotano attorno a Gesù nelle ultime ore
della sua vita, personaggi OK e KO: Pietro, Giuda, Pilato, Erode, il
cireneo, il centurione, le donne, Giuseppe di Arimatea, la moglie di
Pilato...
E'
una drammatizzazione che porta ad identificarci con questo o quel
personaggio, è un processo che ci chiama a prendere posizione e a
partecipare. Di fronte a quest'Uomo che muore in croce non si può
rimanere neutrali, restare spettatori, far finta di non capire come
Pietro o lavarcene le mani come Pilato...
-
Quale
personaggio della Via Crucis mi colpisce di più? in quale mi
identifico?
c.
Una lunga preparazione
La
passione non è una sorpresa, un fulmine a ciel sereno, un caso.
Tutti i vangeli, a modo loro, la preparano. Matteo, in particolare,
fa intravedere la sorte dolorosa di Gesù fin dall'inizio:
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Il
nome stesso del Bambino indica la sua difficile missione: "Lo
chiamerai Gesù. Questi infatti salverà il suo popolo dai suoi
peccati"
(1,21). Gesù si scontrerà col male, col peccato e per salvarci
verserà il suo sangue. E' proprio Matteo che, nell'Ultima Cena,
ricorda che il sangue di Gesù è sparso "in
remissione dei peccati"
(26,28).
-
In
Matteo, il Natale sta già all'ombra della Passione: fin
dall'inizio il Bambino provoca agitazione e turbamento a
Gerusalemme e qualcuno pensa subito a toglierlo di mezzo (2,20).
Qualcuno però, anche tra i pagani, tra i lontani comincia ad
accoglierlo e ad andare verso di lui: interessante il parallelo tra
i magi e la moglie di Pilato, anch'essa avvertita in sogno: "Non
avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in
sogno, per causa sua". (27,19).
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Anche
le tentazioni sono un anticipo dell'ultima grande tentazione: Se
sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane" (4,3) Se
tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce (27,40).
-
La
sua predicazione lo porta subito mettersi in opposizione con gli
altri maestri: Vi
è stato detto, ma io vi dico
(5,21ss). Scontri che appaiono profondi e insanabili anche sul modo
con cui Gesù agisce: tocca i lebbrosi, mangia coi peccatori,
perdona i peccati, infrange il sabato... Tanto che molto presto si
arriva alla decisione di eliminarlo: I
farisei, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di
mezzo.
(12,24).
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Nella
seconda parte del vangelo, gli annunci della Passione diventano
espliciti e insistenti:
"Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli
che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli
anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e
risuscitare il terzo giorno". (16,21).
Gesù comincia a mostrare ai suoi che il Messia non è venuto per
farsi servire, ma per servire; che la sua missione passerà anche
attraverso il rifiuto, l'apparente fallimento, lo scandalo; che
anche la vita e la missione dei discepoli conoscerà la Croce: "Se
uno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua
croce e mi segua" (16,24).
-
Cosa
ha causato il rifiuto di Gesù? Quali aspetti del vangelo incontrano
più opposizione nel nostro mondo?
-
A
volte, rischiamo di "saltare" la Croce, di mettere tra parentesi
le pagine più esigenti del vangelo, dove Gesù parla di prendere la
propria Croce, rinnegare se stessi, "perdere" la propria vita...
O, al contrario, di presentare la Croce in modo quasi masochistico,
come fine a se stessa... O in modo fatalistico e passivo: accettare
le molestie della vita, portare pazienza... C'è un modo più
attivo e positivo di presentare la Croce, come Gesù l'ha
presentata ai suoi? Di mostrare che prendere la Croce non ha niente
di passivo, ma vuol dire amare, servire, prendersi le proprie
responsabilità, rimanere fedeli fno alla fine, lottare contro il
male, difendere i più deboli...?
d.
Uno schema non guasta.
La
Passione è un racconto molto lungo. I lettori della domenica delle
Palme ne sanno qualcosa. Per non "perdersi" ecco qua un piccolo
schema su come è "organizzato" il racconto di Matteo.
-
Introduzione
alla Passione (26,1-16)
La
decisione nella casa di Caifa (1-5)
L'unzione
di Betania (6-13)
Il
tradimento di Giuda (14-16)
-
Cena
Pasquale (26,17-30)
La
preparazione del Cenacolo (17-19)
La
cena pasquale: la predizione del tradimento (20-25)
Il
dono del corpo e del sangue (26-30)
-
Al
monte degli Ulivi (26,31-56)
Previsione:
la fuga di tutti e il rinnegamento di Pietro (31-35)
La
preghiera al Getsemani (36-46)
L'arresto
(47-56)
-
Gesù
e Pietro nella casa di Caifa (26,57-75)
Gesù
portato da Caifa (57)
Pietro
si scalda attorno al fuoco (58)
Gesù,
interrogato, confessa la propria identità (59-68)
Pietro,
interrogato, rinnega il Maestro (69-75)
-
Gesù
processato e consegnato alla Croce (27,1-26)
Consegna
di Gesù a Pilato (1-2)
La
morte di Giuda e il prezzo del sangue (3-10)
L'interrogatorio
naufragato di Pilato a Gesù (11-14)
Pilato
tenta per due volte di liberare Gesù; i capi però persuadono la
folla a chiedere la liberazione di Barabba e la crocifissione di
Gesù. Tutto il popolo si assume la responsabilità di quel sangue.
Pilato si lava le mani; libera Barabba e consegna Gesù.(15-26).
-
Dalla
condanna alla Croce (27,27-44)
La
derisione del Re dei Giudei (27-31)
La
crocifissione(32-37)
Le
derisioni del Crocifisso (38-44)
-
La
morte di Gesù (27,45-56)
Verso
lo spirare di Gesù (45-50) -tre ore di tenebra (45)
-Il
grido di Gesù (46)
-Fraintendimenti
dei presenti (47-49)
-Lo
spirare di Gesù (50)
I
segni che seguono la morte di Gesù: -avvenimenti apocalittici
(51-53)
(51-56) -confessione del centurione (54)
-la
presenza delle donne (55-56)
-
La
sepoltura di Gesù (27,57-62)
-
Domenica
leggiamo la Passione. Cosa mi colpisce di quel lungo racconto?
e.
Particolari di Matteo
Pur
seguendo da vicino Marco, ha due
episodi
a lui propri: la morte di Giuda (27,3-10) e la custodia del sepolcro
(27,62-66) e una serie di particolari
originali:
l'invito alla non violenza nella scena dell'arresto (26,52-54);
la moglie di Pilato (27,19); il dialogo tra Pilato e i Giudei sulla
responsabilità del sangue di Gesù (27,24-25); una serie di segni
apocalittici, legati alla morte di Gesù (27,51-53).
f.
Le note di Matteo
Jesus
Christ Superstar
Il
racconto di Matteo ci presenta un Gesù autorevole, libero,
pienamente consapevole della morte che lo attende, pronto a compiere
il disegno di Dio.
-
È
consapevole di quello che sta per accadere: "Terminati
tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi sapete
che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio dell'uomo sarà
consegnato per essere crocifisso" (26,1-2)
-
Nell'Ultima
Cena, dove dona il suo Corpo e il suo Sangue, annunzia il tradimento
di Giuda, il rinnegamento di Pietro e la fuga dei suoi (26,20-35).
-
Al
Getsemani, comincia a pregare triste, angosciato e prostrato; ma
finisce in piedi, pronto ad affrontare la sua ora: "Alzatevi
e andiamo..."
(26,46) E c'è anche un progresso nella sua preghiera: dal
"Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non
come voglio io, ma come vuoi tu!" (26,39)
al "Padre
mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva,
sia fatta la tua volontà" (26,42).
Gesù nell'orto degli Ulivi dice il Padre nostro e chiede di fare
la volontà del Padre, di realizzare il suo disegno, di compiere le
Scritture. (26,54.56).
-
Gesù
è un uomo libero: libero di non tirarsi indietro quando rimane
solo, di non difendersi con la violenza (26,52), di non usare Dio a
suo vantaggio (26,53), di non rispondere male per male, di chiamare
amico il traditore (26,50), di rivendicare la sua autorità divina
di fronte al sommo sacerdote (26,64), di restare in silenzio di
fronte a Pilato, di non scendere dalla Croce, di non cedere
all'ultima tentazione...
Libero
anche di comunicare la sua tristezza ai suoi (26,38), e di non tacere
la sua solitudine di fronte al Padre: "Dio
mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"
Libero
di andare fino in fondo, libero di servire, libero di donare la sua
vita...
-
Cos'è
per me la libertà? Di quale libertà parla il nostro mondo? Quale
libertà annuncia Gesù con la sua vita e la sua morte? Conosco
persone libere come Lui?
Nella
Pasqua di Gesù si compiono le Scritture
Come
nel resto del suo vangelo, Matteo sottolinea molto la corrispondenza
con le Scritture:
"Tutto avviene, perché si adempiano le Scritture dei profeti"
(26,56). Sono tanti i salmi, i testi, i personaggi, i temi biblici
che fanno da sfondo a questi due capitoli. Pensiamo solo al sal 22
che Gesù grida sulla Croce:
"Elì, Elì, lemà sabactanì- Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?"
Con un po' di pazienza, potete trovarli nelle note dei vostri
vangeli.
-
Cosa
vuol dire per Gesù "compiere le Scritture"? Sicuramente non
recitare una parte già scritta, fare i burattini di un destino già
segnato. Ma portare a compimento la sua missione: di dire e di dare
Dio a questa umanità che lo rifiuta. Cosa vuol dire per noi
compiere le Scritture, vivere e portare la sua Parola, annunciare la
sua salvezza?
Nella
Pasqua di gesù i nostri peccati sono perdonati
"Il
suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli"
(27,25) risponde il popolo a Pilato, assumendosi la responsabilità
della morte di Gesù. E' un grido drammatico, a cui, oltre le
intenzioni della folla urlante, possiamo attribuire due significati:
il riconoscimento dei nostri peccati e l'invocazione del suo
perdono, perché quel sangue è stato sparso proprio "in
remissione dei peccati"
(26,28).
Il
riconoscimento dei peccati:
con una serie di personaggi tragici, Matteo ci aiuta a riconoscere la
profondità e la drammaticità del male che Gesù è venuto ad
affrontare.
-
Giuda.
La contrapposizione tra Giuda che vende Gesù per trenta denari e la
donna di Betania che poco prima aveva sprecato un patrimonio per
onorarlo, le parole durissime di Gesù su di lui e l'ultima parola
al momento dell'arresto, "Amico,
per questo sei qui", il
racconto della sua morte: tutto questi particolari del racconto
Matteo fanno di Giuda una figura davvero tragica.
-
Pietro.
Il suo interrogatorio è volutamente accostato a quello di Gesù. Ma
mentre il Maestro rivela la sua identità, il discepolo lo rinnega.
(26,57-75).
-
I
discepoli.
Il loro ritratto è sconsolante: dormono (26,40), difendono Gesù in
modo sbagliato (26,52), alla fine fuggono tutti (26,56).
-
Le
autorità.
Il Sinedrio è presentato in maniera ostile, lo stesso Sommo
sacerdote incoraggia i falsi testimoni, i giudici sputano addosso al
condannato (26,59-68), i soldati lo scherniscono, Pilato se ne lava
le mani.
L'invocazione
del perdono.
Per
Giuda il peccato sembra essere l'ultima parola. Lasciato solo dalle
autorità che gli rispondono "Che
c'importa? Veditela tu",
lasciato solo col prezzo del tradimento, non trova via d'uscita e
va ad impiccarsi.
Per
Pietro è un po' diverso: nell'ora del suo tradimento, Pietro non
rimane solo: si ricorda le parole del Maestro che lo mettono a nudo,
ma lo aprono al pentimento: "Uscito
fuori, pianse amaramente"
(26,75). C'è una speranza, c'è un perdono: quel sangue
innocente che viene ricordato più volte nella passione è davvero in
grado di rimettere i peccati; il sangue del nuovo Abele è più forte
di ogni violenza, di ogni tradimento, di ogni infedeltà.
-
Perché
la Croce di Gesù salva? In fondo di croci ce n'erano state tante...
Cos'è che rende unico quel sacrificio?
Nella
Pasqua di Gesù inizia un mondo nuovo
Il
velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si
scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi
di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua
risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
(27,51-53) Questi segni apocalittici, ripresi dal terremoto del
mattino di Pasqua (28,2), sono per Matteo la risposta di Dio alla
morte di Gesù e indicano che con la Pasqua è davvero iniziato un
mondo nuovo.
La
Pasqua di morte e di resurrezione è davvero un "terremoto", uno
spartiacque, un evento che cambia tutto. Cambia l'immagine di Dio
che ora è il Padre di Gesù Crocifisso e Risorto; cambia il modo con
cui Gesù è presente nel mondo e accompagna i suoi fino alla fine;
cambiano i destinatari della salvezza: ora non ci sono più veli del
tempio, non ci sono più barriere che impediscono di entrare. Ora, da
quando lui ha preso l'ultimo posto, anche l'ultimo disgraziato
può arrivare a Dio; la salvezza non è più di un solo popolo ma è
per tutti gli uomini, rappresentati da quel centurione che sotto la
croce arriva a credere. Cambiano i criteri di giudizio (tutti quelli
espressi sotto la Croce sono superati), comincia già un mondo nuovo,
un nuovo modo di vivere che i discepoli dovranno testimoniare a
tutti.
-
Cosa
cambia per me che Cristo è morto e risorto? Quali segni "pasquali"
di rinnovamento e di risurrezione vedo in me e attorno a me? Gesù
mi ha mai scosso, la sua parola è stata mai per me un terremoto?
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