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Dal Vangelo di Domenica 14 Marzo PDF Stampa
13-03-2021
DIO HA TANTO AMATO IL MONDO
(Gv 3,14-21)

Chiamati a qualcosa di Tanto Grande

Era il 1991 quando nelle pubblicità della TV italiana la compagnia telefonica SIP lanciava un nuovo servizio con uno slogan “storico”, pronunciato da una ragazza al telefono con il suo fidanzato: “Mi ami? Ma quanto mi ami? E mi pensi? Ma quanto mi pensi?” (e la madre interveniva chiedendosi anche “ma quanto mi costi?!”)...
Nella natura dell’uomo è presente, nei momenti più sciocchi, così come in quelli profondi, il bisogno non solo di sapere, ma anche di quantificare, e forse a volte purtroppo questo ultimo aspetto prende il sopravvento (quanto lo share realizzato da un programma, quanti i follower sui social, quanti i soldi guadagnati a lavoro, ecc.) allontanandoci dal valore reale e dal significato di ciò che ci circonda.
Il vangelo di oggi ci offre una spiazzante risposta alla nostra domanda del “quanto”: l’amore di Dio per noi è Tanto, così tanto da sacrificare il proprio Figlio Gesù, per fare a noi un regalo grande, addirittura infinito: la vita eterna. È per me difficile capire appieno il mistero di questo dono, mi pare però che per riuscirci sia necessario abbandonare le mie abituali unità di misura, i miei criteri di confronto, i miei ragionamenti che a volte si riducono addirittura a calcoli; c’è bisogno di una mentalità diversa, quella che fortunatamente in alcuni momenti lo Spirito Santo riesce a donare mostrandoci un modo pieno e profondo di vivere le giornate.
Come ricorda Gesù nel vangelo, dobbiamo avere bene a mente che siamo costantemente difronte a un bivio, a scenari opposti e anche molto contrastanti: “andare perduti” o “avere la vita eterna”, essere “condannati” o “salvati”, amare le “tenebre” o “la luce”.
Proprio mentre mi preparavo a meditare questo brano del Vangelo, mi sono ricordato di una fotocopia A4 donatami ad inizio Quaresima da una carissima familiare, contenente l’omelia pronunciata nel lontano 1984 da don Francesco Ricci alla Comunità di Forlì nel giorno del mercoledì delle ceneri; vi ho trovato la descrizione illuminata della sfida a cui siamo chiamati e dello strumento con cui cercare di vincerla, la Fede: “Essa ci chiede una costante vigilanza. Guai al distratto, guai a chi smarrisce la chiave dell’intelligenza, guai a chi smarrisce il criterio, l’occhio della visione! Guai a chi non vede le tracce di Cristo presente con la sua vittoria, in ogni parvenza di sconfitta... La lotta è contro la distrazione, quella del cuore prima ancora di quella delle mente; la lotta è contro quella sottile tendenza a slittare dalla sfera della realtà alla sfera dell’apparenza... La vigilanza è attenzione, ascolto, percezione della parola di Dio… è la ricerca di Dio nelle pieghe anche più umili della vita…”.
Il vangelo di oggi mi pare dunque ricordarci con forza la meta a cui siamo chiamati: qualcosa di tanto Grande, che ci innalza, ci eleva e ci salva dalla cattiveria e dalla povertà, purché da parte nostra ci sia la voglia di fare la nostra parte, di impegnarci ad orientare a Dio i nostri sensi (una vista ed uno sguardo diversi dalla solita superficialità) e il nostro cuore. Cercare “semplicemente” ciò che è Luce, che fa bene, che ci eleva: spegnere la TV spesso povera di contenuti, ascoltare una bella canzone o leggere un buon libro, scrivere una mail ad un caro amico o telefonare ad una persona sola; cercare ogni tanto il silenzio, apprezzare la bellezza della natura; richiamare alla mente e tenere vivi quei momenti in cui Dio ci ha visitato incontrandoci in modo unico lungo la strada della nostra vita.  
Andrea
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