Un prete e la lotta alla pedofilia - don Maurizio Patriciello
(editoriale di Avvenire 28.10)
Domenica
notte. Sono tanto stanco ma non riesco a prendere sonno. Scendo dal
letto, accendo il computer, scrivo. Sento che è dovere mio e di
tutte le persone di buona volontà - credenti e non credenti -
fare arrivare a don Fortunato Di Noto un abbraccio fraterno e la
nostra solidarietà. A lui e a tutti quei preti in giro per il mondo
che lottano per i poveri e per i piccoli, contro il male e contro
quel male terribile e vergognoso della pedofilia. È importante farlo
attraverso le pagine di un giornale che tanti italiani apprezzano per
lo stile pacato e onesto, per l'amore agli ultimi, alla verità,
alla chiarezza.
Don
Fortunato non è un prete qualunque. Da quasi trent'anni, partendo
da una intuizione che non poteva venire che da Dio, ha dichiarato una
guerra totale alla pedofilia e alla pedopornografia. Un piccolo
Davide contro un terrificante Golia. Purtroppo non tutti gli italiani
conoscono questo prete gigantesco e buono, amico dei bambini,
acerrimo nemico dei pedofili e dei loro protettori, alleato di tutti
coloro che si battono per denunciare e far finire questa scandalosa
violenza.
Don
Fortunato non ha mai avuto peli sulla lingua nel denunciare i crimini
che andava scovando, nemmeno quando il reo era un suo confratello. E
papa Francesco ha riconosciuto e denunciato con umiltà, coraggio e
chiarezza evangelica, pari solo alla sofferenza procurata, gli errori
che in diverse Chiese particolari sono stati commessi nel tacere e
insabbiare i delitti riguardanti la pratica della pedofilia da parte
di persone consacrate. La Chiesa tutta, per questo, oggi paga un
prezzo altissimo. Il corpo di Cristo sanguina. Tutte le membra sono
chiamate a lenire le sue ferite. Ed è giusto che chi si sente
"Chiesa" - laico, consacrato e consacrata, vescovo - si
faccia avanti e prenda anche sulle sue spalle il peso di una croce
pesantissima.
Nessuno
però ha il diritto di aggiungere sofferenza a sofferenza.
Inutilmente. Scioccamente. Disonestamente. A nessuno è permesso di
ergersi a giudice severo e pieno di pregiudizio dell'innocenza
altrui. I tribunali improvvisati, le sentenze sommarie della storia
hanno quasi sempre fallito, sbagliando il bersaglio. Finendo con il
perpetuare quei crimini che avrebbero voluto estirpare. Nessun giusto
deve essere accusato di colpe che non ha commesso. Pena il fallimento
della giustizia.
A
don Fortunato è accaduto un fatto dolorosissimo che sta capitando a
tanti di noi preti in questi mesi. Ascoltiamolo: «"Pezzi di
m...a". Solo per il fatto che sono un sacerdote. Stamattina
andando a prendere un caffè, della gente, scorgendo che ero un
prete, ad alta voce ha detto: "Pezzi di m...a". Mi sono
molto rattristato. Ero un prete e sono una m...a, mi hanno detto.
Già, perché altri hanno vissuto nella sporcizia più immonda... È
a causa di coloro che hanno abusato, che fanno la doppia vita, che
sono m...a. Ma è giusto? No, non è giusto, non è onesto. Non fa
bene alla Chiesa, quella delle famiglie, dei bambini, dei giovani,
degli anziani, dei buoni pastori, delle suore, delle claustrali, dei
monaci. Aiutiamoci a rendere bella la nostra Chiesa. Siamo arrivati a
un punto di non ritorno». No, don Fortunato, eri e rimani un prete.
E, grazie a Dio, hai le spalle larghe, e non sarà certamente questa
offesa a scoraggiarti.
Non
tutti però possono contare sulla stessa grande forza d'animo. E
parole cattive gettate al vento con cattiveria possono far molto
male. Mai come oggi i figli della Chiesa debbono stringersi attorno
ai loro pastori. Per aiutarli ed essere aiutati. Per sostenerli ed
essere sostenuti. Un solo gregge, un solo popolo. Per crescere
insieme nella santità. E credere nella forza della preghiera, della
penitenza, della rigorosa riparazione, della solidarietà, della
condivisione.
Dell'amicizia.
Domenica, a Messa, abbiamo mangiato tutti lo stesso Pane. Caparra e
garanzia di vita eterna. Non commettiamo la follia di sospettare e
punire il giusto per l'ingiusto. Quanti insospettabili papà, zii,
nonni, insegnanti, educatori, professionisti, operai, vicini di casa
si sono macchiati e continuano a macchiarsi del crimine orrendo degli
abusi sui minori... Nessuno sconto per nessuno. Verità per tutti
fino a farci male. Trasparenza. Denuncia. Prudenza. Fermezza.
Facciamolo per amore dei bambini e delle bambine che sono caduti o
cadranno nelle grinfie di questi orchi.
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