Il miglior antidoto contro le falsità non sono le strategie, ma le
persone: persone che, libere dalla bramosia, sono pronte all'ascolto e
attraverso la fatica di un dialogo sincero lasciano emergere la verità;
persone che, attratte dal bene, si responsabilizzano nell'uso del
linguaggio. Se la via d'uscita dal dilagare della disinformazione è la
responsabilità, particolarmente coinvolto è chi per ufficio è tenuto ad
essere responsabile nell'informare, ovvero il giornalista, custode delle notizie.
Egli, nel mondo contemporaneo, non svolge solo un mestiere, ma una vera
e propria missione. Ha il compito, nella frenesia delle notizie e nel
vortice degli scoop, di ricordare che al centro della notizia non ci sono la velocità nel darla e l'impatto sull'audience, ma le persone.
Informare è formare, è avere a che fare con la vita delle persone. Per
questo l'accuratezza delle fonti e la custodia della comunicazione sono
veri e propri processi di sviluppo del bene, che generano fiducia e
aprono vie di comunione e di pace.
Desidero perciò rivolgere un invito a promuovere un giornalismo di pace,
non intendendo con questa espressione un giornalismo "buonista", che
neghi l'esistenza di problemi gravi e assuma toni sdolcinati. Intendo,
al contrario, un giornalismo senza infingimenti, ostile alle falsità, a slogan
ad effetto e a dichiarazioni roboanti; un giornalismo fatto da persone
per le persone, e che si comprende come servizio a tutte le persone,
specialmente a quelle - sono al mondo la maggioranza - che non hanno
voce; un giornalismo che non bruci le notizie, ma che si impegni nella
ricerca delle cause reali dei conflitti, per favorirne la comprensione
dalle radici e il superamento attraverso l'avviamento di processi
virtuosi; un giornalismo impegnato a indicare soluzioni alternative alle
escalation del clamore e della violenza verbale.
Per questo, ispirandoci a una preghiera francescana, potremmo così rivolgerci alla Verità in persona:
Signore, fa' di noi strumenti della tua pace.
Facci riconoscere il male che si insinua in una comunicazione che non crea comunione.
Rendici capaci di togliere il veleno dai nostri giudizi.
Aiutaci a parlare degli altri come di fratelli e sorelle.
Tu sei fedele e degno di fiducia; fa' che le nostre parole siano semi di bene per il mondo:
dove c'è rumore, fa' che pratichiamo l'ascolto;
dove c'è confusione, fa' che ispiriamo armonia;
dove c'è ambiguità, fa' che portiamo chiarezza;
dove c'è esclusione, fa' che portiamo condivisione;
dove c'è sensazionalismo, fa' che usiamo sobrietà;
dove c'è superficialità, fa' che poniamo interrogativi veri;
dove c'è pregiudizio, fa' che suscitiamo fiducia;
dove c'è aggressività, fa' che portiamo rispetto;
dove c'è falsità, fa' che portiamo verità.
Amen.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA 52ma GIORNATA MONDIALE
DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI« La verità vi farà liberi (Gv 8,32).
Fake news e giornalismo di pace»
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