Gesù
in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano
impediti a riconoscerlo... (Lc
24,15-16)
La
strada di Emmaus racconta di cammini di delusione, di sogni in cui
avevano tanto investito e che hanno fatto naufragio. E di Dio, che ci
incontra non in chiesa, ma nei luoghi della vita, nei volti, nei
piccoli gesti quotidiani.
I
due discepoli hanno lasciato Gerusalemme: tutto finito, si chiude, si
torna a casa. Ed ecco che un Altro si avvicina, uno sconosciuto che
offre soltanto disponibilità all'ascolto e il tempo della compagnia
lungo la stessa strada.
Uno
che non è presenza invadente di risposte già pronte, ma uno che
pone domande. Si comporta come chi è pronto a ricevere, non come chi
è pieno di qualcosa da offrire, agisce come un povero che accetta la
loro ospitalità.
Gesù
si avvicinò e camminava con loro. Cristo non comanda nessun passo,
prende il mio. Nulla di obbligato. Ogni camminare gli va. Purché uno
cammini. Gli basta il passo del momento, il passo quotidiano.
E
rallenta il suo passo sulla misura del nostro, incerto e breve. Si fa
viandante, pellegrino, fuggitivo, proprio come i due; senza distanza
né superiorità li aiuta a elaborare, nel racconto di ciò che è
accaduto, la loro tristezza e la loro speranza: Che cosa sono questi
discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?
Non
hanno capito la croce, il Messia sconfitto, e lui riprende a
spiegare: interpretando le Scritture, mostrava che il Cristo doveva
patire. I due camminatori ascoltano e scoprono una verità immensa:
c'è la mano di Dio posata là dove sembra impossibile, proprio là
dove sembra assurdo, sulla croce. Così nascosta da sembrare assente,
mentre sta tessendo il filo d'oro della tela del mondo. Forse, più
la mano di Dio è nascosta più è potente.
E
il primo miracolo si compie già lungo la strada: non ci bruciava
forse il cuore mentre ci spiegava le Scritture?
Trasmettere la fede
non è consegnare nozioni di catechismo, ma accendere cuori,
contagiare di calore e di passione. E dal cuore acceso dei due
pellegrini escono parole che sono rimaste tra le più belle che
sappiamo: resta con noi, Signore, perché si fa sera. Resta con noi
quando la sera scende nel cuore, resta con noi alla fine della
giornata, alla fine della vita. Resta con noi, e con quanti amiamo,
nel tempo e nell'eternità.
E
lo riconobbero dal suo gesto inconfondibile, dallo spezzare il pane e
darlo.
E proprio in quel momento scompare. Il Vangelo dice
letteralmente: divenne invisibile. Non se n'è andato altrove, è
diventato invisibile, ma è ancora con loro. Scomparso alla vista, ma
non assente. Anzi, in cammino con tutti quelli che sono in cammino,
Parola che spiega, interpreta e nutre la vita.
(p.
Ermes Ronchi)
|