Il
Vangelo di questa domenica ci mostra due tipi di incomprensione che
Gesù ha dovuto affrontare: quella degli scribi e quella dei suoi
stessi familiari.
La
prima incomprensione. Gli scribi erano uomini istruiti nelle Sacre
Scritture e incaricati di spiegarle al popolo. Alcuni di loro vengono
mandati da Gerusalemme in Galilea, dove la fama di Gesù cominciava a
diffondersi, per screditarlo agli occhi della gente: per fare
l'ufficio di chiacchieroni, screditare l'altro, togliere
l'autorità, questa cosa brutta. E quelli sono stati inviati per
fare questo. E questi scribi arrivano con un'accusa precisa e
terribile - questi non risparmiano mezzi, vanno al centro e dicono
così:
«Costui
è posseduto da Beelzebul e scaccia i demoni per mezzo del capo dei
demoni».
Cioè il capo dei demoni è quello che spinge Lui; che equivale a
dire più o meno: "Questo è un indemoniato". Infatti Gesù
guariva molti malati, e loro vogliono far credere che lo faccia non
con lo Spirito di Dio - come faceva Gesù -, ma con quello del
Maligno, con la forza del diavolo. Gesù reagisce con parole forti e
chiare, non tollera questo, perché quegli scribi, forse senza
accorgersene, stanno cadendo nel peccato più grave: negare e
bestemmiare l'Amore di Dio che è presente e opera in Gesù. E la
bestemmia, il peccato contro lo Spirito Santo, è l'unico peccato
imperdonabile - così dice Gesù -, perché parte da una chiusura
del cuore alla misericordia di Dio che agisce in Gesù.
Ma
questo episodio contiene un ammonimento che serve a tutti noi.
Infatti, può capitare che una forte invidia per la bontà e per le
opere buone di una persona possa spingere ad accusarla falsamente.
Qui c'è un vero veleno mortale: la malizia con cui in modo
premeditato si vuole distruggere la buona fama dell'altro. Dio ci
liberi da questa terribile tentazione! E se, esaminando la nostra
coscienza, ci accorgiamo che questa erba cattiva sta germogliando
dentro di noi, andiamo subito a confessarlo nel sacramento della
Penitenza, prima che si sviluppi e produca i suoi effetti malvagi,
che sono inguaribili. Siate attenti, perché questo atteggiamento
distrugge le famiglie, le amicizie, le comunità e perfino la
società.
Il
Vangelo di oggi ci parla anche di un'altra incomprensione, molto
diversa, nei confronti di Gesù: quella dei suoi familiari. Questi
erano preoccupati, perché la sua nuova vita itinerante sembrava loro
una pazzia Infatti, Egli si mostrava così disponibile per la gente,
soprattutto per i malati e i peccatori, al punto da non avere più
nemmeno il tempo di mangiare. Gesù era così: prima la gente,
servire la gente, aiutare la gente, insegnare alla gente, guarire la
gente. Era per la gente. Non aveva tempo neppure per mangiare. I suoi
familiari, dunque, decidono di riportarlo a Nazareth, a casa.
Arrivano nel posto dove Gesù sta predicando e lo mandano a chiamare.
Gli viene detto
:
«Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti
cercano»
(v. 32). Egli risponde: «Chi è mia madre e chi sono i miei
fratelli?», e guardando le persone che stavano intorno a Lui per
ascoltarlo aggiunge:
«Ecco
mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio,
costui per me è fratello, sorella e madre»
(vv. 33-34). Gesù ha formato una nuova famiglia, non più basata sui
legami naturali, ma sulla fede in Lui, sul suo amore che ci accoglie
e ci unisce tra noi, nello Spirito Santo. Tutti coloro che accolgono
la parola di Gesù sono figli di Dio e fratelli tra di loro.
Accogliere la parola di Gesù ci fa fratelli tra noi, ci rende la
famiglia di Gesù. Sparlare degli altri, distruggere la fama degli
altri, ci rende la famiglia del diavolo.
Quella
risposta di Gesù non è una mancanza di rispetto verso sua madre e i
suoi familiari. Anzi, per Maria è il più grande riconoscimento,
perché proprio lei è la perfetta discepola che ha obbedito in tutto
alla volontà di Dio. Ci aiuti la Vergine Madre a vivere sempre in
comunione con Gesù, riconoscendo l'opera dello Spirito Santo che
agisce in Lui e nella Chiesa, rigenerando il mondo a vita nuova.