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25 marzo 2019 – Annunciazione del Signore – S. Messa per la vita nascente PDF Stampa
27-03-2019
TESTIMONIANZE DI DUE GENITORI

Vorrei partire da un incontro, un incontro che ho fatto qualche settimana fa con
una ragazza, cui mia moglie aveva fatto da catechista in passato. “Sai, siamo
in attesa”, le ho detto. “Siete in attesa??!! Ma è meraviglioso, tantissimi
auguri!”. Ecco, essere in attesa, un’espressione che può voler dire tanto, si può
essere in attesa del risultato di un esame, in attesa dell’esito di un colloquio di
lavoro, si può attendere il ritorno di una persona cara, o l’arrivo di un
compleanno (penso a quanto ha atteso il suo, il nostro figlio più grande). Ma
l’attesa per antonomasia, è l’attesa di un figlio, tant’è che dire “siamo in
attesa” è subito interpretato come l’attesa di un bimbo che deve nascere.
Ecco, allora questa attesa com’è? Mia moglie ed io stiamo attendendo la
nascita del nostro terzo figlio. Possiamo dire che, a differenza ad esempio della
prima gravidanza, in cui c’era anche un po’ d’ansia legata al fatto di diventare
genitori per la prima volta, questa gravidanza è vissuta con più serenità.
Inoltre, a differenza invece della attesa del nostro secondo figlio, che fu una
gravidanza a serio rischio, ringraziamo Dio che questa sia decisamente
fisiologica e serena dal punto di vista della salute del nascituro e della mamma.
Quello che poi è proprio specifico di questa attesa è che ora sia in quattro in
casa ad attendere l’arrivo del piccolo, ci siamo noi genitori e ci sono i due
fratellini. E sono proprio i fratelli, nella loro semplicità di bambini, a farci
sempre i doni più stupefacenti. Mi spiego: i genitori sono felicissimi per il nuovo
arrivo, ma anche (soprattutto il padre) presi da una serie di preoccupazioni
“logistiche”: come sarà la condivisione degli spazi in casa, della camera dei
bimbi, degli spazi in automobile, delle risorse familiari. Mi viene di tanto in
tanto da dire, soprattutto pensando al nostro figlio più grandicello, che ha 5
anni, “ma non si sente mai un po’ minacciato da questo nuovo arrivo? Non
viene mai a dirmi “babbo, allora staremo più stretti in camera nostra?” oppure
“ma dovrò dividere i giochi anche con lui”, “dovrò dividere il tempo che mi date
anche con lui?”. No, queste cose nostro figlio non ce le dice, lui, grazie a Dio,
non ragiona come un adulto. Ecco, io sono padre da 5 anni, ma ancora mi
faccio stupire da come le categorie di pensiero dei piccoli non siano quelle degli
adulti. Per loro l’arrivo del fratellino non porta preoccupazioni logistiche o
economiche. Per loro è solo una grande gioia, soprattutto perché, quando
giocheremo al pallone o alla lotta, potremo fare due contro due!
Ringraziamo il Signore per questa limpidezza dei bimbi, del resto è stato il
Signore stesso a indicarceli come esempio da seguire per entrare nel Suo
Regno.
Un babbo

Lo scorso settembre posso dire di aver avuto anch’io la mia annunciazione:
nessuna apparizione dell’angelo Gabriele, ma un test di gravidanza positivo
che ha provocato in me non poco turbamento.
I primi pensieri sono stati: un’altra gravidanza non la reggo, gli altri bimbi sono
ancora piccoli e parecchio impegnativi, sono da seguire, non ho le forze e le
energie per tutti… poi 9 mesi sono lunghi e chissà come reagirà il mio fisico:
nausee, stanchezza, rischio di dover rimanere a letto? … e al di là dei 9 mesi,
tutto quello che viene dopo: insomma, una nuova vita da accudire A VITA!
Così a caldo avrei proprio detto: “No, Signore, non chiedermi di affrontare
tutto questo… magari fra qualche anno… adesso non ce la posso proprio fare!”
(Da qui la differenza tra me e Maria, quella di contare solo sulle mie forze,
senza sapermi affidare…).
Non che io e mio marito escludessimo un altro figlio, ma così ravvicinato agli
altri non era nei nostri programmi
(e anche qui: ci facciamo i nostri programmi, e restiamo disorientati quando
non sono gli stessi progetti che ha Dio su di noi).
Poi abbiamo fatto la prima visita ginecologica che ha confermato che una
nuova vita era presente in me e l’abbiamo subito detto ai bimbi: il piccolo, di
due anni, non ha capito di cosa stavamo parlando ed è rimasto piuttosto
indifferente; invece il grande, di quasi cinque, dopo qualche secondo di silenzio
(per me mamma sono stati attimi di apnea) ha sollevato le braccia al cielo e
con un gran sorriso è esploso in uno “YEEEEE” di gioia.
Ogni mio dubbio è immediatamente scomparso e da quel momento ho davvero
accolto la volontà di Dio.
Qualche tempo dopo, questo nuovo SI’ si è rafforzato nella consapevolezza di
quale grande dono Dio ci offre (oserei dire un onore), in modo particolare a noi
donne: quello di poter generare la vita, essere sue collaboratrici della
creazione… mettere in noi (umane, piccole, limitate) la potenza di dare alla
luce una nuova vita che è già pensata sin dall’eternità e per l’eternità… e non
solo, ma donarci anche tutta la forza per affrontare questo grande e stupendo
impegno che è la maternità.
Maria, donna del SI’ e madre che si è affidata alla volontà di Dio,
accompagna tutte le mamme in attesa, in particolare quelle che credono di non
farcela, di non essere adatte, che non accettano la gravidanza: trasforma il
turbamento in consapevolezza di avere ricevuto un dono grande. Amen
Una mamma

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