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Dal Vangelo di Domenica 8 luglio PDF Stampa
09-07-2018
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.

Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando. (Mc 6,1-6)

... Un giorno Gesù, quando ormai la sua fama si stava diffondendo, decise di tornare a Nazaret, il paese in cui era cresciuto. Non si aspettava trionfi, cortei, la banda e io fuochi artificiali, ma una bella accoglienza sì. Invece niente.
Venuto il sabato si recò nella sinagoga ad insegnare. Adesso si sarebbero accorti che in lui c'era qualcosa di diverso! Caspita, le sue parole stavano infiammando tutti i paesi vicini! Invece niente.
I suoi compaesani non stavano nemmeno a sentire quello che diceva, perché le loro preoccupazioni erano tutte altre: Ma questo chi si crede di essere? Dove ha imparato tutte queste cose' Ma non è il figlio di Maria? E i suoi parenti non vivono qui in mezzo a noi? Gesù non capiva come mai quella gente, la sua gente, non voleva credere il lui. Gli venne in mente un proverbio: Nessuno è profeta in patria.
Altro che banda e fuochi artificiali! Luca ci dirà che volevano buttarlo giù da un burrone.
Che fare? A Gesù sarebbe bastato poco per riconquistare la stima dei compaesani: avrebbe dovuto tornare a fare il falegname. Ma egli non poteva: doveva con la sua vita "grande", insegnare a tutti gli uomini che Dio li ha creati per rendere presente la sua grandezza. Non poteva quindi accettare di essere risucchiato in basso dalla meschinità, dalla piccineria. Non era questa la scelta giusta, ma l'altra: lasciare, sebbene con la tristezza nel cuore, il suo paese, i suoi vecchi amici, i suoi parenti.
Così dobbiamo fare anche noi. Quando ci accorgiamo che il nostro gruppo vorrebbe tirarci verso il basso, tagliarci le ali con la superficialità, la banalità, la volgarità, il conformismo, il tempo perso, dobbiamo tagliare netto...
Dobbiamo essere attenti a non diventare compaesani dei nazaretani! È facile cadere in questo peccato, anche per i ragazzi. Quanti ragazzi e ragazze sono stati bloccati e resi scontrosi e tristi da soprannomi che mettevano in ridicolo il loro aspetto fisico, il loro carattere, la loro famiglia!
Bisogna stare attenti anche ai commenti maligni su quelli che hanno il coraggio di fare il bene che noi non vogliamo fare. Bisogna stare attenti a non intrupparsi con coloro che non fanno il bene e vorrebbero nemmeno gli altri lo facessero. Gesù non abita lì.

Tonino Lasconi, fortissimo gesu'
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