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Dal Vangelo di Domenica 14 Febbraio PDF Stampa
13-02-2021
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato (Mc 1,40-45).

Io, come il lebbroso, senza portare evidenti malattie, ho sempre chiesto al Signore di guarirmi da qualcosa che nella mia vita, non funzionava o comunque non mi rendeva felice.
Anzi, pensandoci, ad oggi, ho perso persino il conto delle mie richieste.
Il mio ricordo da “lebbrosa” che porto ancora con me, si riconduce ad una decina di anni fa, quando, in momento di grande sconforto, guardai il cielo stellato e Gli chiesi “… esisti? Ci sei? E, se veramente dici di essere il Signore, allora aiutami, fatti sentire nella mia vita, ho bisogno che tu mi aiuti…!”
Pensando meglio a quella notte, i toni delle mie richieste, non erano nemmeno tanto colloquiali, ma mosse soprattutto, da tanta rabbia e dalla necessità di sapere che Dio esistesse, fosse davvero presente nella mia vita, e soprattutto la cambiasse.
Ad essere più precisi in quel periodo mi ero anche molto allontanata dalla Chiesa e, se ci ripenso, non so come sia nata in me quella richiesta, ma ad ogni modo, sono stata esaudita: nonostante la mia rabbia, incredulità, superbia e tutto ciò di brutto che si può attribuire al modo in cui ho chiesto al Signore di guarirmi, Lui l’ha fatto.
E non smette di farlo ancora oggi. E questa per me resta una grande consapevolezza della Sua esistenza.
Intendiamoci: dopo quel particolare episodio, non è che non siano esistiti altri momenti no nella mia vita, ma, semplicemente, in ciascuno di essi ho sempre riconosciuto la Sua presenza di Padre Buono e Immenso, anche quando, nel tempo presente di quel momento, mi sembrava mi avesse abbandonata nuovamente.
A differenza del lebbroso, ciò che Dio ha operato nella mia vita l’ho sempre custodito gelosamente con me, come quei segreti che restano tra Padre e figlia e che non hanno bisogno di essere spiegati. Ritengo che noi stessi, le nostre vite, il nostro modo di essere siano comunque un riflesso di Lui con noi e in noi, senza bisogno di esternare tutto.
Ad ogni “purificazione” però, mi presento sempre davanti al Sacerdote come atto di riconoscenza. Stare difronte al Sacerdote, è per me un atto voluto e mai dovuto, perché in quel momento è Dio che perdona i miei peccati e mi purifica.
Ad oggi so, a prescindere dal momento della mia vita, che le mie richieste, sono già nelle mani del Signore e che Egli decida di esaudirle oppure no, poco importa, importa che sia fatta la sua volontà anche quando non coincide con la mia.
Più di tutto mi importa che resti nella mia vita, come non ha mai smesso di fare. Più di tutto mi importa avere la consapevolezza che, per quanto grandi i miei errori possano essere, Lui li perdonerà sempre e tutti, Lui non mi lascerà mai sola, Lui mi aiuterà sempre e più di tutto, mi amerà sempre e comunque.                               
Alfreda
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