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Dal Vangelo di Venerdì 25 Dicembre - S.Natale 2020 PDF Stampa
25-12-2020
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.  Lc 2, 15-20

Nel buio della notte, dediti con impegno al loro ordinario lavoro di cura del gregge, abituati a scrutare l’oscurità e ad ascoltarne i rumori, i pastori ricevono un annuncio che li invita ad interrompere la loro occupazione e a mettersi in cammino per trovare il Salvatore. L’angelo non li distoglie da qualcosa di cattivo o inutile o sbagliato, li chiama lì dove devono essere e dove stanno facendo bene il loro lavoro per aprirli ad una prospettiva più grande che è risposta ad una domanda che hanno dentro: non ci si mette in cammino nella notte alla ricerca di un Salvatore se non si attende di venir salvati. Ascoltano un annuncio ed escono dalle loro sicurezze per mettere alla prova questa promessa, per andare a vedere se davvero è nato un Salvatore. L’annuncio ascoltato si traduce in azione, partono e trovano quanto di più ordinario vi può essere nella storia dell’umanità: un uomo, una ragazza e un bambino appena nato. Eppure il loro sguardo di fede sa andare oltre l’apparenza ordinaria delle cose e riesce a vedere - assieme alle preoccupazioni di Giuseppe e alla fatica del parto di Maria – che questa nuova vita che “giace in una mangiatoia” è davvero il nutrimento di cui hanno bisogno, la Salvezza attesa.
Riflettendo sulla nostra vita familiare l’ultimo viaggio che il Signore ci ha chiesto di intraprendere è stato quello di diventare genitori, chiedendoci di uscire dalla tranquillità della nostra vita a due per aprirci a qualcosa di nuovo e sconosciuto che con le sue gioie e fatiche ci sta portando a conoscere giorno dopo giorno quell’amore gratuito che Dio Padre ha per noi. Siamo certi però che il Signore non ci farà “piantare le tende” troppo a lungo, e che, se sapremo vegliare nella notte, ci chiederà di intraprendere un nuovo viaggio per uscire da noi ed andare sempre più verso di Lui.

Riccardo, Martina e Isacco.
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