Dal
vangelo secondo Giovanni
Gesù
prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano
seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando
furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi
avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono
dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a
coloro che avevano mangiato.
Gesù
si trova sulla riva del lago di Galilea, ed è circondato da «una
grande folla», attirata dai «segni che compiva sugli infermi». In
Lui agisce la potenza misericordiosa di Dio, che guarisce da ogni
male del corpo e dello spirito. Ma Gesù non è solo guaritore, è
anche maestro:
infatti sale sul monte
e si siede, nel tipico atteggiamento del maestro quando insegna: sale
su quella "cattedra" naturale creata dal suo Padre celeste. A
questo punto Gesù, che sa bene quello che sta per fare, mette
alla prova i suoi discepoli.
Che fare per sfamare tutta quella gente? Filippo, uno dei Dodici, fa
un rapido calcolo: organizzando una colletta, si potranno raccogliere
al massimo duecento denari per comperare del pane, che tuttavia non
basterebbe per sfamare cinquemila persone.
I
discepoli ragionano in termini di "mercato", ma Gesù alla logica
del comprare sostituisce
quell'altra logica, la logica del dare.
Ed ecco che Andrea, un altro degli Apostoli, fratello di Simon
Pietro, presenta un ragazzo che mette a disposizione tutto ciò che
ha: cinque pani e due pesci; ma certo - dice Andrea - sono niente
per quella folla. Ma Gesù aspettava proprio questo. Ordina ai
discepoli di far sedere la gente, poi prese
quei pani e quei pesci, rese
grazie al Padre e li
distribuì.
Questi gesti anticipano quelli dell'Ultima Cena, che danno al pane
di Gesù il suo significato più vero. Il pane di Dio è Gesù
stesso. Facendo la Comunione con Lui, riceviamo la sua vita in noi e
diventiamo figli del Padre celeste e fratelli tra di noi. Facendo la
comunione ci incontriamo con Gesù realmente vivo e risorto!
Partecipare all'Eucaristia significa entrare nella logica di Gesù,
la logica della gratuità, della condivisione. E per quanto siamo
poveri, tutti possiamo donare qualcosa. "Fare la Comunione"
significa anche attingere da Cristo la grazia che ci rende capaci di
condividere con gli altri ciò che siamo e ciò che abbiamo.
La
folla è colpita dal prodigio della moltiplicazione dei pani; ma il
dono che Gesù offre è pienezza
di vita per l'uomo affamato.
Gesù sazia non solo la fame materiale, ma quella più profonda, la
fame di senso della vita, la fame di Dio. Di fronte alla sofferenza,
alla solitudine, alla povertà e alle difficoltà di tanta gente, che
cosa possiamo fare noi? Lamentarsi non risolve niente, ma possiamo
offrire quel poco che abbiamo, come il ragazzo del Vangelo. Abbiamo
certamente qualche ora di tempo, qualche talento, qualche
competenza... Chi di noi non ha i suoi "cinque pani e due pesci"?
Tutti ne abbiamo! Se siamo disposti a metterli nelle mani del
Signore, basteranno perché nel mondo ci sia un po' più di amore,
di pace, di giustizia e soprattutto di gioia. Quanta è necessaria la
gioia nel mondo! Dio è capace di moltiplicare i nostri piccoli gesti
di solidarietà e renderci partecipi del suo dono.
(papa Francesco)
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