Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
Trovare il modo giusto per esprimere realmente che cosa significa il Vangelo della Notte di Natale per me neomamma nel 2020, ai tempi del COVID, è davvero una sfida. Ci provo con il cuore aperto, convinta di non poter trasmettere veramente tutto in queste poche righe.
Le prime luci dell’alba del 5 Luglio sono state per me e mio marito Samuele qualcosa di travolgente, intenso e innegabilmente doloroso. Michele è arrivato alle 14.04 e siamo certi che questo momento rimarrà impresso nelle nostre menti e nei nostri cuori per sempre.
Tornando a far risuonare il Vangelo, mi riguardo indietro e penso che sì, forse questa pandemia è stata la nostra mangiatoia e posso affermarlo con certezza solo ora che Michele si trova qui a fianco a me a giocare tranquillo (o quasi) con il suo babbo.
La pandemia non solo ha sensibilmente modificato la nostra quotidianità praticamente privandola di qualsiasi contatto con gli altri ma ha avuto un profondo impatto sul modo in cui Michele è venuto al mondo. Come Maria e Giuseppe, anche noi ci siamo immaginati mille volte il giorno in cui sarebbe nato Michele ma mai avremmo pensato di subire delle restrizioni per evitare di prendere un virus di cui poco o nulla si conosceva e che poteva mettere a rischio la nostra salute e quella del piccolo. Fortunatamente siamo riusciti a stare uniti nel momento più importante e qualche ora successiva per sentirci veramente nuova Famiglia ma sappiamo bene che altri non hanno avuto la nostra stessa “fortuna”.
Oggi possiamo dire che anche se siamo in un periodo scomodo almeno quanto una mangiatoia, questo non ha veramente potuto alterare il nostro Amore che abbiamo sentito forte e chiaro sin dal primo istante, scambiandoci soltanto il primo sguardo. Che amore a prima vista quello per un Figlio sia per la mamma che per il suo babbo!
Veniamo ai pastori che noi potremmo identificare con i (bis)nonni, gli zii e i cugini, tutti coloro che stavano aspettando Michele insieme a noi che l’hanno accolto con tanto calore e affetto, sentimenti unici e imprescindibili per una famiglia appena nata. Questa comunità accogliente non ci ha mai fatto sentire soli anche tuttora nei momenti più difficili o sfidanti (come i denti per esempio), di questo siamo molto grati al Signore perché siamo convinti che se le fatiche si condividono, si possono certamente ridimensionare e vivere in ottica totalmente diversa.
Auguriamo a tutti di cuore un Natale nello spirito della condivisione vera e di massima unione di cuore anche in questo momento così particolarmente sfidante!
Un abbraccio
Monica, Samuele e il piccolo Michele
Vivere la fede 
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