I Domenica di Avvento
Fate
attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È
come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e
dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha
ordinato al portiere di vegliare (Mc
13,33-34)
È
venuto, viene, verrà
"È
venuto nell'umiltà della nostra natura umana, apparirà sulle nubi
del cielo rivestito di potenza e splendore. Ora egli viene incontro a
noi in ogni uomo e in ogni tempo." (dalla
liturgia)
Cristo
non ci sta solo alle spalle, ma anche davanti; è lo stesso ieri,
oggi e per sempre (Eb
13,8) ed è sempre
nuovo.
"Cristo, nella sua venuta, ha
portato con sé ogni novità. Egli sempre può, con la sua novità,
rinnovare la nostra vita e la nostra comunità e, anche se attraversa
epoche oscure e debolezze ecclesiali, la proposta cristiana non
invecchia mai. Gesù Cristo può anche rompere gli schemi noiosi nei
quali pretendiamo di imprigionarlo e ci sorprende con la sua costante
creatività divina."
(papa
Francesco, Evangelii Gaudium 11)
State
attenti, vegliate...
Ho mezz'ora di attesa del treno:
la impiego ad attendere il Signore. È la regola della donna incinta
che attende di vedere il figlio che nasce. È l'ansia
dell'innamorato che cerca le parole da dirle mentre l'aspetta. È
la tensione della sentinella che attende l'alba.
Il Signore che viene libera noi e
tutti da ogni sofferenza e dalla morte che tutte le riassume: dunque
il cristiano invoca quella venuta, come ad affrettarla. Egli vive -
sì anch'egli, il cristiano comune e non solo il monaco -
«attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio» e
«aspettando nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile
dimora la giustizia» (2
Pt 3,12.13).
Egli è dunque qui, a passeggiare
sotto una pensilina della stazione e pensa alle persone dolenti o
rabbiose, o solo insoddisfatte che ha appena incontrato, o ai veri
poveri che sta per vedere, o che vede proprio ora girando sui suoi
passi. Ed ecco ne fa materia della sua attesa: siano liberati dai
loro mali, «venga il tuo Regno»! Così il tempo della nostra vita
si fa pieno e lievita tutto «nell'attesa della sua venuta.
(Luigi
Accattoli, Io non mi vergogno del Vangelo)
Non
vi trovi addormentati
Quali
sono i "soporiferi" della nostra società? Come reagire? "Si è
sviluppata una globalizzazione dell'indifferenza. Quasi senza
accorgercene, diventiamo incapaci di provare compassione dinanzi al
grido di dolore degli altri, non piangiamo più davanti al dramma
degli altri né ci interessa curarci di loro, come se tutto fosse una
responsabilità a noi estranea che non ci compete. La
cultura
del benessere ci anestetizza."
(Papa
Francesco, Evangelii Gaudium 54)
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