È un brano breve e conciso, nello stile di Marco e anche nostro.
Avremmo potuto parlare della prima parte del Vangelo che ci è stato assegnato, dove si tratta del battesimo di Gesù (evento sicuramente inerente la nostra vita, dal momento che un paio di mesi fa abbiamo battezzato il nostro secondo bimbo, Elia), ma tra tutto e stata questa frase a farci confrontare più a lungo.
Dio qui interviene con forza e in maniera molto scenografica: i cieli si squarciano e una voce viene dall’alto.
I cieli si squarciano: Dio si espone, sprona noi a essere genitori che come testimoni agiscono per il meglio, intervengono senza essere passivi o elusivi. Si sporcano le mani.
Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento: molte volte, ripensiamo anche al Natale appena passato, ci spertichiamo in regali fantasmagorici per i nostri figli, organizziamo feste scintillanti per dimostrare il nostro affetto. Tutto sicuramente molto apprezzato, ma qui Dio stesso si esprime e in poche parole arriva al cuore, come a dire “Hai fatto bene, bravo; ti voglio bene”.
Forse molte volte basterebbe questa frase pronunciata ai nostri figli.
In te ho posto il mio compiacimento: in cosa è stato bravo Gesù? Nel mettersi dalla parte dell’Uomo, in mezzo alle persone in fila per essere battezzate. Sempre dalla parte degli ultimi, ad amare anche la parte meno lodevole di ognuno di noi, cosa che ripeterà fino alla croce.
Anche qui siamo chiamati in causa come genitori, nel cercare e trovare Dio nell’amore per le piccole cose e nel mettersi dalla parte degli ultimi.
Francesca, Gianni, Elia e Jacopo