|
CAV: Testimonianza di Annalisa Celestini |
|
|
|
04-02-2020 |
presidente del Centro aiuto alla Vita di Faenza
I Centri di Aiuto alla Vita che per brevità chiamiamo CAV, sono organizzazioni di volontariato aderenti al Movimento per la Vita Italiano, di ispirazione cristiana, finalizzate ad aiutare donne alle prese con una gravidanza difficile o indesiderata, oltreché sostenere le famiglie o le giovani madri in difficoltà, fornendo loro concretamente il necessario per crescere i loro figli.
Sono volontaria CAV da circa 15 anni, da quando mi resi conto che volevo impiegare una parte del mio tempo a favore degli altri.
Dopo una ricerca presso le diverse associazioni della zona, sono certa di essere stata indirizzata verso il CAV; Dio mi ha teso il suo agguato per risvegliare la mia coscienza su un tema importantissimo nella mia vita di donna e mamma. E allora ho cominciato.
Negli anni ho imparato che il volontariato presso il CAV è di una bellezza e di un valore fondamentale per salvare vite, nel vero significato della parola.
Il nostro servizio primario come volontari CAV è salvare il figlio non contro la madre, ma insieme alla madre, attraverso un ruolo non solo assistenziale ma anche culturale, perché si testimonia che anche i figli prima di nascere sono esseri umani.
Ho imparato che la condizione dell'uomo prima di nascere è particolare e irripetibile. Alla madre è affidato il privilegio di custodire la vita e senza la collaborazione della madre quella vita non è possibile salvarla.
Ho imparato che bisogna risvegliare nella donna il coraggio dell'accoglienza.
Purtroppo la cultura odierna dello scarto qualifica il concepito come un grumo di cellule e quando questo pensiero si insinua nella mente della donna, allora si apre la strada verso l'aborto, e ho imparato che il comune denominatore dell'aborto è quasi sempre la solitudine. Non fisica evidentemente, ma intima.
Ho capito che la donna a quel punto ha bisogno di condividere le difficoltà in un contesto di durevole amicizia. In gioco c'è la vita di un figlio e della sua mamma.
È una sfida a una mentalità di morte.
Ci sono storie incredibili nelle nostre esperienze di operatori CAV: anche nelle più grandi difficoltà, se la mamma si trova nel grembo di una rete di solidarietà, il suo sì alla vita fiorisce
La mia esperienza nel CAV mi ha portato a riflettere a fondo sulla gravidanza, che mi sembra sia un abbraccio, il più intimo che ci parla di amore.
La maternità è il sigillo di amore sulla vita umana; la donna quindi è in prima linea nella difesa della vita nascente.
E allora ho imparato che quando la vita vince, si vince tutti: la donna e la società, perché ogni sì alla vita rimette in moto la gioia, la speranza e la fiducia.
Nel messaggio episcopale per questa 42ma giornata per la vita si parla di aprire le porte alla vita: dal 1975 grazie all'aiuto dei CAV in tutta Italia sono nati più di 236.000 bambini.
Le porte alla vita possono essere aperte da tutti noi, con gesti semplici ma efficaci: offrire qualche ora del nostro tempo libero per fare volontariato (attenzione però, il volontariato crea dipendenza!) oppure si può fare una raccolta per finanziare un progetto Gemma, che adotta una mamma che ha rinunciato all'aborto e ha deciso di accogliere il figlio inatteso, di ospitare l'imprevedibile come dice il messaggio dei vescovi, di resistere alla tentazione di arrendersi e mettere in atto una legge fondamentale: quella che siamo stati ospitati per imparare ad ospitare.
Grazie a tutti coloro che oggi hanno contribuito a far sì che il Centro di Aiuto alla Vita possa continuare la sua opera di affermazione del valore della vita nascente e dare vita al futuro.
 |
Vivere la fede 
Feed RSS dei commenti a questa pagina
