Francesco
d'Assisi non si accontentò di
abbracciare
e dare l'
elemosina
ai lebbrosi, ma decise di andare a Gubbio per
stare
insieme con loro. Lui stesso vide in questo incontro la svolta della
sua conversione: «Quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo
amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e
usai con essi misericordia. E allontanandomi da loro, ciò che mi
sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo».
Facciamo nostro l'esempio di san Francesco, testimone della genuina
povertà. Egli, proprio perché teneva fissi gli occhi su Cristo,
seppe riconoscerlo e servirlo nei poveri.
Se,
pertanto, desideriamo offrire il nostro contributo efficace per il
cambiamento della storia, generando vero sviluppo, è necessario che
ascoltiamo il grido dei poveri e ci impegniamo a sollevarli dalla
loro condizione di emarginazione. Nello stesso tempo, ai poveri che
vivono nelle nostre città e nelle nostre comunità ricordo di non
perdere il senso della povertà evangelica che portano impresso nella
loro vita.
Al
termine del Giubileo della Misericordia ho voluto offrire alla Chiesa
la
Giornata
Mondiale dei Poveri,
perché in tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più
e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i
più bisognosi. Sono nostri fratelli e sorelle, creati e amati
dall'unico Padre celeste.
Questa
Giornata
intende stimolare in primo luogo i credenti perché reagiscano alla
cultura dello scarto e dello spreco, facendo propria la cultura
dell'incontro. Al tempo stesso l'invito è rivolto a tutti,
indipendentemente dall'appartenenza religiosa, perché si aprano
alla condivisione con i poveri in ogni forma di solidarietà, come
segno concreto di fratellanza. Dio ha creato il cielo e la terra per
tutti; sono gli uomini, purtroppo, che hanno innalzato confini, mura
e recinti, tradendo il dono originario destinato all'umanità senza
alcuna esclusione.
Desidero
che le comunità cristiane si impegnino a creare tanti momenti di
incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto. Potranno
poi invitare i poveri e i volontari a partecipare insieme
all'Eucaristia di questa domenica, in modo tale che risulti ancora
più autentica la celebrazione della Solennità di Nostro Signore
Gesù Cristo Re dell'universo, la domenica successiva.
In
questa domenica, se nel nostro quartiere vivono dei poveri che
cercano protezione e aiuto, avviciniamoci a loro: sarà un momento
propizio per incontrare il Dio che cerchiamo. Secondo l'insegnamento
delle Scritture, accogliamoli come ospiti privilegiati alla nostra
mensa; potranno essere dei maestri che ci aiutano a vivere la fede in
maniera più coerente. Con la loro fiducia e disponibilità ad
accettare aiuto, ci mostrano in modo sobrio, e spesso gioioso, quanto
sia decisivo vivere dell'essenziale e abbandonarci alla provvidenza
del Padre.