Rendete
a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio
I
cristiani nella società civile
Gesù
e la politica
Cristo
non ha parlato di nessuna tecnica politica od economica. Tuttavia
quello che ha detto e fatto modifica in modo così radicale la
concezione dell'uomo e della società, che non è pensabile che non
incida anche sulle scelte politiche di tutti i tempi. Se Cristo
avesse fatto scelte politiche definite, sarebbe stato maestro solo
nel suo contesto storico; avendo invece modificato alla base i
principi della convivenza tra gli uomini, ha offerto all'umanità
di tutti i tempi efficaci parametri di comportamento politico (NDTM,
politica)
Doppia
cittadinanza
I
cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da
distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie,
né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di
vita speciale. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è
capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e
nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e
indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come
forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono
distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e
ogni patria è straniera. Si sposano come tutti e generano figli, ma
non gettano i neonati. Mettono in comune la mensa, ma non il letto.
Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. Dimorano nella
terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. Obbediscono alle
leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi. Dio li ha
messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.
(Lettera
a Diogneto)
Amate la vostra città
Amate
la vostra città come parte integrante, per così dire, della vostra
personalità. Voi siete piantati in essa, in essa saranno piantate le
generazioni future che avranno da voi radice: è un patrimonio
prezioso che voi siete tenuti a tramandare intatto, anzi migliorato
ed accresciuto, alle generazioni che verranno. Ogni città racchiude
in sé una vocazione e un mistero. Voi lo sapete: ognuna di esse è
da Dio protetta da un angelo custode, come avviene per ciascuna
persona umana. Amatela come si ama la casa comune destinata a noi ed
ai nostri figli. Custoditene le piazze, i giardini, le strade, le
scuole: fate che il volto di questa vostra città sia sempre sereno e
pulito.
Sentitevi,
attraverso di essa, membri di una stessa famiglia. Non vi siano fra
voi divisioni essenziali che turbino la pace e l'amicizia: ma la
pace, l'amicizia, la cristiana fraternità, fioriscano in questa
città vostra. Ogni vostra casa sia come un giardino che ha terreno
buono e che produce fiori e frutti; sono i fiori e i frutti delle
virtù familiari, religiose e civili. Un vivaio di grazia, di
purezza, di affetto e di pace amorevole dove i germogli nuovi - i
bambini - saranno custoditi come la pupilla dei vostri occhi e come
la ricchezza suprema della città intera! E dove gli anziani trovino
conforto sereno, amoroso tramonto!
(Giorgio
La Pira, 6 novembre 1954, Discorso ai fiorentini).
La
carità sociale e politica
Il
compito immediato di operare per un giusto ordine nella società è
proprio dei fedeli laici. Come cittadini dello Stato, essi sono
chiamati a partecipare in prima persona alla vita pubblica. Non
possono pertanto abdicare alla molteplice e svariata azione
economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale,
destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il
bene comune.
Missione dei fedeli laici è pertanto di configurare rettamente la
vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con
gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la
propria responsabilità. Anche se le espressioni specifiche della
carità ecclesiale non possono mai confondersi con l'attività dello
Stato, resta tuttavia vero che la carità deve animare l'intera
esistenza dei fedeli laici e quindi anche la loro attività politica,
vissuta come carità sociale (Benedetto
XVI, Deus Caritas 29)
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