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Dal Vangelo di Domenica 3 giugno PDF Stampa
04-06-2018
Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua? (Mc 14,12)

Nel Vangelo che abbiamo ascoltato è narrata l'Ultima Cena, ma sorprendentemente l'attenzione è posta più sui preparativi che sulla cena stessa. Ritorna più volte il verbo "preparare". I discepoli domandano, ad esempio: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?» (Mc 14,12). Gesù li invia a preparare con precise indicazioni ed essi trovano «una grande sala, arredata e già pronta» (v. 15). I discepoli vanno a preparare, ma il Signore aveva già preparato...
Gesù, insomma, prepara per noi e chiede anche a noi di preparare. Che cosa prepara Gesù per noi? Prepara un posto e un cibo. Un posto, molto più degno della «grande sala arredata» del Vangelo. È la nostra casa spaziosa e vasta quaggiù, la Chiesa, dove c'è e ci dev'essere posto per tutti. Ma ci ha riservato anche un posto lassù, in paradiso, per stare insieme con Lui e tra di noi per sempre. Oltre al posto ci prepara un cibo, un Pane che è Lui stesso: «Prendete, questo è il mio corpo» (Mc 14,22). Questi due doni, il posto e il cibo, sono ciò che ci serve per vivere. Sono il vitto e l'alloggio definitivi. Entrambi ci vengono dati nell'Eucaristia. Cibo e posto.
Qui Gesù ci prepara un posto quaggiù, perché l'Eucaristia è il cuore pulsante della Chiesa, la genera e la rigenera, la raduna e le dà forza. Ma l'Eucaristia ci prepara anche un posto lassù, nell'eternità, perché è il Pane del cielo. Viene da là, è l'unica materia su questa terra che sa davvero di eternità. È il pane del futuro, che già ora ci fa pregustare un avvenire infinitamente più grande di ogni migliore aspettativa. È il pane che sfama le nostre attese più grandi e alimenta i nostri sogni più belli. È, in una parola, il pegno della vita eterna: non solo una promessa, ma un pegno, cioè un anticipo, un anticipo concreto di quello che sarà donato. L'Eucaristia è la "prenotazione" del paradiso; è Gesù, viatico del nostro cammino verso quella vita beata che non finirà mai.
Nell'Ostia consacrata, oltre al posto, Gesù ci prepara il cibo, il nutrimento. Nella vita abbiamo continuamente bisogno di nutrirci, e non solo di alimenti, ma anche di progetti e affetti, di desideri e speranze. Abbiamo fame di essere amati. Ma i complimenti più graditi, i regali più belli e le tecnologie più avanzate non bastano, non ci saziano mai del tutto. L'Eucaristia è un alimento semplice, come il pane, ma è l'unico che sazia, perché non c'è amore più grande. Lì incontriamo Gesù realmente, condividiamo la sua vita, sentiamo il suo amore; lì puoi sperimentare che la sua morte e risurrezione sono per te. E quando adori Gesù nell'Eucaristia ricevi da Lui lo Spirito Santo e trovi pace e gioia. Cari fratelli e sorelle, scegliamo questo cibo di vita: mettiamo al primo posto la Messa, riscopriamo l'adorazione nelle nostre comunità! Chiediamo la grazia di essere affamati di Dio, mai sazi di ricevere ciò che Egli prepara per noi. Ma, come ai discepoli allora, anche a noi oggi Gesù chiede di preparare. Come i discepoli domandiamogli: "Signore, dove vuoi che andiamo a preparare?". Dove: Gesù non predilige luoghi esclusivi ed escludenti. Egli ricerca posti non raggiunti dall'amore, non toccati dalla speranza. In quei luoghi scomodi desidera andare e chiede a noi di fargli i preparativi. Quante persone sono prive di un posto dignitoso per vivere e del cibo da mangiare! Ma tutti conosciamo delle persone sole, sofferenti, bisognose: sono tabernacoli abbandonati. Noi, che riceviamo da Gesù vitto e alloggio, siamo qui per preparare un posto e un cibo a questi fratelli più deboli. Egli si è fatto pane spezzato per noi; chiede a noi di donarci agli altri, di non vivere più per noi stessi, ma l'uno per l'altro. Così si vive eucaristicamente: riversando nel mondo l'amore che attingiamo dalla carne del Signore. L'Eucaristia nella vita si traduce passando dall'io al tu.
I discepoli, conclude il Vangelo, «dopo aver cantato l'inno, uscirono» (v. 26). Al termine della Messa, saremo anche noi in uscita. Cammineremo con Gesù, che percorrerà le strade di questa città. Egli desidera abitare in mezzo a voi. Vuole visitare le situazioni, entrare nelle case, offrire la sua misericordia liberatrice, benedire, consolare. Avete provato situazioni dolorose; il Signore vuole esservi vicino. Apriamogli le porte e diciamogli:
Vieni, Signore, a visitarci.
Ti accogliamo nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nella nostra città.
Grazie perché ci prepari il cibo della vita e un posto nel tuo Regno.
Rendici preparatori attivi, portatori gioiosi di Te che sei la vita,
per portare fraternità, giustizia e pace nelle nostre strade. Amen.

(papa Francesco a Ostia)

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