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Dal Vangelo di Natale PDF Stampa
25-12-2017

Il censimento (2,1-5)


In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra…


Il Vangelo di Natale si apre con un piccolo quadretto storico. Luca collega storia sacra e storia profana e ricorda che Gesù non è una fiaba, non appartiene al mondo del c’“era una volta”.

Il riferimento intenzionale a Cesare Augusto ci suggerisce che la nascita di Gesù compie la storia di Israele e ha una portata universale: quello che succede nella città di Davide ha una rilevanza per “tutta la terra”.

- Fa pensare poi la notizia del censimento. Nella Bibbia era visto molto male, come segno di un potere che si sostituisce a Dio e rende schiavi gli uomini; non più figli e fratelli, ma numeri (cfr. 2Sam24). In questa cornice nasce Gesù: non in un mondo ideale, ma in una storia difficile.

- La storia comunque, nonostante le apparenze contrarie, non è in mano all’Augusto di turno, ma a Dio. È lui il regista che, anche attraverso il censimento, compie il suo disegno e fa nascere il Messia a Betlemme, nella città di Davide, secondo le profezie.


La nascita (2,6-7)


Si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.


Due righe appena per la nascita di Gesù. Non si sprecano parole, non ci sono effetti speciali. Gesù viene al mondo nella vita ordinaria di una famiglia con la sua povertà e i suoi disagi. Maria e Giuseppe non contano nulla rispetto all’imperatore, ma è attraverso di loro che Dio rinnova il mondo, è in casa loro che nasce il primogenito della nuova umanità, l’inizio di una storia nuova.


Due piccole note:

Primogenito” non indica l’arrivo di altri figli


Non c’era posto nell’alloggio” cosa vuol dire? Che non c’era posto in nessuna casa o locanda di Betlemme e han trovato riparo fuori in una stalla o grotta di pastori? O che non c’era posto nella stanza dove stavano le persone e hanno messo il bambino nella parte della casa più calda, quella dove stavano gli animali?


L’annuncio dell’angelo ai pastori (2,8-14)


Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia.


Ora la nascita e l’identità del Bambino vengono annunciate, diventano Vangelo.

- Scena e destinatari

sono sempre più “profani”: da un sacerdote nella cornice solenne del tempio, ad una ragazza in un borgo della Galilea, a dei pastori che di notte fanno la guardia al loro gregge. Con Gesù, la presenza di Dio non è racchiusa in un tempio, ma raggiunge l’uomo nel suo quotidiano, nel suo lavoro, nella sua notte.

- Il contenuto dell’annuncio invece è sempre più luminoso e denso: dalla nascita del Battista, al concepimento di Gesù, il Figlio dell’Altissimo, alla proclamazione divina della sua nascita. Qui ogni parola è importante, è da sottolineare.


Vi annuncio una grande gioia”.

È la gioia che riempie i testi dell’Avvento e del Natale,la gioia di sapere che il Signore è vicino (cfr. Fil 4,4-5). È la gioia del Vangelo che esploderà nel canto e dovrà essere comunicata a “tutto il popolo”.


Oggi:

è il primo degli “oggi” che ritmano il vangelo di Luca: oggi si è adempiuta questa Scrittura (4,21), oggi la salvezza è entrata in questa casa (19,9), oggi sarai con me nel Paradiso (23,43). Nel Bambino, Dio raggiunge il nostro oggi, la sua salvezza si rende presente per noi...


...un Salvatore, che è Cristo Signore”.

Così gli apostoli, dopo Pasqua, annunceranno il Risorto, così gli angeli parlano ora del Bambino: è un Salvatore e Luca ci farà capire in che senso; è il Cristo, il Messia atteso; è il Signore, Dio stesso.


Questo per voi il segno...

Dopo tutto questo “spreco” di luce, si ritorna al Bambino nella mangiatoia: è il paradosso, lo scandalo dell’incarnazione. Al terzo annuncio degli angeli, corrisponde il terzo cantico di Luca: dopo il Magnificat e il Benedictus, il Gloria, cantato dagli angeli. Non è tanto un augurio, quanto la proclamazione di una realtà attuale: la nascita di Gesù glorifica il nome di Dio, operando la salvezza e portando pace sulla terra.


Effetto Natale (2,15-20)


«Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.


- I pastori vanno senza indugio; come Maria che aveva raggiunto in fretta Elisabetta dopo l’Annunciazione, come tutti i personaggi positivi del Natale che si mettono in cammino da vicino o da lontano.

- I pastori trovano Maria e Giuseppe e il Bambino... Dio che viene incontro all’uomo fa incontrare anche le persone tra loro. Anche questo è un effetto Natale: attorno al “Dio con noi” si raduna già una prima Chiesa che ascolta, condivide e parte in missione.

- I pastori, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Evangelizzati, evangelizzano.

- Qualcuno si stupisce... Arriverà poi alla fede?

- Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore... Maria mette assieme ciò che vede e ciò che ascolta: l’esperienza che sta vivendo, il Bambino che ha davanti, con l’annuncio che lei non ha sentito e che i pastori le riferiscono. Nel suo cuore cerca di capire gli eventi alla luce della Parola e diventa così modello del credente chiamato a “ascoltare la Parola con cuore buono e perfetto, custodirla e portare frutto con la sua perseveranza” (8,15). È lei il modello di come si fa Natale, di come si accoglie veramente con frutto la Parola di Dio che si fa carne.


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