03-10-2007 |
"Gerusalemme, città della mia gioia!..." (cf Sal 136). Ascoltiamo un commento del card. Martini che ora vive a Gerusalemme: "Non è facile per noi europei incontrare oggi Gerusalemme, anche per la paura suscitata dagli atti di terrorismo e dal conflitto in corso. Molti, che pur vorrebbero venire qui come pellegrini o come turisti, vi rinunciano. È un simbolo della paura che si ha a guardare in faccia le cose come realmente stanno.Eppure è importante rendersi conto che per un cristiano e per ogni cittadino di questo mondo Gerusalemme ha un'importanza unica. Bisogna però chiarire sin dal principio che non si può parlare di Gerusalemme senza amarla. Amarla di quell'amore con cui l'amarono i profeti, che piansero su di lei e la coprirono di invettive dettate appunto dall'amore. Amarla come l'ha amata Davide. A cui lo scrittore moderno Carlo Coccioli fa dire: "Se avevo amato Gerusalemme, se l'avevo amata contemplandola dall'esterno, ne impazzii letteralmente… Pazzia d'amore, valutando dall'interno la sua bellezza indescrivibile. Certo non vi era al mondo altrettanto desiderabile città, eco inebriante di una dimensione spirituale dello spazio, dove il cielo si chinava sulla terra e la sposava. Come non invidiare Sion, l'incomparabile?". (Se vuoi tutto l'intervento vai all'articolo )
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